Due notizie sugli attacchi di lupo di cui abbiamo riferito nelle scorse settimane in Leventina e in Mesolcina: le analisi genetiche hanno confermato che si tratta dello stesso predatore. Un unico lupo che le autorità hanno deciso di abbattere. Lo ha comunicato il Consiglio di Stato riferendo che le analisi genetiche, eseguite dal Laboratorio di biologia della conservazione dell’Università di Losanna, hanno stabilito che le recenti predazioni sul bestiame minuto sono da attribuire a un lupo maschio nome in codice M75, identificato per la prima volta in valle Bregaglia lo scorso 21 gennaio.
Considerato il superamento della soglia fissata dall’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (Ocp) e ritenuto che l’esemplare di lupo M75 è divenuto problematico, il Consiglio di Stato, alfine di prevenire ulteriori importanti danni agli allevatori di bestiame minuto, – sentito l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) e in accordo con il Cantone dei Grigioni – ha deciso di autorizzare l’abbattimento dell’esemplare di lupo M75. L’abbattimento potrà venire eseguito, si specifica, dai guardacaccia dell’Ufficio della caccia e della pesca all’interno di un perimetro comprendente i luoghi delle predazioni. L’autorizzazione ha una validità di 60 giorni.
Secondo l’art. 9bis dell’Ocp, i Cantoni rilasciano un’autorizzazione di abbattimento per singoli lupi, superata la soglia di 25 animali da reddito predati da un solo esemplare nell’arco di un mese. In base alla Strategia lupo svizzera emanata dall’Ufam, le valli Leventina e Mesolcina sono considerate come zona di presenza del lupo e di conseguenza da parte degli allevatori vanno adottate delle adeguate misure di protezione delle greggi, conformemente alle direttive federali. Sempre in ottemperanza all’art. 9bis Ocp, nel conteggio per il rilascio da parte del Cantone di un’autorizzazione d’abbattimento in zone di presenza del lupo possono essere contabilizzati unicamente i capi di bestiame minuto predati in una regione in cui sono state adottate le misure di protezione ragionevolmente esigibili.
Nel caso concreto, al lupo M75 sono da attribuire le seguenti predazioni su bestiame minuto:
- in data 21 gennaio in valle Bregaglia (Gr), dove ha predato un agnello in località Stampa;
- la notte del 25-26 gennaio in località Sorsello (Comune di Faido), dove ha predato tre agnelli;
- la notte del 28-29 gennaio in località Capinengo (Comune di Faido), dove ha predato dodici pecore e due agnelli;
- la notte del 5-6 febbraio a Cavagnago, dove ha predato una pecora e otto agnelli;
- la notte del 7-8 febbraio a Cama, in valle Mesolcina, dove ha predato 17 pecore.
Inoltre la notte del 17-18 febbraio 2017 a Trun (GR), dove ha verosimilmente predato sette pecore (non è ancora disponibile la prova genetica, ma le modalità di predazione sono compatibili con quelle del lupo M75).
L’art. 9bis OCP prevede che i danni verificatisi sul territorio di due o più Cantoni devono essere valutati in modo coordinato dai Cantoni interessati. Ecco che sulla base dei rapporti allestiti dai servizi cantonali competenti, le misure di protezione adottate dagli allevatori e presenti in occasione delle predazioni avvenute il 21 gennaio a Stampa (GR), il 28-29 gennaio a Capinengo (Comune di Faido) e il 7-8 febbraio a Cama (GR) sono da considerarsi adeguate. Pertanto conteggiando anche solo questi tre specifici eventi, gli esemplari di bestiame minuto computabili ammontano a 32 capi.
Nella foto l'esemplare catturato da una telecamera di videosorveglianza in Leventina e le carcasse degli animali predati a Cavagnago