Approvati a stretta maggioranza i crediti suppletori di 1,6 e 1,25 milioni. Lega e Udc valutano il referendum
Due dei tre messaggi sui sorpassi per complessivi 5 milioni di franchi, quelli di 1,25 milioni per il Policentro della Morobbia e di 1,6 milioni per lo Stadio cittadino, sono stati votati martedì sera a stretta maggioranza dal Legislativo di Bellinzona. Era necessaria la maggioranza qualificata, ossia uno in più della metà dei 60 consiglieri comunali. Alla fine il Municipio ha portato a casa l’avallo del plenum rispettivamente con 40 sì, 12 no e due astenuti (Policentro) e con 31 sì (per il rotto della cuffia), 22 no e un astenuto (Stadio). Contrari Lega/Udc, Mps, Verdi e Liberi (anche il Ppd per lo Stadio). Favorevoli Plr e Sinistra. Il dibattito in sala avrebbe dovuto distinguere le due opere, ma alla fine i temi si sono accavallati. Emersa una critica meno tecnica e più politica nei confronti dell’Esecutivo.
Charles Barras (relatore della Gestione) ha esordito ricordando che già nel luglio 2018 le commissioni Gestione ed Edilizia del Consiglio comunale venivano informate dal Municipio della presenza di sorpassi, tuttavia in quel momento contenuti entro il limite di legge del 10%, infine saliti al 18% nella primavera 2020: «Questo mentre una bozza, già pronta un anno prima e che indicava il 16%, è rimasta a lungo ferma da qualche parte». Il credito di 6 milioni stanziato dall’allora Legislativo di Pianezzo è risultato essere inferiore di 750mila franchi rispetto al preventivo definitivo: «Ciò è dovuto all'accettazione di offerte eccessivamente basse», ha rimarcato Barras aggiungendo che al momento della nascita della nuova Bellinzona il credito era già stato speso per il 90% da Pianezzo. Le critiche sono note, ha aggiunto: «Gestione finanziaria lacunosa, con troppa disattenzione sulle migliorie e sulle opere complementari necessarie; mancanza di solerzia del Settore opere pubbliche nel gestire un problema reale; idem il Servizio finanziario, che ha saldato fatture senza copertura finanziaria data dalla delibera del credito». Quanto al Municipio, «non si è sottratto alle sue responsabilità, ma audit e rapporti hanno evidenziato in modo impietoso le debolezze. Che devono essere eliminate al più presto dall’amministrazione comunale». Il leghista Manuel Donati (relatore di minoranza della Gestione) ha evidenziato che nessuno dei tre ex municipali di Pianezzo che seguivano i lavori sono stati interpellati da chi ha effettuato gli audit interno ed esterno: «Ex Municipio che viene qui accusato, senza possibilità di difendersi, di aver sottostimato il preventivo, mentre risulta che abbia deciso nel merito rispettando le regole. Questo mentre è lampante l'incapacità del Settore opere pubbliche della Città di gestire il cantiere. Il gruppo Lega/Udc non vuole essere complice e chiede al Municipio di ritirare il messaggio e ripresentarlo una volta che sarà tutto chiarito. Se sarà il caso, ci riserviamo di lanciare un referendum».
Il voto odierno è la prova provata che c’è tanta quantità ma la qualità manca, ha detto il verde Marco Noi: «Ci viene chiesto di votare senza sapere esattamente cosa sia andato male e se siano stati attuati dei rimedi per farvi fronte. Questa la dice lunga sul modo di agire del Municipio». Secondo Monica Soldini (Mps) «abbiamo avuto la prova della scarsa capacità manageriale dei singoli municipali e dell’intero Esecutivo. Quanto a noi, non sosterremo l’eventuale referendum, perché verrebbe lanciato da formazioni saldamente al governo facendo credere di essere all’opposizione. Il voto popolare del prossimo aprile sarà l’occasione di chiedere ai cittadini di esprimere la loro sfiducia nei confronti dei municipali e dei partiti di cui fanno parte». Per Luigi Calanca (Liberi) ancora non è chiaro chi abbia deciso cosa nella gestione delle varie fasi di cantiere, perciò è impossibile esprimersi sui crediti suppletori. Per Giulio Deraita (Liberi) la questione è chiara: «Chi ha sbagliato, lo ha fatto per grave negligenza».
