Va prosciolto, per l'avvocato difensore Stefano Pizzola, il 29enne kosovaro accusato di violenza carnale per il presunto stupro ai danni di una minorenne
Va prosciolto, per l’avvocato difensore Stefano Pizzola, il 29enne kosovaro residente nel Bellinzonese accusato di violenza carnale per il presunto stupro ai danni di una minorenne (di età superiore ai 16 anni). Per il legale, la giovane «ha lasciato che accadesse» quanto avvenuto durante quella sera dello scorso mese di giugno presso l’appartmento dell’uomo, che aveva invitato la ragazza (conosciuta in strada quattro giorni prima) assicurandosi che la moglie non fosse in casa. «È andata felice a quell’appuntamento – ha affermato Pizzola durane l'arringa di questa mattina –. Era sicuramente intrigata dall’imputato, le cui intenzioni sono subito apparse chiare. Non vi erano quindi particolari dubbi su quello che sarebbe potuto succedere. Lei ha voluto vedere dove poteva arrivare quest’avventura». Se si fosse «sentita così minacciata e in pericolo», ha ripreso Pizzola, «avrebbe potuto andarsene: di occasioni ne ha avute più di una». Invece, dopo il rapporto orale sul divano al quale la giovane non ha opposto resistenza (come ha confermato ieri l’accusa ), «ha acconsentito di andare in camera da letto senza manifestare disaccordo. Da quel momento, va valutato se effettivamente è stato paventato il rifiuto e se l’imputato ha avuto la possibilità di rendersi conto della situazione».
«Mi dipiasce molto per quello che è successo», ha detto l’imputato quando il giudice Mauro Ermani, presidente della Corte, gli ha concesso la facoltà dell’ultima parola. «Ma non mi sento colpevole, perché non ho fatto nulla che lei non volesse. Entrambi eravamo infatti d’accordo».
Nella requisitoria di ieri pomeriggio, il procuratore pubblico Moreno Capella – secondo il quale il 29enne avrebbe usato la forza per vincere la resistenza della giovane e consumare così un rapporto sessuale completo – ha formulato una proposta di pena di 3 anni e mezzo di carcere più l’espulsione dalla Svizzera per 10. L’avvocato Sandra Xavier, rappresentante dell’accusatrice privata, ha invece chiesto 12mila franchi a titolo di risarcimento per il torto morale subito dalla sua assistita.
La Corte delle Assise criminali di Bellinzona pronuncerà la sentenza nel corso del pomeriggio.