Bellinzonese

Stop forzato al cantiere per i cassonetti in piazza Collegiata

Lo ha ordinato la Pretura a seguito di un’istanza supercautelare inoltrata dalla Società bancaria, rivoltasi anche al Consiglio di Stato

Ti-Press/Crinari
1 dicembre 2018
|

Cantiere fermo fino a nuovo avviso. Succede nel salotto buono di Bellinzona, in piazza Collegiata, dove il 14 novembre la Città ha avviato lo scavo per la posa di container interrati per i sacchi rossi dei rifiuti solidi urbani. Poi, a seguito dell’istanza supercautelare inoltrata due giorni dopo dalla Società bancaria ticinese e subito accolta dalla Pretura civile di Bellinzona, i lavori sono stati sospesi. La società proprietaria dello stabile affacciato sulla piazza – che comprende sia la parte più recente con la sede dell’istituto bancario, sia la parte adiacente secentesca – si oppone alla posa dei cassonetti interrati a causa dell’impatto negativo che avrebbero sul centro storico e sull’edificio, un bene protetto a livello cantonale. «Oltre alle immissioni moleste, la facciata dello stabile verrebbe svilita e deprezzata. Non eravamo stati informati di nulla e non appena è iniziato lo scavo abbiamo chiesto di fermare i lavori per verificare che la posa fosse lecita», spiega alla ‘Regione’ l’avvocata della Società bancaria Camilla Molo, dello studio bellinzonese Molo Avvocati. Come sottolinea la legale, la società chiede che la piazza – «particolarmente apprezzata dai bellinzonesi e da molti turisti» – non si tocchi e che venga valutata la posa in una zona limitrofa, anche se ciò significa percorrere qualche metro in più per buttare la spazzatura. Come riferito sull’edizione del 29 novembre, l’ubicazione in piazza Collegiata è stata definita dopo che una prima proposta era stata bocciata dall’Ufficio dei beni culturali (Ubc) ritenendo la postazione troppo vicina alla chiesa. Non si è valutata la presenza di altri beni protetti nella nuova proposta? La capoufficio Simonetta Biaggio-Simona risponde che il Servizio monumenti ha deciso di rilasciare un preavviso favorevole dopo aver discusso con il Municipio delle esigenze funzionali e operative della Città. «In generale installare dei cassonetti nel centro storico è problematico e l’ideale sarebbe non farlo – spiega Biaggio-Simona –. Però non sono esteticamente belli nemmeno i sacchi posati a terra. Abbiamo trovato un compromesso puntando sull’ubicazione meno penalizzante».

‘Bisogna fare una domanda edilizia’

Oltre all’istanza in Pretura, pochi giorni fa la Bancaria ha inviato anche un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Consiglio comunale di Bellinzona che il 30 gennaio 2017 dava il via libera alla posa dei contenitori in centro, accettando peraltro un emendamento della Commissione dell’edilizia che chiedeva di prevederne anche in piazza Collegiata (ipotesi non inclusa nel progetto iniziale elaborato dal Municipio). In occasione di quel voto il legislativo ha deciso di applicare la Legge sulle strade, ovvero una procedura che prevede la pubblicazione all’albo e sul Foglio ufficiale ma non una comunicazione ai residenti nelle zone limitrofe ai cassonetti. Legge che – come sottolineano i legali dello studio Molo nel ricorso – non è deputata ad autorizzare la formazione di centri di raccolta rifiuti. Viene citato l’esempio di Lugano e di altri cantoni, dove la soluzione dei cassonetti interrati è stata implementata dopo aver pubblicato la domanda di costruzione. L’assenza di tale procedura e di conseguenza il mancato avviso diretto, ricordiamo, è stata fonte di malumore anche per un commerciante di via Dogana. Per la Società bancaria la scelta del Comune di seguire l’altro iter è stata un escamotage adottato per evitare una procedura di autorizzazione che rischiava di suscitare opposizioni.
Nel ricorso, la società si appella anche alla violazione del diritto di essere sentiti: prima dell’avvio del cantiere – viene fatto notare dai legali – non sono stati effettuati il picchettamento e la modinatura dell’opera come previsto dalla legge. La richiesta dei ricorrenti nei confronti del governo è di mantenere in stand by il cantiere finché il ricorso non venga evaso e che nel frattempo lo scavo venga riempito. Da noi contattato, il Municipio spiega che sta valutando come procedere e rimane in attesa di una decisione giudiziaria. Intanto lo scavo è stato messo in sicurezza.