«L’essere umano non è fatto per vivere isolato, separato dagli altri e chiuso nel proprio mondo». Il desiderio di condivisione e la convivenza umana sono i temi attorno a cui il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri ha incentrato l’omelia in occasione della tradizionale messa del 1° Agosto svoltasi sul passo del San Gottardo. Dinanzi a numerose persone accorse per l’evento nonostante il clima fresco e nebbioso, il vescovo ha da una parte sottolineato il richiamo della patria che «ci spinge fuori» a prendere parte a qualcosa di pubblico e a vivere un evento comune, indipendentemente dall’istinto individualista che solitamente tende a farci proteggere innanzitutto noi stessi e la nostra famiglia. "Non possiamo fare a meno dell'altro e , quanto più lo riconosciamo, tanto più cresciamo, non solo in umanità, ma anche in civiltà".
Dall’altra, l’omelia ha anche toccato un aspetto contraddittorio di tale condivisione. «Cerchiamo di lasciarci l’isolamento alle spalle, ma subito, trovandoci insieme, cominciamo a farci del male reciprocamente», ha continuato Monsignor Lazzeri. «Facciamo di tutto per guadagnarci uno spazio e tentiamo in ogni modo di dichiararlo esclusivamente nostro». Il vescovo Lazzeri ha inoltre spronato i presenti ad impegnarsi per il bene comune in questo nostro tempo che ha definito "tormentato e convulso". "Un discorso cristiano sulla civile convivenza umana non dovrebbe mai cominciare con il puntare il dito su quello che accade fuori, negli altri, nella società, nella nazione, nel mondo», ha detto. L'impegno di ognuno, ha continuato, dovrebbe iniziare da "una personale attenzione a non lasciarsi sedurre dalle ingannevoli dinamiche mondane, dagli idoli, dalle produzioni della nostra mente e delle nostre mani".
Alla messa ha preso parte anche il vescovo emerito Pier Giacomo Grampa. Era inoltre presente una cinquantina di richiedenti l'asilo provenienti da diverse nazioni e attualmente ospiti nel Canton Zurigo.