Bellinzonese

Teleriscaldamento troppo caro? 'Non risulta'

Un privato e alcuni contadini del Piano chiedono riduzioni. La risposta del direttore di Teris Andrea Fabiano interpellato dalla 'Regione'

tipress
10 aprile 2018
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Le fatture di Teris, la società giubiaschese che dall’autunno 2012 distribuisce nel Bellinzonese il calore generato dall’inceneritore dei rifiuti, suscitano perplessità in alcuni clienti che in varie forme negli ultimi tempi hanno fatto presente il problema. Il consigliere comunale Tuto Rossi, ad esempio, il 4 aprile ha lanciato su Facebook un appello ponendo l’interrogativo “Ecologia a prezzi speculativi?” e chiedendo se la propria impressione sia condivisa da altri utenti. Poche e vaghe, invero, le risposte. Il primo ad allacciarsi, ricordiamo, nell’estate di sei anni fa era stato Claudio Cattori, titolare a Giubiasco dell’azienda agricola Agrotomato. La sua – rammenta interpellato dalla ‘Regione’ – era stata una decisione dettata soprattutto dalla volontà di ridurre l’impatto della propria attività sull’ambiente: «Lo rifarei, non da ultimo perché la tecnologia utilizzata e l’assistenza prestata da Teris sono all’avanguardia. Peccato che...». Il riferimento è tutto per la bolletta: «L’impressione non è solo mia, ma è condivisa da altri orticoltori pure allacciatisi successivamente al teleriscaldamento. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso di andare alla fonte, per verificare si vi sia una disponibilità a entrare in materia. È passato un po’ di tempo dal nostro appello informale, ma vedo che Teris fatica a rispondere. Siamo comunque fiduciosi». Sul ‘quantum’ Cattori preferisce non esporre troppe cifre, ma sostiene che s’immaginava di poter risparmiare, rispetto al gas propano liquido (gpl), almeno la tassa base annua: «Anche perché in questo periodo meno freddo, riscaldiamo le serre con l’acqua tiepida di ritorno dai centri commerciali di Sant’Antonino, dove ha già rilasciato il primo calore prodotto dal termovalorizzatore». A ogni modo, «ora che il prezzo del petrolio è tornato sopra i 60 dollari al barile, essere allacciati a Teris ci fa risparmiare qualcosa, al contrario degli ultimi anni».

Dal canto suo Tuto Rossi spiega di aver investito una cifra importante per allacciare la propria abitazione, peraltro assumendosi il costo di un tratto stradale trovandosi la condotta principale a diversi metri di distanza: “Dopo un anno però mi rendo conto che il costo dell’energia è troppo caro; il doppio di prima”, scrive: “Secondo me bisognerebbe convincere i tecnici di Teris a venire incontro a chi fa scelte ecologiche; se ci sono utenti che stanno facendo la stessa esperienza, potremmo chiedere un colloquio assieme”. Guardando di fino la situazione con la redazione, Rossi ammette che sul lungo termine l’allacciamento a Teris consente di non doversi più accollare oneri di manutenzione e sostituzione del vecchio impianto (caldaia, tank, controllo fumi, pulizia ecc.), «ma ciò nonostante la spesa in più, rispetto a prima, è attualmente di circa il 30%. Sono quindi dell’opinione che la questione vada sollevata e che Teris debba accettare di discuterne». Questo sebbene Tuto Rossi fosse stato avvisato: «In effetti, prima di sottoscrivere il contratto ho chiesto una consulenza specialistica a una società ticinese. L’indicazione ricevuta è che non ci avrei guadagnato. C’è però una differenza fra il non guadagnarci e lo spendere molto di più». Da noi interpellata, una ditta cittadina di medie dimensioni, che fino al 2015 si affidava all’olio da riscaldamento con un impianto ormai vetusto, ha accettato di esporre le proprie cifre: nel biennio 2016 e ’17 la fattura annua con Teris si è situata a circa 25’000 franchi; per contro, la media fra il 2010 e il 2015 ammontava a 30’500 franchi considerandone 23’000 di olio combustibile, 2’000 per costi vari (spazzacamino, tasse, controlli), 3’000 per la manutenzione (contratto annuo e interventi vari) nonché 2’500 di accantonamento per la sostituzione del bruciatore ogni tot decenni. Da notare inoltre la comodità di non dover più interpellare una o due volte all’anno i vari fornitori d’olio in cerca di quello più a buon mercato; senza contare che eliminando bruciatore e tank dalla cantina sono stati ricavati nuovi spazi.

Costi saliti di un terzo per il singolo utente? Un risparmio troppo poco marcato per le aziende agricole del Piano? Cifre alla mano, il direttore di Teris Sa Andrea Fabiano, interpellato dalla ‘Regione’, rinvia le suggestioni ai mittenti. Cominciamo da Tuto Rossi, secondo cui quella di Teris sarebbe una politica dei prezzi speculativa. Andrea Fabiano, dopo aver raffrontato le cifre del 2017 (prezzo nafta sommato alle spese annuali varie per manutenzione, controlli, pulizia, tasse ecc.), giunge a una conclusione opposta, e cioè che il passaggio al teleriscaldamento – tramite contratto ventennale a tariffa fissa – genera di regola per l’abitazione privata dei costi in realtà inferiori del 20-25%, senza considerare l’investimento iniziale relativo all’allacciamento. Questo calcolo considera inoltre se in precedenza l’acqua sanitaria veniva riscaldata da boiler elettrici, mentre oggi avviene grazie al teleriscaldamento di Teris. Riduzione analoga, sebbene meno marcata, per le aziende agricole: il direttore di Teris analizzando il costo 2017 del gas propano liquido (gpl) precedentemente utilizzato per riscaldare le serre giunge alla conclusione che vi sia stata una riduzione del 12-15%. Ciò considerato, Andrea Fabiano ritiene che il vantaggio, oltre che ambientale, sia anche economico per ciascun cliente. Dal profilo ambientale, ricordiamo, a pieno regime il teleriscaldamento eviterà la combustione nella regione di 4,75 milioni di litri di gasolio all’anno, corrispondenti a 12’700 tonnellate di CO2. È come se ad abbandonare la nafta fossero 2’500 abitazioni monofamiliari. La rete di tubature (previsti in tutto 20 chilometri) sarà completata entro l’anno prossimo con l’ultimo chilometro mancante a nord di piazza del Sole. Una quarantina ancora gli stabili da allacciare: l’ultimo, di recente, è stato quello di BancaStato; in precedenza era toccato a Liceo, Scuola cantonale di commercio e ospedale San Giovanni. Anche la nuova sede dell’Irb sarà riscaldata da Teris. Attualmente il calore viene distribuito per il 36% alle serre, per il 32% a stabili con uffici, per il 18% a industrie e commerci e per il 14% ad abitazioni.