Dalla Gestione molte critiche sull'incapacità di tenere sotto controllo la spesa corrente e l'evoluzione del personale assicurando la qualità dei servizi
Un’autentica tirata d’orecchie quella che la Commissione Gestione del Consiglio comunale di Biasca fa al Municipio tramite un corposo rapporto di 10 pagine dedicato al preventivo 2021 caratterizzato da un disavanzo di 912mila franchi, di cui la metà dovuto alla contrazione del gettito fiscale a causa della pandemia. Invitando il plenum a votare il messaggio turandosi il naso, la Gestione lamenta in particolare un’imprecisa conduzione finanziaria di vari settori e un insufficiente controllo dell’evoluzione della spesa. Un dato eloquente è quello del moltiplicatore d’imposta, col dato matematico che schizza al 104% salendo di 11 punti in soli due anni e quello politico confermato al 95% (se così vorrà il Legislativo convocato in seduta plenaria il 21 dicembre). A fronte della situazione pandemica e dei costi in più ricaduti sul Comune, la Gestione si attendeva un apposita ‘manovra finanziaria’. Ma l’aspettativa, esordisce il rapporto redatto da Gianni Totti, “è stata smentita dai fatti e dalle parole del sindaco” Loris Galbusera: convocato dai commissari, “non ha esplicitato decisioni significative da parte dell’Esecutivo” da cui “era lecito attendersi un preventivo con una connotazione politica più marcata”. Si attendevano “scelte atte a ridurre le spese di gestione corrente, il deficit e il fabbisogno d’imposta”. In loro assenze, la Gestione avrebbe potuto proporre emendamenti, ma ritiene “responsabilità del Municipio compiere tali scelte”. Volendo evitare di concludere il 2021 con una disavanzo milionario, la commissione sollecita sindaco e colleghi affinché facciano tutto il possibile per mantenere sotto controllo entrate e uscite.
In effetti il messaggio “è troppo sintetico e molte voci non trovano una spiegazione nel testo”. Per alcuni dicasteri viene segnalato un “copia-incolla senza una precisa valutazione dei reali bisogni previsti”. Tanto che “sembra in parte banalizzata l’operazione di preventivo e il dovuto confronto politico sulle cifre sulle scelte soggiacenti”. Quanto poi ai lunghi tempi di risposta municipale alle domande, c’è perplessità “sui meccanismi per arrivarci e sulla consapevolezza e il grado di approfondimento dato all’allestimento del preventivo”. Ciò che spinge la Gestione a ritenersi non sempre messa nelle condizioni di poter operare in modo ottimale, sia per la continua e laboriosa ricerca di informazioni, sia per la mancanza di un supporto amministrativo in assenza del responsabile del settore finanziario”.
Andando al sodo, la Gestione contesta l’opinione del sindaco secondo cui il disavanzo sarebbe tollerabile considerando il capitale proprio di quasi 11 milioni. Infatti “buona parte del disavanzo” in assenza di correttivi “si manterrà nei prossimi anni e potrà anche aumentare”, con conseguenze sul gettito fiscale “più importanti sul medio termine”. Detto in altri termini, “senza un intervento deciso sulla gestione corrente, peraltro anche auspicato dal piano finanziario, il fieno in cascina finirà molto presto”. Un’operazione “necessaria che è stata più volte rinviata nel corso dell’ultimo lustro e che è ormai divenuta indispensabile”. Viene quindi ricordato che il contributo di livellamento milionario “permette la sopravvivenza del nostro Comune. Nella malaugurata ipotesi che questa misura di solidarietà intercomunale subisca delle modifiche, le finanze comunali si ritroverebbero ancora più in gravi difficoltà”. Da qui la convinzione che l’attenzione dei Comuni ricchi verso le spese compiute dai Comuni ‘poveri’ “deve portare a scelte chiare e ponderate da parte dell'Esecutivo o se del caso del Legislativo”.
Ad attirare in particolare l’attenzione della Gestione sono i servizi, l’organico comunale e i mandati esterni. Se da una parte il Municipio afferma di aver deciso il mantenimento dello stesso livello di servizi, secondo Totti e colleghi “in realtà è mantenuto il livello di spesa, ciò che non comporta necessariamente che tutto sia svolto secondo i criteri di parsimonia ed economicità definiti dalla Legge organica comunale”. Quindi l’affondo: “Con lo stesso volume di spesa, il livello di servizi potrebbe essere migliorato, ad esempio introducendo chiare misure di lavoro e comunicazione: è quindi immaginabile garantire pari servizi con una spesa minore o migliorare i servizi con la stessa spesa”. Sulla qualità dei servizi, la Gestione ritiene auspicabile una regolare verifica della soddisfazione degli utenti e una chiara procedura di evasione delle richieste e delle comunicazioni municipali considerata la frequente segnalazioni di tempi lunghe e risposte assenti.
Quanto al personale, da anni vi è un aumento della spesa su cui la Gestione ha chiesto chiarimenti: ma le spiegazioni “si limitano spesso a un generale aumento del carico di lavoro, senza una chiara delimitazione delle mansioni dei nuovi assunti”. In estrema sintesi “permane la sensazione di assenza di una chiara politica del personale e di un’efficace strategia di governance e di conduzione dell’amministrazione”. A questo riguardo s’inserisce la prevista revisione del Regolamento organico dei dipendenti, il cui incarico di un anno affidato nel 2017 a un professionista non è ancora giunto a termine. “Dopo tre anni vi è un’assenza di informazioni e chiarezza sugli intenti che sorprende”, lamenta la Gestione sollecitando una soluzione entro fine legislatura che indichi organigramma, funzioni e compiti dei collaboratori, esponendo anche un tetto al monte salari. Anche perché “è difficile comprendere l’aumento dell'organico accompagnato da una costante aumento dei mandati esterni”. Nelle successive sette pagine la Gestione fa il pelo e il contropelo a ciascun dicastero.