Durante la serata pubblica nel quartiere di Bellinzona, il sindaco Mario Branda ha rassicurato i presenti su idee e vincoli che la progettazione dovrà rispettare
Scattato il 2 settembre a Gudo, il tour nei quartieri del Municipio si è concluso ieri sera a Bellinzona, l’ultima delle tredici tappe dove l’esecutivo ha voluto fare il punto sui primi anni di operato della Città aggregata e raccogliere indicazioni, consigli, spunti e critiche. Ma pure complimenti, come è stato il caso ieri, con più di un presente (un centinaio quelli accorsi nella sala del Consiglio comunale) che ha esposto soddisfazione per come vanno le cose nella Turrita. «L’unico neo è il cattivo odore generato dai cassonetti interrati per i rifiuti», è però insorto qualcuno. «Abbiamo avuto qualche reclamo, in particolare per quello posizionato in via Dogana, ma ci sembra che nel complesso la situazione sia abbastanza accettata», ha replicato il capodicastero Opere pubbliche e ambiente Christian Paglia, il quale ha riconosciuto come in determinati periodi e circostanze (caldo e grande quantità di umido nei sacchi) vi possano essere altri cassonetti che emanano odori sgradevoli. «In questi casi abbiamo deciso di fare dei lavaggi puntuali e di svuotarli con maggiore frequenza». Bisognerà invece attendere per gli additivi profumati da inserire nei depositi. «Tali prodotti (inizialmente individuati come un’altra possibile soluzione, ndr) non sono ancora certificati dal punto di vista ambientale». Quanto alla vertenza relativa alla postazione in piazza Collegiata – la cui posa era stata bloccata dalla Pretura dopo l’istanza supercautelare della Società bancaria che ha sede in piazza – per ora il Municipio ha indirizzato i cittadini verso altri cassonetti: se questi non dovessero risultare sovraccaricati, l’intenzione è di rinunciarvi. Forse già entro fine anno.
Il focus si è poi spostato su un tema caldo: la riqualifica del comparto attualmente occupato dalle Officine Ffs, per la quale Municipio, Cantone ed ex regia federale hanno recentemente affidato un mandato di pianificazione a cinque differenti gruppi d’esperienza nazionale e internazionale. Dai cinque progetti sarà poi stilato un rapporto finale che delineerà, una volta sentito anche il parere di popolazione e gruppi d’interesse, la forma e l’entità degli insediamenti che entreranno nel comparto di 120mila metri quadri, spartito in parti eque fra Ffs e il tandem Città/Cantone. «Intendete fare speculazioni su quel terreno?», ha domandato un presente, chiedendo al Municipio rassicurazioni in tal senso. «Si prevede una serie di insediamenti che nulla hanno a che vedere con intenti speculativi», ha ribatutto il sindaco Mario Branda. «Ai progettisti abbiamo infatti dato condizioni e vincoli piuttosto severi, che contemplano tutta una serie di nostre convinzioni. Ovvero l’idea di realizzare cooperative di abitazioni, scuole, centri di formazione, parchi giochi e un parco tecnologico. Dovrà essere un quartiere modello, anche sotto il profilo del rispetto ambientale, dell’accessibilità e della mobilità. Circa 45mila metri quadri saranno a disposizione dei progetti bellinzonesi e cantonali, mentre i rimanenti 15mila saranno a disposizione di spazi urbani e urbanistici». Anche per quanto riguarda i 60mila metri quadri che saranno a disposizione delle Ffs, ha sottolineato Branda, «la loro intenzione è principalmente quella di realizzare abitazioni e spazi amministrativi al servizio di chi vivrà in quel quartiere. È vero: da quel comparto le Ffs intendono ricavare 100 milioni di franchi da investire nel nuovo stabilimento di Castione. Ma pure loro avranno dei vincoli pianificatori definiti dal Masterplan. E come Municipio vigileremo affinché vengano rispettati».
«Abbiamo riscontrato con piacere che si è voluto puntare sulle zone 30. Tuttavia non ci sono abbastanza controlli di polizia per far sì che i limiti vengano effettivamente rispettati». Un appunto giusitifcato, quello giunto dalla sala, per il capodicastero Sicurezza e servizi industriali Andrea Bersani. «È una problematica che è emersa in tutti in quartieri – ha riconosciuto il vicesindaco –. Come Polizia cerchiamo di arrivare dove possiamo, perché le risorse non sono infinite. Abbiamo infatti un leggero ‘gap’ di personale sul territorio. Valuteremo tuttavia delle precauzioni dato che si tratta di una problematica emersa in tutti i quartieri. Magari con qualche controllo in più. Di certo – ha concluso Bersani – non sulla tirata di Camorino».