Apprendisti pasticceri, panettieri e confettieri presentano i prodotti pensati per promuovere la collina e in particolare il ponte tibetano
Grazie ai giovani, territorio, gastronomia e formazione si incontrano nel nucleo di Curzútt. E in fondo, come ricordato dal segretario Cesiro Guidotti, uno degli scopi principali della Fondazione Curzútt-San Barnàrd è da sempre quello di occuparsi dei giovani e della loro formazione. Un emblema di tale volontà – oltre alla realizzazione di un ostello della gioventù che ha funto da sede della conferenza stampa – è quanto presentato ieri sulla collina alta sopra Monte Carasso da undici apprendisti panettieri, pasticceri e confettieri iscritti al Centro professionale tecnico di Trevano. Attraverso una collaborazione fra scuola e Fondazione, nell’ultimo anno gli studenti si sono occupati di sviluppare un progetto didattico pensato per ideare e creare un prodotto che possa promuovere Curzútt, e in particolare il ponte tibetano, la maggiore attrazione turistica della montagna fra Gorduno e Gudo che da un paio d’anni è gestita dall’Ente autonomo Carasc. Accompagnati dai docenti Marco Pasotti e Marco Zandonella, gli allievi hanno presentato con entusiasmo i propri risultati, esponendo criteri e fonti d’ispirazione. A cominciare dall’obiettivo di proporre un prodotto emozionale-organolettico, che prendesse in considerazione il mercato del turismo e dell’ospitalità. Nel proprio percorso, ognuno degli apprendisti ha inoltre trovato un nesso con colori, profumi e caratteristiche della montagna. Degli undici prodotti (per la maggior parte dolci), i docenti ne hanno selezionati quattro, con l’augurio – hanno aggiunto i professori – che qualche aziende della regione inizi produrli. «Il nostro compito è finito qui», ha detto Zandonella. Starà ora alla Fondazione valutare se iniziare a produrre dolci e panini per farne concrete operazioni di marketing. Nell’ambito del progetto non vanno dimenticati alcuni degli allievi iscritti al secondo anno della Csia, i quali si sono occupati di realizzare particolari ed eleganti imballaggi volti ad ospitare i dolci. Entrambi i gruppi di allievi sono stati assistiti dalla consulente aziendale Monica Rush, esperta del design del gusto e convinta dalla necessità dell’aspetto emozionale per riuscire a comunicare attraverso il proprio piatto.
Emozione che è stata ben visibile fra i presenti al ricordo del compianto Carlo Bertinelli, fondatore e presidente onorario della Fondazione scomparso un anno fa. «Ha lasciato un grande vuoto», ha detto Guidotti, ricordando come Bertinelli fosse «pieno di idee». La più brillante quella del ponte tibetano, per la cui realizzazione si impegnò a fondo e in maniera costante. Tiziano Pedrazzoli, membro del consiglio della Fondazione, dopo aver sottolineato l’importanza della collaborazione con il Cpc di Trevano, ha ricordato con affetto «quella mattina in cui insieme a Carlo, dopo alcuni tentativi falliti trovammo il luogo adatto per la posa delle estremità del ponte». Mauro Minotti, capo del Dicastero finanze, economia e sport, a nome del Municipio ha ribadito la convinzione sul potenziale della zona. «Senza sminuire i castelli, c’è quasi più gente che viene su questa montagna». Christa Rigozzi, cresciuta a Carasso e presente ieri in veste di madrina del progetto dopo esserla già stata per il ponte tibetano, ha elogiato gli apprendisti per i prodotti «autentici». «Avere un dolce collegato al ponte era il sogno di Carlo», ha aggiunto l’ex miss Svizzera. Nata nel 1998 con l’obiettivo di dare nuova vita al nucleo (ammontano a otto i milioni investiti da allora), la Fondazione, tuttora priva di un presidente, si riunirà a luglio per definire la nuova struttura del consiglio.