Il totale sale a 43 fra prima e seconda pubblicazione dei piani. Per taluni confinanti le migliorie previste non sono sufficienti
Erano 27 nel giugno 2019, oggi se ne aggiungono altre 16. Cresce il numero di opposizioni inoltrate all’Ufficio federale dei trasporti (Uft) contro il tratto di terzo binario previsto a Bellinzona fra la stazione ferroviaria cittadina e il ponte Isolabella, oltre il quale il collegamento è già realtà da alcuni anni fino alla stazione di Giubiasco. Compresa nel nuovo tratto è anche la galleria di Svitto sotto Montebello, cui se ne affiancherebbe una seconda, il tutto completato da una fermata Tilo dietro piazza Indipendenza. Attualmente sono dunque pendenti a Berna 43 opposizioni: 27 pervenute durante la pubblicazione dei piani avvenuta nel maggio 2019, 16 durante la recente seconda pubblicazione (terminata lo scorso 10 dicembre) che includeva una serie di migliorie al progetto.
In questo secondo caso, spiega l’Uft alla ‘Regione’, 15 provengono da opponenti già manifestatisi contro il progetto originario, cui se ne aggiunge una nuova di un privato. A questo stadio della procedura l’Uft afferma di non poter esporre dettagli su chi siano gli opponenti e quali i punti contestati. La procedura richiede a ogni modo molto tempo: basti pensare che le opposizioni di un anno e mezzo fa sono attualmente allo stadio della presa di posizione in replica da parte delle Ffs, committenti dell’opera. Già con la prima tornata di opposizioni i tempi realizzativi si sono procrastinati di un anno (inizio cantiere primavera 2022 anziché primavera 2021 e ultimazione fine 2027 anziché fine 2026); con la seconda tornata sono prevedibili ulteriori ritardi.
Sono le tre questioni che pesano maggiormente sul progetto. A tal punto che le Ferrovie, recependo positivamente le preoccupazioni dei confinanti, hanno apportato una serie di accorgimenti tecnici volti a contenere nei limiti di legge, o meglio “al minimo tecnicamente possibile”, l’elettrosmog previsto in una parte della palestra delle Scuole elementari sud. Quanto a rumore e vibrazioni, sono state approfondite le analisi effettuate a suo tempo e così adeguate e ottimizzate di conseguenza le misure di protezione. Idem per gli aspetti architettonici, con “diverse modifiche puntuali”. Ciò che non ha però tranquillizzato taluni confinanti. Fra gli opponenti, questa volta, non figura il Municipio di Bellinzona, avendo ritenuto soddisfacente la schermatura dalle radiazioni; sempre pendente, invece, la sua opposizione del 2019 con cui chiede di portare a 1,93 milioni il risarcimento per l’esproprio dell’edificio sede del Dicastero opere pubbliche, stimato dalle Ffs 800mila franchi. Pure contestati i 200mila franchi previsti per espropriare l’area posteggio del Servizio sociale stimata dalla Città oltre mezzo milione.