Secondo gli inquirenti il 34enne ha gestito il traffico di stupefacenti (circa 10 chili di cocaina e molto altro ancora) col macedone condannato un mese fa
Due capi attivi soprattutto nel Bellinzonese, Valle di Blenio e Locarnese; e sei spacciatori che coprivano l'intero Ticino per soddisfare le richieste di 50 acquirenti. Sono le cifre principali dell'inchiesta antidroga di cui ha dato notizia oggi il Ministero pubblico. Ai vertici della piramide – come appreso dalla 'Regione' – spiccano due persone note alle cronache giudiziarie nostrane: da una parte Daniel Binzoni, il 34enne del Bellinzonese già condannato a 8 anni per l'omicidio di un anziano nell'area di sosta al Monte Ceneri nell'estate 2009; dall'altra il 53enne macedone condannato lo scorso 18 aprile a due anni e nella cui abitazione di Lottigna in Val di Blenio la polizia ha scoperto l'anno scorso svariate decine di chilogrammi di stupefacenti, fra cui un quintale di hashish.
Binzoni, riarrestato un anno fa dopo essere uscito di prigione nel 2016, era tornato sotto i riflettori della polizia a seguito del decesso di un consumatore per overdose di cocaina e farmaci a Sementina. Gli inquirenti erano giunti a lui esaminando i contatti telefonici della vittima; per contro il suo legale aveva allora fatto sapere ai media che il proprio assistito respingeva le accuse. Un anno dopo, Binzoni è ancora in carcere e non ha spiegato a polizia e Procura da dove provenisse lo stupefacente (probabilmente dall'Italia). Al macedone gli inquirenti dell'antidroga erano giunti, ricordiamo, dopo un controllo radar: successive verifiche hanno evidenziato i suoi frequenti contatti con Binzoni. Da lì l'importante lavoro investigativo. Esito: la ricostruzione di un traffico di circa 10 chili di cocaina messo in atto fra il 2017 e il 2019 nel Bellinzonese ma anche in altre regioni del Ticino e nei Grigioni. Complessivamente – soprattuto nell'abitazione del macedone, ma anche in quelle degli spacciatori – sono stati sequestrati circa 240 grammi di cocaina, 100 chili di hashish, 9 chili di marijuana, 280 piantine di cannabis e circa 200'000 franchi. Sono inoltre stati sequestrati diversi cellulari e alcune armi. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore generale Nicola Respini, coadiuvato dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, che un mese fa ha appunto portato in tribunale il macedone ottenendone la condanna. «Si stava preparando a inserirsi nel mondo del narcotraffcio in modo imprenditoriale», ha annotato la giudice Manuela Frequin Taminelli leggendo il dispositivo di sentenza. Alcune fasi dell'attività investigativa hanno richiesto la collaborazione della Polizia cantonale retica, della Polizia della Città di Locarno, della Polizia intercomunale del Piano e della Polizia intercomunale del Vedeggio. Quanto a Binzoni, nella primavera 2012 la Corte di appello e revisione penale aveva confermato la colpevolezza (dopo il suo ricorso) portando da 9 a o 8 gli anni di reclusione inflittigli dal Tribunale penale cantonale per omicidio intenzionale con dolo eventuale. Quella sera del 22 agosto di dieci anni fa l'allora 24enne di Claro aveva colpito a morte un 81enne del Bellinzonese – dapprima con una gomitata e poi con due calci quando l'anziano era a terra – che gli aveva fatto delle avance di tipo sessuale.