A tre anni dalla misura proposta dal Centro e decisa dal parlamento, il governo cambia: non più per tutti, ma solo per gli iscritti agli Urc in assistenza
L'estensione del sostegno ai disoccupati con più di 50 anni continuerà anche nel prossimo triennio, sebbene rimodulata. A deciderlo è il Consiglio di Stato, comunicandolo con il messaggio licenziato negli scorsi giorni dopo la sperimentazione della misura, approvata dal Gran Consiglio nel giugno 2021, che prevede un'estensione della durata dell'assegno di inserimento professionale fino a 18 mesi – rispetto ai 12 previsti dalla legge – per tutti i beneficiari di età uguale o superiore a 50 anni. Misura, questa, chiesta con un'iniziativa parlamentare elaborata del 2018 firmata da due esponenti del fu Ppd e ora Centro: il presidente Fiorenzo Dadò e l'allora deputato e ora consigliere nazionale Giorgio Fonio. L'invito al Gran Consiglio da parte del governo è quello di “dare continuità” a quanto previsto, rimodulando però – si diceva – “l'estensione del sussidio da 12 a 18 mesi al massimo per un pubblico più mirato, ovvero per i disoccupati over 50 a beneficio di prestazioni assistenziali iscritti agli Uffici regionali di collocamento”.
Questo assegno di inserimento professionale (Aip) è previsto dall'articolo 5 della Legge sul rilancio dell'occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc), ed è diretto a quelle aziende che assumono disoccupati residenti nel Cantone i quali “hanno esaurito il diritto alle prestazioni previste dalla Legge federale sull'assicurazione contro la disoccupazione o non ne hanno diritto; sono senza lavoro da almeno 12 mesi o al beneficio di prestazioni assistenziali; sono assunti sulla base di un programma d'inserimento in azienda”. Questo sussidio, ricordiamo, “ammonta a un massimo del 60 per cento del salario d'uso per una durata fino a 12 mesi”. Come detto, con la modifica del 2021 il parlamento ha esteso a 18 mesi la durata di questo assegno per tutti gli over 50. La misura, che il governo ricorda essere “adottata in risposta alla pandemia di Covid 19” – ci torniamo sopra a breve –, in questi tre anni si è dimostrata efficace.
“I dati descrittivi di utilizzo – scrive il Consiglio di Stato – mostrano 131 Aip L-rilocc concessi in totale tra luglio 2021 e giugno 2024. Circa la metà, 63 Aip, è andata a beneficio di persone disoccupate over 50”. Passando ai rimborsi chiesti dalle aziende al termine del periodo sussidiato, essi “rilevano tassi piuttosto contenuti, soprattutto rispetto all'entità del sostegno finanziario concesso”. Nel senso che “i dati registrati fino alla fine del 2023 (praticamente consolidati) sono simili sia per il pubblico generale (63% degli Aip rimborsati), sia nello specifico per i beneficiari over 50 (55% di Aip rimborsati)”. Questa analisi, per il governo, “potrebbe pertanto portare all'ipotesi di relativizzare l'impatto e la rilevanza dell'Aip per l'assunzione del collaboratore o della collaboratrice”. D'altro canto, però, è lo stesso Consiglio di Stato a mettere nero su bianco che “i dati sulla durata media degli Aip concessi tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2024 mostrano un andamento non significativamente dissimile tra il totale dei beneficiari (11 mesi) e i soli over 50 (12,4 mesi). Sebbene il 43,7% degli over 50 abbia beneficiato di un sussidio superiore ai 12 mesi, ma solo il 25,3% della durata massima di 18 mesi, questi dati – afferma l'Esecutivo – sembrano confermare che l'inserimento in azienda sussidiato necessiti generalmente di un tempo medio che si colloca attorno all'anno previsto usualmente dalla L-rilocc”.
Ciò detto, la conclusione è una: “Le analisi proposte evidenziano un trend positivo per quanto riguarda i disoccupati over 50 in Ticino”. Ma “è tuttavia impossibile discernere con esattezza l'impatto dell'Aip e dell'estensione decisa dal parlamento su questo andamento, sia per il numero limitato di sussidi concessi, sia per l'influenza esercitata anche da altri fattori”. Il governo spinge ancora sulla questione Covid, ripetendo come “oggi, considerata anche la ripresa post Covid, questa esigenza appare meno attuale, perlomeno in maniera generalizzata. Si propone quindi di dare continuità alla misura in maniera più mirata”. In questo senso, “il pubblico over 50 a beneficio di prestazioni assistenziali iscritto agli Urc appare particolarmente indicato, dato che può verosimilmente presentare maggiori difficoltà di reinserimento professionale rispetto agli over 50 in generale. Il prolungo dell'Aip L-rilocc a un massimo di 18 mesi potrebbe quindi rappresentare un possibile sostegno per accrescere le possibilità di rientro nel mondo del lavoro di questo pubblico”. Secondo il governo “è infatti possibile che le persone in assistenza over 50, a causa ad esempio di prolungate assenze dal mercato del lavoro, necessitino di più tempo e di un maggiore impegno di inserimento da parte dell'azienda, che potrebbe essere sostenuto tramite il prolungo dell'Aip L-rilocc proposto”. La nuova sperimentazione andrà avanti fino dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027.
Raggiunto da ‘laRegione’ per un commento, Giorgio Fonio vuole subito puntualizzare e respingere quanto scritto dal governo sulla relazione tra la pandemia e questa misura: «Per me è importantissimo sottolineare come questa non era una risposta alla problematica del Covid, ma era un’esigenza che è nata ben prima dell’emergenza pandemica. Infatti, io e Fiorenzo Dadò abbiamo presentato l'atto parlamentare ben prima dello scoppio della pandemia, nel 2018». Per il già granconsigliere del Centro, «il messaggio del governo conferma che queste misure sono un sostegno importante per una fascia di popolazione che si ritrova a vivere il dramma della perdita del posto di lavoro, e sono tristemente contento perché di fatto conferma le nostre preoccupazioni per gli over 50». Adesso, riprende Fonio, «il governo propone di focalizzarsi solo sugli over 50 in assistenza, ma su questo punto sarà importante riflettere bene». Perché «da un lato è positivo che il Consiglio di Stato confermi di voler continuare della direzione tracciata dal nostro partito, dall'altro ovvio che prima di dare il nostro appoggio dovremo fare delle attentissime valutazioni perché per il Centro questo è un tema che continuerà a essere prioritario e centrale, con un approccio molto chiaro: la gente non chiede di ricevere sussidi, ma di poter lavorare».