Bellinzonese

Bellinzona, due esercenti chiedono più spazio all'esterno

Tavolini e distanza sociale, il Municipio sta valutando. Il presidente di Gastro: 'Molti di noi non sono contenti di riaprire, i grotti invece sì'

Luca Merlo, presidente di Gastro Bellinzona e Tre Valli (Ti-Press)
7 maggio 2020
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Sono per ora due le richieste pervenute ai servizi cittadini da esercenti di Bellinzona centro interessati ad ampliare sul suolo pubblico la superficie dove poter posizionare tavolini esterni, possibilità data per facilitare il rispetto della distanza sociale fra clienti. Il tema è stato discusso mercoledì pomeriggio dal Municipio, anche per capire se sia proprio necessario applicare una sovrattassa. Approfondimenti sono in corso. Intanto però il settore “guarda con preoccupazione alla riapertura possibile dall’11 maggio”, spiega il presidente di Gastro Bellinzona e Tre Valli Luca Merlo. Come per il Consiglio di Stato, “anche noi siamo stati presi in contropiede da Berna, da cui attendiamo per venerdì nero su bianco le disposizioni ufficiali cui dovremmo attenerci. Di sicuro, rispetto al settore alberghiero che ha avuto dieci giorni per adeguarsi, per noi i tempi sono troppo stretti”.

'Burocrazia pesante'

Le misure previste rischiano peraltro di trasformarsi “in un lavoro amministrativo oltremodo impegnativo. Mi riferisco alla registrazione delle generalità dei clienti e dei loro numeri telefonici per facilitare la tracciabilità, compresi orari e chi li serve; compito dal quale il settore del trasporto pubblico è invece esonerato”. In definitiva fra di noi “molti non sono contenti di aprire l’11. Preferirebbero attendere ancora un po’, fino a quando la clientela potrà tornare più facilmente”. Perché è questo il grande dilemma: “Aprendo ora, rischiamo di dover spendere più di quanto si perda restando chiusi”. Per contro “percepiamo la grande voglia di lavorare di taluni settori, in primis i grotti reduci da una Pasqua meteorologicamente bella ma sfortunata”. A preoccupare è anche il fatto che se Berna stabilisce la riapertura l’11, “poi chi dovesse preferire restare chiuso rischia di non poter beneficiare delle indennità per lavoro ridotto e, per chi come me ha avuto questa fortuna, dell’esonero dal pagamento dell’affitto”. Vi è infine una questione di immagine: ‘Se la curva dei contagi e dei decessi dovesse riprendere - conclude Luca Merlo - temiamo di venire additati come untori”.