Bellinzonese

Violenza carnale: 'Lei era consenziente'

Presunto stupro: l’imputato sostiene di non aver fatto nulla che la giovane non volesse. Diverso il parere del pp Capella, che ha chiesto 6 anni e 3 mesi.

Dall'archivio ©Ti-Press
22 ottobre 2019
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«Era consenziente: durante l’atto provava piacere, gemeva e mi baciava sul collo. Non ho fatto niente che lei non volesse». Stride, il rapporto sessuale “passionale” descritto dall’imputato, rispetto alla versione fornita della presunta vittima minorenne, che accusa il 29enne kosovaro residente nel Bellinzonese (da oggi alla sbarra alle Criminali con l’accusa di violenza carnale) di averla stuprata durante quell’incontro di inizio giugno avvenuto nell’appartamento dell’uomo conosciuto quattro giorni prima.

Durante i primi interrogatori, la giovane – ha ricordato oggi in aula il giudice Mauro Ermani spulciando i verbali degli interrogatori – aveva invece affermato di aver cercato di opporre resistenza di fronte alle intenzioni dell’uomo che, secondo l’accusa, avrebbe usato la forza per compiere l’atto sessuale completo.

La ragazza, ha sottolineato il procuratore pubblico Moreno Capella durante la sua requisitoria,  avrebbe cercato di far desistere il 29enne, esponendo in maniera chiara – dopo un precedente rapporto orale – il rifiuto di consumare un rapporto completo. Da un referto medico prodotto l’indomani, emerge che la giovane ha subito una lacerazione di entità importante nelle parti intime.

Chiesti 3 anni e 6 mesi di carcere

Capella, giudicando grave la colpa dell’uomo, ha chiesto una pena detentiva di 3 anni e 6 mesi, più l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 10 anni. «Il disagio della vittima (ancora vergine al momento dei fatti, ndr), espresso oralmente e dai comportamenti durante l’atto, nonché la violenza dell’imputato per vincere la resistenza fisica della giovane, giustificano il reato di violenza carnale», ha affermato il pp.

La parola passerà ora all’avvocato Sandra Xavier, presente in aula in veste di rappresentante dell’accusa privata. Prenderà poi la parola la difesa, rappresentata dall’avvocato Stefano Pizzola, che si batterà per il proscioglimento.

La sentenza verrà proferita domani.

La stoccata di Ermani alla Polizia giudiziaria

Durante la mattinata era giunta inaspettata la critica del giudice Mauro Ermani verso le modalità con cui la Polizia giudiziaria ha condotto il primo interrogatorio della 16enne. «È stata trattata come una sgualdrina», ha tuonato Ermani, alludendo ai sensi di colpa che gli inquirenti avrebbero cercato di suscitare in relazione all’ingenuità della giovane nel prendere la decisione di recarsi a casa di un uomo sostanzialmente sconosciuto.