Fabio Käppeli (capogruppo Plr) ha sostenuto la linea municipale: «Sorpassi rilevanti, ma rilevante è stata anche la serietà con cui è stato gestito il problema nel capirne le origini e individuare le soluzioni. Ora bisogna andare avanti. Certo, non deve mancare l'autocritica. Non è infatti accettabile che si sia arrivati a questi sorpassi in assenza di controlli indispensabili. I soldi sono comunque stati spesi per opere realmente eseguite da ditte che non hanno colpe e che attendono di essere pagate. Votiamo col naso turato, col mal di pancia, confidando che i problemi vengano risolti nei processi di delibera e nei controlli dell’avanzamento dei lavori». Renato Züger (capogruppo Sinistra) in presenza di due audit e sei rapporti commissionali ha invitato a voltar pagina contestualizzando l’entità del sorpasso e la reale entità del problema politico: «L’ex Comune di Pianezzo ha preso decisioni criticabili, con preventivi troppo ottimistici. Per lo Stadio ci sono invece responsabilità più personali. Quanto agli audit, hanno indicato dov’è l'ampio margine di miglioramento. Il problema deriva dall’aggregazione: il suo processo ha un impatto che molti qui stanno banalizzando e il problema emerso trova la sua radice nella mentalità della vecchia Bellinzona, con un Municipio dicasterizzato che fatica a sentirsi organo collegiale, mentre i funzionari dirigenti godono sovente di autonomia autoreferenziale. Quanto ai capidicastero, non possono garantire il loro ruolo senza una presenza costante».
Per il capogruppo Ppd Paolo Locatelli il progetto dello stadio (+44% rispetto al credito votato dal Cc) è «l’esempio degli esempi di come non si debba gestire un progetto, con modifiche decise ancora prima dell’avvio del cantiere. Come? Con ripetuto uso delle deleghe municipali di spesa. Perché? Perché già a gennaio 2019 c’era fretta in vista del meeting di atletica di settembre. La nuova gradonata e opere affini, pari a 650’000 franchi, non facevano parte del messaggio. Ma su chi abbia deciso, risposta non c’è. Mi viene solo spiegato che alle riunioni erano presenti il direttore del Sop e il capodicastero Dop, mentre ad alcune riunioni c’era anche il capodicastero Finanze». In definitiva sullo stadio «mancano troppe informazioni necessarie a maturare una convinzione». Quanto agli altri partiti, «la Sinistra alza lo zerbino e il Plr ci infila sotto la polvere. Noi non ci stiamo».
«Non siamo contenti di come si sono sviluppate le procedure e di come si è arrivati al risultato finale. E ne siamo consapevoli. Ne avremmo volentieri fatto a meno. Accettiamo le critiche, anche dure, rivolteci. E ne faremo tesoro. Situazioni analoghe non possono riverificarsi. Perché minano la credibilità delle istituzioni», ha esordito Mario Branda rispondendo ai vari interventi e ribadendo la soddisfazione per le opere realizzate: «Opere di qualità. Qualcuno cita l’aggregazione, ma senza di essa il Policentro della Morobbia oggi non ci sarebbe. Pianezzo lo ha voluto, Bellinzona e Giubiasco ne hanno perorato la causa davanti al Cantone. E in ogni caso nessuno ha lucrato: quanto paghiamo corrisponde a quanto realizzato. Il Municipio si assume la responsabilità politica dei sorpassi: questo significa che vuole fare chiarezza per indicare tutti i passaggi critici e le correzioni da approntare da subito. I due audit, atto doveroso la loro esecuzione, non fanno sconti a nessuno e indicano con precisione dove sono i problemi. D’altronde, quanto accaduto deriva da come si è lavorato negli ultimi 20 anni: già nel 2008 vi furono dei sorpassi per lavori allo Stadio, ma la politica non eccepì. Quanto alla nostra prima legislatura, il Dop ha gestito opere per cento milioni di franchi senza ulteriori sorpassi, a parte la prima tappa del parco urbano», poi rientrata nei limiti di legge.