Ticino

‘Tribunale penale, carico di lavoro preoccupante’

Il Consiglio della magistratura sull'attività 2018 delle autorità giudiziarie ticinesi. L’Ufficio dei gpc: un giudice in meno, ma più competenze

25 aprile 2019
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Il 2018 del Tribunale penale cantonale? “Per il quarto anno di fila” il Tpc “è stato confrontato con un carico di lavoro notevolmente aumentato”. Una situazione che “desta preoccupazione”. Così scrive il Consiglio della magistratura. Le parole dell’organo che vigila sul funzionamento dell’apparato giudiziario sono contenute nel rapporto, pubblicato di recente, concernente l’attività svolta l’anno passato dalla magistratura ticinese. Una situazione, quella del Tpc, evidenziata anche da Mauro Mini, presidente del Tribunale d’appello, del quale il Tribunale penale è una delle tre sezioni, quando alcuni giorni fa ha dichiarato alla ‘Regione’ che «il quinto giudice, che spero possa arrivare nel corso del 2019, è necessario per evitare le prescrizioni». Un magistrato in più al Tpc, oggi composto di quattro giudici, è infatti ciò che prospetta il Dipartimento istituzioni. Il potenziamento permetterebbe di scongiurare anche, ha continuato Mini, «il rischio di una demotivazione in chi conduce le inchieste». Ovvero in procuratori pubblici e poliziotti. I quali confidano nello sbocco processuale in tempi ragionevolmente brevi delle loro indagini.

Tribunale di primo grado, le cui Corti delle Assise correzionali e delle Assise criminali giudicano le persone imputate di reati penali, il Tpc nel 2018 ha aperto, si legge nel rendiconto, “un numero ancora maggiore – più 31, pari a un più 12 per cento – di nuovi incarti, raggiungendo quota 284”. Il dato, sottolinea il Consiglio della magistratura, “è chiaramente superiore alla media (185,5 entrate) con gli anni precedenti”. Sono però “superiori alla media calcolata sul medesimo periodo anche gli incarti chiusi”, rileva il Consiglio. Le giacenze restano tuttavia “elevate”. Insomma, il lavoro non manca di certo al Tribunale penale.

Ed è anche per contenere gli arretrati che il Dipartimento istituzioni, tramite la Divisione della giustizia, propone di incrementare l’organico dei giudici del Tpc con un magistrato in più. La misura rientra in un (primo?) pacchetto di rinforzi destinati alla giustizia penale – l’altra è l’attribuzione di un procuratore ordinario al Ministero pubblico per le inchieste sugli illeciti finanziari (dunque da ventuno a ventidue pp, procuratore generale incluso) – che il direttore del Dipartimento Norman Gobbi conta di sottoporre all’approvazione dei colleghi di governo agli inizi di giugno. Nel suo rapporto il Consiglio della magistratura parla di “segnale positivo”, anche se non si sa ancora “se e quando i rinforzi in magistrati saranno a disposizione degli uffici interessati”. Se il Consiglio di Stato darà luce verde, spetterà poi al parlamento pronunciarsi, inizialmente attraverso la sua nuova ‘Commissione giustizia e diritti’. Vedremo.

Altre situazioni critiche: Pretura penale e Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi

Restando nel campo della giustizia penale, il Consiglio della magistratura ritiene che vada rafforzato l’organico di un altro ufficio giudiziario: la Pretura penale. Che andrebbe potenziata “con almeno un magistrato a tempo pieno, così da tenere conto anche del carico di lavoro (e di arretrati) cui è sottoposta già da anni”, si afferma nel ‘Rapporto 2018 del Consiglio della magistratura e delle autorità giudiziarie’. Un carico di lavoro, prosegue il Consiglio, che “raggiunge livelli ben superiori rispetto alle previsioni fatte al momento dell’istituzione di questo ufficio giudiziario”, competente a deliberare fra l’altro sulle opposizioni ai decreti d’accusa stilati dalla Procura. Rimane poi critica, secondo il Consiglio della magistratura, la situazione all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi (gpc), dopo il taglio di un’unità – da quattro a tre magistrati – deciso nel 2016 per motivi di risparmio da governo e Gran Consiglio, con l’avallo l’anno seguente del voto popolare. Annota l’Ufficio dei gpc nel rendiconto: “A fronte della riduzione dell’organico, questo Ufficio si vede invece regolarmente attribuire nuove competenze, anche molto delicate (...), con conseguente aumento del carico di lavoro, sia per quanto concerne le decisioni in materia di libertà previste dal Codice di procedura penale, sia per quelle in materia di esecuzione pena”.