Un lungo e dettagliato comunicato delle Ferrovie sul futuro dell'impianto di manutenzione
“Nel corso degli ultimi mesi il progetto del nuovo stabilimento industriale Ffs in Ticino è stato oggetto di numerosi articoli e interventi sulle testate cantonali. Con questo scritto le Ffs desiderano fare chiarezza e fornire tutte le informazioni necessarie all’opinione pubblica.“ Inizia così un lungo comunicato diramato poco fa dalle Ferrovie federali svizzera in merito al trasloco delle sue 'Officine' da Bellinzona. Uno spostamento che molti contestano in quanto tale, ritenendo che le Officine debbano restare dove sono, e che altri preferirebbero con destinazione l'area ex Monteforno di Bodio-Giornico e non la periferia nord della Città . Ma vediamo quali sono le argomentazioni delle Ffs.
La premessa delle Ffs è che “trasferire le attività delle attuali Officine in un nuovo stabilimento tecnologicamente all’avanguardia è una necessità dalla quale non si può prescindere. Questo per motivi tecnici basilari. A partire dalla metà del 2019 sull’asse Nord-Sud circoleranno i nuovi treni Giruno, la cui manutenzione è prevista in Ticino. Nell’attuale stabilimento non è possibile adattare i processi alle nuove necessità della manutenzione. L’esempio Giruno è in questo senso molto chiaro. I nuovi treni misureranno infatti 202 m di lunghezza. Le attuali Officine hanno un unico binario adatto a questa lunghezza (220m); questo binario non è predisposto per la manutenzione leggera. Con l’entrata di un solo Giruno, tutta l’Officina rimarrebbe bloccata completamente, cosa assolutamente impensabile. A causa dell’alta frequenza per la manutenzione leggera dei modelli Flirt (convogli del traffico regionale) non sarebbe possibile combinare le attività di manutenzione pesante e leggera sul sedime attuale. La stazione di Bellinzona risulterebbe quindi, dal punto di vista della tecnica ferroviaria, parzialmente bloccata, ciò che pure non è accettabile per il buon funzionamento della rete ferroviaria“.
Considerate le tempistiche della messa in servizio dei Giruno – proseguono le Ffs – risulta quanto mai urgente iniziare la pianificazione di questo nuovo comparto industriale e garantirne al contempo il finanziamento. Questa cosiddetta finestra di opportunità, alla quale si riferiva Andreas Meyer affermando il 2 agosto in Ticino che "Se discutiamo troppo a lungo a proposito di quale area utilizzare, a un certo punto le Ffs dovranno valutare altre possibilità, se non possiamo trovarla in Ticino”, va quindi presa seriamente in considerazione. Per le Ffs è importante che tutto il processo democratico legato al finanziamento del nuovo stabilimento sia concluso entro giugno 2019. Da quel momento le attività di progettazione devono essere intensificate per arrivare all’obiettivo imperativo della messa in esercizio in gennaio del 2026.
In risposta a quanto scritto sabato 6 ottobre dalla 'Regione', le Ferrorie oggi si pongono da sole la domanda "Le Ffs hanno già valutato soluzioni alternative a Castione-Arbedo?" e si danno la risposta dicendo: “No. Quanto affermato su un quotidiano negli scorsi giorni non corrisponde al vero ed è disinformazione allo stato puro; le Fffs non hanno sondato alcun tipo di alternativa a Castione-Arbedo, sedime che, ad oggi, resta l’unica opzione concreta e valida".
Nota della redazione: la 'Regione' non ha pubblicato quanto le Ffs sostengono oggi, e cioè che le Ffs "hanno già valutato altre soluzioni". La 'Regione' ha invece fedelmente riportato quanto scritto nell'opposizione dell'avvocato Franco Gianoni, patrocinatore di 4 ditte di Castione. Avvocato che cita a sua volta, con tanto di virgolette, i documenti Ffs posti in consultazione e sottoposti in giugno all'Ufficio federale dei trasporti, e cioè che "le Ffs stanno comunque valutando ancora ulteriori ubicazioni". Frase, questa, che l'avvocato Gianoni spiega essere stampata a pagina 2 della Motivazione di Richiesta inviata dalle Ferrovie all'Uft. Va tuttavia specificato – ricordano oggi le Ferrovie – che nella Motivazione le FFs spiegano chiaramente che la frase citata dall'avvocato è da attribuire alla fase precedente, essendo contenuta nella dichiarazione d'intenti firmata l'11 dicembre 2017 da Ffs, Cantone e Città quando Castione non era ancora stato confermato (la decisione è giunta nei primi mesi del 2018) e altre ubicazioni erano al vaglio. Dal canto suo l'avvocato Gianoni – interpellato oggi dalla 'Regione' – ribadisce i propri dubbi: «Da nessuna parte, nella documentazione sottoposta all'Uft, è scritto chiaramente che le Ffs abbiano rinunciato a cercare altre ubicazioni. Perciò, ascoltate e lette le dichiarazioni di Meyer di agosto, dubito che vi abbiano realmente rinunciato».
