Bellinzonese

Il Sisa sul docente del liceo indagato: 'Falla nei meccanismi di segnalazione'

La proposta: uno sportello aperto a studenti ed apprendisti che permetta di riportare abusi e molestie

19 gennaio 2018
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Il Sindacato degli studenti e degli apprendisti (Sisa) non è sin qui intervenuto pubblicamente nel dibattito sull’insegnante del Liceo di Bellinzona posto sotto inchiesta amministrativa dal Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) per reiterati atteggiamenti impropri nei confronti di allievi/e e battute sessiste. Zeno Casella, coordinatore del Sisa, interpellato dalla ‘Regione’ spiega che il sindacato sta seguendo da vicino la vicenda, della quale era già al corrente prima di Natale, «ma nella quale non siamo intervenuti in ragione dello stadio già piuttosto avanzato della segnalazione e dell’inchiesta». Quanto alle successive evoluzioni, «siamo rimasti allibiti dalla risposta del docente interessato riportata dai media», anticipata mercoledì pomeriggio dalla ‘Regione’ online: «Arrivare a ridurre a “satira” o “humour” delle affermazioni che come sappiamo si sono spinte fino a delle vere e proprie avance nei confronti di alcune studentesse ci sembra non solo incomprensibile, ma oserei dire disonesto».

Pur consapevoli che l’inchiesta è in corso e che alcuni studenti hanno manifestato solidarietà all’insegnante, «per noi è chiaro che nel caso specifico si sia passato il segno: a nostro modo di vedere, già dal momento in cui anche solo una studentessa o uno studente viva una situazione di disagio a causa del comportamento inappropriato di un docente, un intervento sarebbe giustificato. Figurarsi in caso di recidiva com’è accaduto a Bellinzona. In questo senso riteniamo che qualcosa nei meccanismi di segnalazione e di tutela degli studenti non sia andato per il verso giusto».

Presto un incontro col Decs

Si possono trarre insegnamenti da questa vicenda? «A nostro parere – spiega Zeno Casella – la vicenda dimostra la necessità di adottare nuovi strumenti di controllo e salvaguardia del benessere degli allievi. Quali ad esempio la nostra proposta, avanzata lo scorso novembre in occasione dello scandalo delle molestie ai danni di un apprendista alla Sezione forestale, di uno sportello in ogni scuola superiore per la segnalazione di abusi e molestie a danno di studenti e apprendisti». Suggerimento da dare al Decs? «Vista l’inefficacia dei provvedimenti adottati in passato dalla stessa direzione del Liceo, riteniamo che il sistema vada ripensato e rinforzato con l’introduzione di nuove figure professionali indipendenti che possano assicurare tutela e discrezione a chi vive situazioni di disagio nelle scuole ticinesi. Questa nostra proposta non si limita però ai casi di molestie in senso lato; mira a migliorare in senso più ampio le condizioni di studio dei giovani ticinesi, spesso vittime di pressioni e carichi di lavoro eccessivi, per denunciare i quali gli studenti non sanno a chi rivolgersi, come dimostrano altre testimonianze da noi raccolte».

Di fronte a ipotesi di un’accresciuta pressione sul corpo insegnante, non si rischia di sforare nella repressione? «La nostra proposta non è da intendersi come uno strumento di repressione dei docenti. Non vogliamo – assicura Casella – uno Stato di polizia permanente nei loro confronti. Al contrario, riteniamo che introducendo questo sportello si possa costituire un elemento di prevenzione delle situazioni problematiche, poiché la mediazione di una figura esterna potrebbe aiutare i docenti problematici da una parte a rendersi conto del disagio che le loro azioni o parole provocano negli studenti, dall’altra ad adeguarsi prima che il tutto sfoci in situazioni spiacevoli». Il titolare di questo sportello – auspica infine il Sisa – sarebbe poi chiamato a vigilare sull’operato di chi viene ammonito, incontrando regolarmente gli studenti e se del caso segnalando alle istanze superiori.
Quanto alla proposta fatta dal Sisa, il Decs dopo aver comunicato ai media la sua apertura in merito, ha chiesto al sindacato un incontro durante il quale discutere dei dettagli: «Si svolgerà nelle prossime settimane, verso inizio febbraio, dopodiché valuteremo se intraprendere altre azioni per sollecitare un intervento in questo ambito».

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