Sulle discussioni in corso tra Ffs, Cantone e Città di Bellinzona a proposito delle nuove Officine, l'Mps vuole vederci chiaro e inoltra al Municipio un'interrogazione firmata dalle consigliere comunali Angela Lepori Sergi e Monica Soldini. Ricordiamo che settimana scorsa abbiamo riferito che tra le ipotesi al vaglio si faceva strada anche la possibilità di realizzare il nuovo stabilimento industriale a Castione con un numero di dipendenti inferiore a quelli attuali. "I giornali hanno confermato, con l’appoggio di documenti interni, che l’offerta delle Ffs va in direzione di una nuova Officina con al massimo 150 posti di lavoro nella migliore delle ipotesi. Questo significa una diminuzione di più di due terzi (cioè circa il 70%) dei posti di lavoro oggi offerti dall’Officina e dalle strutture collegate (ad esempio manutenzione Tilo). La città di Bellinzona entra nella prospettiva di perdere non solo l’Officina ma anche centinaia di pregiati posti di lavoro", si legge nel testo dell'interrogazione.
Le due consigliere comunali Mps sottolineano di aver letto negli scorsi giorni che il Municipio di Bellinzona, tramite il sindaco Mario Branda e il municipale Simone Gianini, partecipano a un gruppo di lavoro nel quale si discute il futuro delle Ffs. "Il tutto, naturalmente, nel più stretto segreto e silenzio". Ricordano dunque che in segno di protesta per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti, i rappresentanti dei lavoratori delle Officine e le organizzazioni sindacali hanno rifiutato di fare parte di questo gruppo di lavoro. Quattro le domande definite urgenti poste in particolare per chiarire quale posizione difendono i due rappresentanti del Municipio in seno a questo gruppo di lavoro, per chiarire il mandato conferito e per sapere se abbiano rivendicato la necessità che le Ffs "rispettino gli accordi sottoscritti in materia di garanzie produttive e occupazionali". Viene pure chiesto se l'esecutivo non ritenga necessario coinvolgere nella discussione il Consiglio comunale bellinzonese.