Il Consiglio della magistratura parla di un anno di arretrati. Walser: ‘Mancanza di personale, ma pure problemi di gestione'
“Il funzionamento della Pretura di Riviera è critico, sia sotto il profilo giurisdizionale, sia gestionale”. Il Consiglio della magistratura lo scrive in grassetto nel proprio rapporto annuale, ed espone la necessità di “interventi più incisivi” per risolvere una situazione che già nel 2016 – come messo in luce nel resoconto – aveva iniziato a preoccupare l’organo preposto a vigilare sul funzionamento dell’apparato giudiziario ticinese. Nell’ufficio con sede a Biasca, si legge nel dossier, “il numero delle giacenze rapportato al numero di incarti aperti e al numero di incarti evasi nel 2018 corrisponde a circa un anno di lavoro”. Un anno di arretrati è dunque il divario da colmare. “Preoccupante”, emerge dal rapporto, pure il livello delle giacenze nelle procedure ordinarie accumulate negli ultimi anni. «Sono proprio questi incarti che creano la maggior parte del lavoro», spiega da noi contattato il presidente del Consiglio della magistratura, Werner Walser. «Nel 2016 avevamo quindi proposto alla Pretura di dare priorità a smaltire questo tipo di incarti, adottando un metodo di lavoro più equilibrato fra questi e la cause trattate in procedura semplificata e sommaria». Nei successivi due anni si è però «constatato che non vi sono stati risultati apprezzabili». Sempre dal rapporto emergono perplessità riguardo ai dati forniti dalla Pretura sulla propria attività. In particolare sul numero di incarti riportati dal 2017 al 2018. Il Consiglio della magistratura ha infatti accertato che le procedure in sospeso risultavano 111 in più rispetto alle 344 comunicate dal magistrato. “Pur ammettendo un margine d’errore – si legge a tal proposito nel rapporto –, una differenza di quest’importanza indizia problemi di gestione, controllo e movimentazione degli incarti, e quindi dell’attività giurisdizionale”. «Malgrado il numero delle cause entrate nel 2018 da trattare in procedura ordinaria non sia stato stratosferico (4 su 445 nuovi incarti nel 2018, 2 rispettivamente 126 in meno rispetto al 2017, ndr), dalla Pretura di Riviera non ne escono a sufficienza per ridurre le giacenze. Il problema – continua Walser – è che più aumenta il numero di giacenze di queste procedure, più aumenta la mole di lavoro da recuperare».
A Biasca sono attualmente impiegate tre persone: un pretore, un segretario assessore e una segretaria. «Non siamo allo stadio di aprire procedimenti disciplinari – precisa Walser –. Ma di adottare provvedimenti per dare un nuovo assetto organizzativo alla Pretura. Per uscire da questa situazione, è infatti necessario stabilire priorità e porre obiettivi per cercare di smaltire per intero il lavoro accumulato». Inizialmente si dovrà venire a capo dei problemi di natura amministrativa tramite un aumento provvisorio del personale. Una volta recuperati gli arretrati, il Consiglio farà poi le proprie valutazioni per capire se l’ufficio necessiti effettivamente ulteriori forze oltre a maggiore organizzazione interna. «Uno dei problemi che ha portato a questa situazione è sicuramente il continuo ‘turnover’ del personale. Se un componente del personale del segretariato termina il suo impiego, chi lo sostituirà necessiterà di tempo per impratichirsi. In alcuni casi non è inoltre possibile trovare un sostituito nell’immediato. E ciò crea un accumulo di ritardi nell’evasione di questioni puramente amministrative. Ma, come scritto nel rapporto, il problema non è solo legato alla quantità del personale, ma è pure gestionale». Una delle domande che ci si potrebbe porre è: come mai questo viavai di personale? «Forse a qualcuno non piace la Pretura di Biasca, oppure a causa di situazioni di incompatibilità».