Bellinzonese

Bellinzona, il Ps vuole un fondo per chi è in difficoltà

La sezione del partito chiede anche di non rinunciare ai progetti già pianificati e di organizzare la prossima seduta di Cc. Interrogazione di Lisa Boscolo

Tra le proposte anche un aiuto ai commercianti del mercato (Ti-Press)
15 aprile 2020
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C'è appoggio alla decisione del Municipio di stanziare un milione di franchi per sostenere le attività economiche, ma secondo la sezione Ps di Bellinzona e il Gruppo in Consiglio comunale Unità di Sinistra la Città deve prevedere ulteriori misure di aiuto diretto ai cittadini che si troveranno in difficoltà a seguito della crisi generata dalla pandemia. Lo sottolineano in un comunicato che si focalizza in particolare su tre punti. Il primo è appunto l'appello alla Città affinché "si faccia promotrice di una politica attiva di interventi e investimenti per rilanciare l'economia e per garantire il reddito delle famiglie, fortemente minacciato dal concreto rischio di recessione".

Sul tema la consigliera comunale Ps Lisa Boscolo ha inoltrato un'interrogazione con cui chiede all'Esecutivo se non possa valutare una serie di aiuti. Tra le richieste la costituzione di un fondo sociale comunale al quale le persone in difficoltà che non possono attingere ad altri aiuti pubblici possano fare capo per pagare ad esempio spese d’affitto, di cassa malati, fatture mediche o sanitarie e per l’acquisto di beni di prima necessità. "Inteventi e misure non sono certo mancati a livello nazionale e cantonale, ma ci sono tuttavia delle persone che rimangono scoperte o che lo sono parzialmente. Si pensi ad esempio a famiglie e lavoratori/trici indipendenti, lavoratori/trici a tempo determinato o ad interim, piccole imprese e persone senza impiego", sottolinea Boscolo, ricordando che difficoltà economiche potrebbero essere vissute anche da microimprese, commercianti del mercato cittadino, nonché associazioni sportive, culturali e artistiche.

No agli sgravi fiscali

Nel comunicato Ps e Unità di Sinistra chiedono poi al Municipio di non rinunciare ai progetti già in discussione o in fase di pianificazione, come la realizzazione del nuovo ospedale ai Saleggi, la realizzazione di Casa Marta, lo sviluppo del sedime Officine, l’acquisto dell’ex ospedale a Ravecchia per la creazione di una Casa della cultura, la promozione del turismo e della cultura e altri progetti strategici. "Oltre a superare una crisi 'puntuale', la Città deve comunque provvedere ad un rilancio a più lungo termine e non unicamente improntato agli aspetti economici, ma anche sociali, ambientali e culturali. La popolazione, terminata la crisi, avrà bisogno più che mai di spazi d’aggregazione e di cultura per poter riprendere una vita sociale di qualità". Per far fronte a tali impegni finanziari viene suggerito un uso oculato del capitale proprio e una nuova politica del debito. Non vengono per contri visti di buon occhio gli sgravi fiscali lineari: "misure di tal genere riducono unilateralmente le risorse dell’ente pubblico, senza risultare efficaci nell’aiutare chi veramente ne ha bisogno".

Infine giunge la richiesta di far tornare al lavoro le Commissioni del Legislativo, "tramite videoconferenze o incontri in ampi spazi con le adeguate misure di distanza sociale e di protezione" e che si inizi a organizzare, come stanno facendo altri legislativi a livello federale e cantonale, una seduta del Consiglio comunale in una sede straordinaria e con le misure appropriate, da effettuarsi quando le misure sanitarie lo permetteranno.