Bocciata di misura la mozione Lega/Udc/Ind. che chiedeva l'applicazione del principio nell'assunzione dei dipendenti comunali
La Città di Bellinzona non introdurrà il principio ‘Prima i nostri’ nell’assunzione del personale. Lo ha stabilito questa sera il Consiglio comunale bocciando la mozione di Manuel Donati e cofirmatari (Lega/Udc/Ind.) con 24 sì (in primis Lega/Udc e Plr), 26 contrari (Ppd, Sinistra e Mps) e 2 astenuti. Maggioranza della Gestione e Municipio ritengono che la prassi attualmente applicata già corrisponda all’obiettivo della mozione. Da qui l’inutilità di modificare il Rod, anche perché gli Accordi di libera circolazione sottoscritti dalla Confederazione limitano la portata pratica del principio ‘Prima i nostri’. Senza contare che “non vi è alcun problema legato al frontalierato nell’Amministrazione comunale”. Di parere opposto la relazione di minoranza della Gestione: i consiglieri Giulio Deraita (indipendente) e Lelia Guscio (Lega) evidenziano dubbi sul fatto che al principio della preferenza indigena venga sempre data l’importanza auspicata dalla mozione. Il dibattito e altre posizioni prestabilite hanno mostrato un Legislativo quasi perfettamente diviso in due. Quasi.
Discussa poi la mozione Mps che chiedeva di creare un dicastero per l’uguaglianza e la parità di genere, con tanto di servizi e campagna contro la discriminazione, nonché strutture pubbliche dedicate alle donne per consulenza professionale, giuridica, sociale e psicologica. Negativo il parere espresso da Municipio e Commissione della legislazione: pur comprendendo le migliori intenzioni delle mozionanti Monica Soldini e Angelica Lepori, la proposta è ritenuta irricevibile perché la decisione di creare un dicastero con relativi servizi non compete al Consiglio comunale ma semmai all’Esecutivo. In questa stessa direzione è andato il plenum con 9 sì, 26 no e 9 astenuti.