Contestato il fatto che molti turisti lascino a lungo l'auto negli stalli comunali all'ex convento. Per contro il posteggio adibito viene poco utilizzato
Il successo del ponte tibetano Carasc e di tutta la zona di Curzùtt torna a far parlare di sé. In un’estate caratterizzata dal turismo locale o comunque in prevalenza svizzero, la grande affluenza di persone che giungono sul posto con la propria automobile fa storcere il naso ad alcuni esercenti e commercianti attivi nel nucleo centrale del quartiere di Monte Carasso. Attraverso l’avvocato Tuto Rossi si sono rivolti al Municipio lamentando una situazione che reputano insostenibile. A dar fastidio, come detto, sono i veicoli dei visitatori che prima di iniziare la gita in altura parcheggiano negli stalli pubblici nei dintorni dell’Antico convento delle Agostiniane. Sono alcune decine i posti disponibili, a pagamento, ma nelle giornate di grande afflusso di persone i posteggi si esauriscono in fretta. Di conseguenza anche chi si reca in zona con l’auto per usufruire di uno dei commerci, della banca o degli esercizi pubblici presenti non trova parcheggio. Da qui la decisione di rivolgersi alla Città.
Come racconta alla ‘Regione’ il gerente del Ristorante Romitaggio Giuseppe Pascaretta, il problema non è nuovo, ma nell’ultimo periodo si sarebbe ulteriormente acuito. Nella risposta firmata dal sindaco Mario Branda, viene sottolineato che i visitatori di Curzùtt e del ponte tibetano dovrebbero usufruire di un posteggio predisposto proprio a questo scopo. “Ma non è così. Tutti posteggiano qua e lasciano l’auto tante ore, anche tutto il giorno. Di conseguenza i nostri clienti non trovano posto quando vogliono fermarsi qui per fare pranzo o cena”, fa notare Pascaretta. La segnalazione, aggiunge il sindaco, è stata inoltrata a Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino e alla Polizia comunale di Bellinzona per una verifica. Il problema, aggiunge il ristoratore, è in particolare dettato dal fatto che la navetta per raggiungere la zona di Carasc parte proprio nella piazza dell’ex convento, di fronte allo stabile comunale che ospita l’info point turistico. I prezzi del parcheggio sono peraltro piuttosto bassi: gratuito per la prima ora, un franco fino a 3 ore, 3 franchi fino a 6 ore, 6 franchi fino a 12 ore e 12 franchi per 24 ore (tutti i giorni senza distinzioni tra festivi e non).
Ci siamo recati sul posto di persona e, per gli automobilisti che provengono dalla strada cantonale, vi sono indicazioni chiare per raggiungere il posteggio adibito (e gratuito) situato a qualche minuto a piedi da info point e partenza del shuttle bus, nei pressi della passerelle che collega questo quartiere con la zona Semine. Da qui una serie di cartelli permette poi ai pedoni di seguire le indicazioni fino all’ex convento. Praticamente impossibile perdersi. Pur essendo domenica pomeriggio però, si contano sulle dita di una mano gli automobilisti che hanno deciso di parcheggiare qui. Decisamente più gettonati gli stalli dell’ex Convento.
Ivan Guidotti - direttore dell’Ente autonomo Carasc che si occupa - spiega da noi contattato che la situazione è nota da tempo. “Cerchiamo di segnalare sul nostro sito internet e sulla cartina che diamo ai turisti dove sia meglio lasciare il veicolo, ovvero nel parcheggio vicino alla passerella, al campo di calcio o in alternativa anche in via Tatti a Bellinzona. Inoltre raccomandiamo ai visitatori di recarsi sul posto possibilmente con i mezzi pubblici - sottolinea Guidotti -. Non tutti però si documentano prima di partire e, una volta in centro a Monte Carasso, lasciano l’auto dove trovano libero nei parcheggi comunali”. Guidotti aggiunge che vi sono contatti con la Città e l’obiettivo è comunque quello di trovare soluzioni ideali. “Bisogna dire che la situazione non è fuori controllo. Si tratta pur sempre di parcheggi pubblici e non di automobili che vengono lasciate fuori dalle aree di parcheggio”, aggiunge.
Il gran via vai di persone si ripercuote anche sulle cifre relative ai fruitori di funivia e bus navetta. Nel mese in corso, fa notare il direttore dell’Ente Carasc, c‘è stato un afflusso notevole. “Facendo un confronto con i primi 15 giorni sono state trasportate circa 4’000 persone, una cifra superiore di quella relativa all’anno scorso”, spiega Guidotti aggiungendo che si tratta perlopiù di turisti confederati. A questi fruitori si aggiungono poi gli escursionisti che al momento è difficile contare in maniera precisa. Ma presto lo si potrà fare. Sul ponte tibetano verrà installato proprio in questi giorni un apposito “contapassi” che permetterà così di tener conto dei suoi visitatori. I dati dei passaggi permetteranno così di raccogliere in modo sistematico l’affluenza giornaliera, mensile e annuale.