L’investimento previsto per il nuovo stabilimento industriale è di 360 milioni di franchi. Le Ffs prevedono di coprire con mezzi propri la metà della somma. Il resto è così quantificato: "Contributo di Cantone e Città di 120 MCHF (da confermare) Contributo della Confederazione nell’ambito dei contributi per le infrastrutture ferroviarie e altre politiche di sviluppo economico 60 MCHF (da confermare). Quale controprestazione a Cantone e Città, Ffs SA cederà loro in proprietà: superfici per un totale di ca. 45'000 m2, comprensive dell’edificio tutelato denominato “Cattedrale”
le superfici esterne di uso pubblico quali ad esempio strade, piazze e percorsi pedonali, stimate in 10’000-15'000 m2, delle superfici destinate alle Ffs“.
Nel nuovo stabilimento andrà curata la manutenzione dei treni 49 Flirt del traffico regionale e della flotta per la lunga percorrenza composta dai futuri 29 Giruno e dai 15 Etr 610 (questi ultimo solo per la manutenzione pesante, Flirt e Giruno anche la manutenzione leggera).
“Per le Ffs è importante che tutto il processo democratico legato al finanziamento del nuovo stabilimento sia concluso entro giugno 2019. Da quel momento le attività di progettazione devono essere intensificate per arrivare all’obiettivo imperativo della messa in esercizio in gennaio del 2026“.
“Sono state prese in esame 7 possibili “nuova località”; grazie a questa verifica sono state identificate 3 possibili localizzazioni: Castione-Arbedo, Bodio e Lodrino. Idealmente la posizione idonea, per una produzione ottimale per un centro di manutenzione di una specifica flotta, si posiziona ad un’estremità della linea di utilizzo. Considerando il triangolo base del traffico Tilo (Castione-) Bellinzona-Locarno-Lugano(-Mendrisio) previsto dal 2026, si evince che un posizionamento centrale in questo triangolo non sarebbe stato più confacente alle esigenze rispetto ad uno esterno (per esempio Camorino/Giubiasco). Un allontanamento da uno dei vertici del triangolo implica maggiori costi di produzione.A queste considerazioni puramente aziendali vanno aggiunte le ponderazioni esplicate pure a livello ambientale e socio-economico, le quali hanno portato in ogni caso alla scelta della variante più idonea (Castione-Arbedo), ciò comunque considerando lo sviluppo dell’offerta Cargo e Passeggeri sull’asse Nord-Sud a partire dal dicembre 2020, con la messa in esercizio della galleria di base del Monte Ceneri.
In conclusione, la raggiungibilità e l’operatività di Bodio rispettivamente Lodrino è risultata nettamente inferiore rispetto a quella di Castione-Arbedo, la quale è preferibile sotto tutti gli aspetti produttivi, sia dal punto di vista delle tracce a disposizione sia per i tempi di percorrenza necessari ai collegamenti ed i relativi costi di produzione“.
Tempi di percorrenza e costi
I tempi di percorrenza delle composizioni da Chiasso e da Melide per Castione, Osogna (Lodrino) e Bodio sono indicati qui di seguito dalle Ffs:
Chiasso-Castione 86 minuti
Chiasso-Osogna (Lodrino) 96 minuti
Chiasso-Bodio 116 minuti
Melide-Castione 44 minuti
Melide-Osogna (Lodrino) 54 minuti
Melide-Bodio 74 minuti
A Castione-Arbedo vi sono circa 78’515 m2 di superficie avvicendamento culture (SAC) che andranno sacrificati per il nuovo stabilimento; questa superficie sarà compensata? Le Ffs sono consapevoli della situazione e non sottovalutano la problematica. Le FFS stanno analizzando delle soluzioni e collaborano strettamente, per questo importante punto, con il Cantone e con l’UFT.
Le Ffs escludono licenziamenti e prevedono circa circa 200-230 posti di lavoro nel nuovo impianto, compreso il personale di produzione e amministrativo