Bellinzonese

Troppi ratti, in Città scattano le trappole

In corso l’azione di disinfestazione lanciata dalla Città. Una decina le scatole contenenti esche velenose posate nel centro storico, in zona Semine e Prato Carasso-Golena

4 maggio 2019
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Dev’essere che a Bellinzona quel pifferaio magico che con la sua musica riusciva a incantare i ratti, inducendoli ad annegare nel fiume, è scomparso da un po’. Fatto sta che, nella realtà, la popolazione di roditori è in aumento, a tal punto che si è resa necessaria un’azione di disinfestazione. «Niente di allarmante, non siamo invasi dai ratti», tiene a precisare il capodicastero Opere pubbliche e ambiente (Dop) della Città Christian Paglia. Da un paio di mesi nelle zone più critiche sono state installate diverse decine di esche.

Si tratta delle Semine, del centro storico – soprattutto tra piazza Nosetto e Collegiata, dove ce ne sono diverse – e di Prato Carasso-Golena. In quest’ultima, recentemente è stata rilevata un’aumentata presenza di ratti anche da parte della popolazione che ha puntualmente segnalato il problema. «L’intento non è di sterminare i roditori ma di tenere sotto controllo la situazione, evitando che la popolazione di ratti cresca a dismisura», evidenzia Paglia. Le ‘trappole’ non sono pericolose per l’uomo, si presentano infatti come delle piccole scatole sulle quali è apposta un’etichetta che invita a non spostarle. All’interno contengono un apposito mangime che attira il ratto, il quale entra, mangia, esce dalla scatola e muore entro una settimana. «Ci è stato spiegato che i ratti sono piuttosto furbi e se dovessero morire subito, altri ratti potrebbero accorgersene e non entrerebbero a mangiare nella scatola: è questo il motivo per cui il mangime fa effetto in un secondo momento», ci spiega a sua volta il capo del Dop. Il cibo si trova al centro, non è quindi possibile – pensiamo a un ipotetico bambino curioso – infilare una mano nella fessura e riuscire a toccare il mangime. Le scatole sono state fornite al Dop da una ditta specializzata che rispetta le direttive degli uffici competenti in ambito di protezione animali per attività di disinfestazione.

Provocati danni all’asfalto

I ratti hanno causato anche dei danni: «Sotto l’asfalto talvolta rovinano alcune parti dei bordi delle strade che si fessurano e cedono. Non sono danni gravi, ma abbiamo notato in più punti e diverse volte che quando viene rimosso l’asfalto e si presenta questo tipo di problema, vengono trovati anche dei topi», rileva Paglia. Il Dop si è reso conto di questa presenza anche nell’ambito delle diverse ispezioni svolte recentemente per la pulizia e la mappatura delle canalizzazioni cittadine, nonché durante gli scavi per i lavori di rifacimento delle strade.

Questione di igiene e decoro

Le ‘trappole’ rimarranno circa tre anni per tenere sotto controllo la situazione nel tempo. Ogni mese circa verranno aperte per inserirvi il mangime nuovo. Ogni anno verrà stilato un bilancio con gli esperti per valutare l’evolversi della situazione e stabilire quanto cibo mettere nelle esche, in modo da regolare l’azione disinfestante a seconda del bisogno. Non sempre infatti tutte le scatole saranno piene di mangime, ma dipenderà dall’evoluzione della popolazione dei ratti. L’azione intende contenere il numero di questi animali che, come è risaputo sono anche poco igienici e portatori di gravi malattie. L’operazione – che comprende la posa delle scatole, il lavoro di manutenzione, di verifica e i rapporti – si aggira attorno ai 30mila franchi all’anno.