Il Sisa conferma l'esistenza di docenti che non hanno seguito le disposizioni del Decs. Zeno Casella: 'Ma in generale la scuola ha reagito bene'
Scarso insegnamento a distanza tramite video-lezioni, materiale didattico inviato senza un approccio diretto con la classe o col singolo allievo, mancanza di contatto personale. Il tutto in barba alle disposizioni emanate dal Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) all’inizio dell’insegnamento a distanza. Quanto descritto nel nostro articolo apparso nell’edizione del 6 luglio, riferito a un buon numero di docenti del Liceo di Bellinzona in base a testimonianze critiche e preoccupate di genitori e studenti raccolte dalla redazione negli ultimi mesi, potrà essere confrontato con un sondaggio che il Decs intende lanciare prossimamente nel settore dell’insegnamento medio-superiore. L’indagine sarà l’occasione per analizzare nel dettaglio i problemi vissuti nell’insegnamento a distanza, ma anche per mettere in luce i comportamenti virtuosi ed esemplari di docenti e allievi che nonostante le evidenti difficoltà si sono attivati subito con un approccio proattivo che ha fatto la differenza rispetto a chi ha preferito limitarsi al minimo indispensabile. Un quadro, quello emerso, corroborato in buona sostanza dal sondaggio interno promosso in aprile dal Comitato studentesco (vedi la 'Regione' del 9 luglio) i cui risultati evidenziano la presenza di una serie di problemi sull'asse Decs-Direzione-docenti-studenti che andrebbero risolti in vista della ripresa scolastica di settembre e delle incognite Covid che potrebbero ripresentarsi.
Proprio l’aspetto legato alle lacune che possono essersi formate da marzo a giugno, e che rischiano di presentarsi accentuate fra poche settimane, ha ora indotto il Sindacato indipendente studenti e apprendisti (Sisa) a segnalare al Decs – nell’ambito della consultazione in corso – la richiesta di istituire corsi di recupero sia durante le ultime settimane delle ferie estive, sia nel primo periodo scolastico. «La richiesta – spiega alla ‘Regione’ Zeno Casella, coordinatore del Sisa – s’inserisce nella volontà di evitare il cosiddetto ‘effetto ghigliottina’ che rischia di tagliare fuori gli studenti che per vari motivi non sono riusciti a seguire debitamente l’insegnamento a distanza». La soluzione immaginata «potrebbe venire concretizzata con l’aumento del monte ore e/o tramite un credito straordinario che permetta di retribuire docenti incaricati per questo scopo».
Quanto all’articolo della ‘Regione’, dopo essersi consultato con membri e aderenti del Sisa il suo coordinatore rileva come esso «sollevi problematiche di cui siamo coscienti e che abbiamo visto essere presenti al Liceo di Bellinzona come in altre scuole. È evidente che l’insegnamento a distanza ha posto numerosi problemi: da un lato docenti non adeguatamente formati all’uso dei nuovi strumenti implementati dall’oggi al domani, dall’altra studenti non di rado sprovvisti dei necessari supporti informatici. A ogni modo sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio affermando che tutti i docenti non hanno lavorato adeguatamente durante la pandemia», cosa che la ‘Regione’ non ha fatto indicando l’esistenza del problema in un “buon numero di docenti assenti”. «Il nostro riscontro – sottolinea Zeno Casella – è in chiaro-scuro. Anche noi abbiamo registrato al Liceo di Bellinzona, come in altri ordini di scuola, vari casi di insegnanti che non hanno seguito le disposizioni del Decs. Ma in generale, visto il carattere emergenziale della situazione, possiamo dire che la scuola abbia reagito abbastanza bene. Ora è importante fare in modo che determinati problemi non si ripetano nei prossimi mesi autunnali e invernali». Il coordinatore del Sisa rimarca peraltro che le direttive del Decs «riprendevano talune rivendicazioni da noi avanzate all’inizio della pandemia».
Non condivisibile per contro, stando al Sisa, l’opinione di una madre intervistata dal nostro giornale secondo cui si sarebbe potuto condizionare una parte dello stipendio all’effettivo impegno dimostrato nel seguire classi e studenti: «Una proposta deleteria, perché i diritti del lavoratore non si eguagliano diminuendo quelli di chi sta meglio, ma piuttosto lottando, nel caso specifico, per aiutare chi ha avuto problemi durante la pandemia, migliorando le condizioni quadro e i mezzi a disposizione della scuola, contenendo al contempo il numero di allievi per classe. Fattori che, se migliorati, inciderebbero positivamente anche sull’insegnamento a distanza. In questo senso credo che occorra analizzare a fondo quanto fatto di positivo e negativo durante la primavera per guardare in modo proattivo al mese di settembre e ai prossimi autunno e inverno quando confidiamo che si faccia tutto il possibile per riprendere l’insegnamento in presenza, situazione sanitaria permettendo». Uno dei punti sollevati nel servizio della ‘Regione’ era anche la mancanza di una guida da parte della Direzione del Liceo. «Direzione che gioca un ruolo fondamentale – annota Zeno Casella – nel supervisionare e verificare che venga fatto tutto quanto indicato dalle direttive del Decs, interpellando i docenti che per vari motivi dovessero presentare delle lacune o delle difficoltà e richiamando all’ordine chi dovesse agire in modo negligente e quindi inaccettabile».
Sempre l’emergenza Covid – aggiunge poi il coordinatore del Sisa – ha messo in evidenza «quanto le già presenti disparità sociali, sicuramente accentuatesi con l’insegnamento a distanza, hanno inciso negativamente sulle possibilità degli studenti di seguire il percorso formativo. Perciò chiediamo che il Decs riservi maggiore attenzione e forme di sostegno mirate alle fasce sociali più fragili e agli studenti con situazioni familiari problematiche. Abbiamo ad esempio ricevuto segnalazioni riguardanti ragazzi costretti ad accudire in casa l’insegnamento a distanza dei fratelli minori essendo i genitori occupati nel telelavoro, o assenti per lavoro, o colpiti da Covid». Pure da abolire, secondo il Sisa, la disposizione introdotta nel 2015 in base alla quale è ammessa nel medio-superiore una sola bocciatura nei primi tre anni (due in casi eccezionali): «Regola che ancora una volta colpisce in modo particolare gli studenti alle prese con problemi sociali». Una riflessione che «vale ancora di più per l’immediato futuro, visto che si teme per il nuovo anno scolastico, a seguito delle lacune formative accumulate, una severa selezione dopo le bocciature non fatte quest’anno. Una selezione che già in tempi normali contestiamo perché va contro la missione formativa della scuola».
Un ulteriore aspetto – sollevato dal Collegio dei docenti del Liceo di Bellinzona in un recente servizio pubblicato dal ‘CdT’ – concerne l’agire del Decs che ha elaborato e trasmesso le direttive per l’insegnamento a distanza senza consultare i docenti. «Un effettivo coinvolgimento di allievi e insegnanti nel processo decisionale è sempre auspicabile – commenta Zeno Casella – sebbene nel caso specifico si possa comprendere l’esigenza del Decs di elaborare e impartire disposizioni in tempi rapidi. Ora, come detto, il Decs in vista di settembre ha avviato una consultazione allargata. Un passo molto positivo, che dimostra la buona volontà nel coinvolgere le varie componenti della scuola. Ci auguriamo che le nostre rivendicazioni vengano ascoltate e messe in pratica. Perché non metterle in pratica corrisponderebbe a non ascoltarci».