Le autorità di Mesocco respingono le critiche del gruppo che invoca sostenibilità e ripercorrono le tappe pianificatorie avallate a tutti i livelli
Si alzano i toni, a distanza, sul rilancio turistico ed economico che si sta concretizzando nell’alta Mesolcina per mano dell’imprenditore ticinese Stefano Artioli. Dopo una prima e breve dichiarazione del sindaco di Mesocco, Mattia Ciocco, apparsa su queste colonne lunedì 28 ottobre nel nostro servizio dedicato alle critiche e agli auspici mossi del gruppo ‘Insieme per San Bernardino’ che invoca prudenza affinché sia garantita la sostenibilità economica e ambientale del progetto ultra-milionario, ora a rincarare la dose è il Municipio con una presa di posizione nella quale non usa mezzi termini. Un primo confronto, dal vivo, c’è stato venerdì 25 durante la serata pubblica organizzata dalla San Bernardino Swiss Alps Sa, che fa capo ad Artioli. Incontro come sempre molto ben partecipato dalla popolazione e nel quale i vertici della società promotrice e investitrice hanno illustrato – raccogliendo i favori di quasi tutta la sala – come sta evolvendo il progetto suddiviso in quattro fasi e la sua realizzazione avviata l’anno scorso con le prime ristrutturazioni di hotel e la riattivazione quasi integrale degli impianti di risalita di Confin.
Il Municipio a questo punto ritiene “doveroso e opportuno” precisare la propria posizione, “sia perché chiamato in causa direttamente, sia perché accusato quasi in maniera subdola di non fare gli interessi di San Bernardino e, di riflesso, del Comune e dell’intera regione”. Anzitutto il comunicato, firmato dal sindaco stesso, assicura che il progetto “segue fedelmente” una serie di passi pianificatori e istituzionali compiuti nell’arco degli ultimi anni. Dapprima il masterplan turistico allestito una decina d’anni fa dal Comune quale roadmap per lo sviluppo della località; quindi la pianificazione comunale approvata in votazione popolare nel 2018 e dal governo cantonale nel 2021; in seguito la decisione degli aventi diritto di voto che nel 2023 col 75% dei pareri favorevoli hanno “dato il via libera alla San Bernardino Swiss Alps Sa di contare e progettare sulla proprietà comunale in zona Acufòrta con relative condizioni”. Zona, ricordiamo, dove fra le altre cose è prevista una struttura Spa.
Il Municipio, prosegue la nota, “continuerà dunque a fare la sua parte in modo incisivo a favore di tutta la comunità, senza privilegiare – punto fondamentale questo – nessuna fascia della popolazione, concentrandosi sui propri compiti, consapevole del fatto che una visione chiara e determinata porterà benefici a tutti, in particolare alle future generazioni”. L’esecutivo ritiene poi “pretestuoso e scorretto” il fatto che il gruppo abbia “insinuato il dubbio che manchi progettualità con affermazioni fuorvianti come il fatto che ‘… è stata colta una certa confusione da parte della popolazione locale e turistica sulla conoscenza reale della proposta turistica iniziale ma soprattutto su quella futura’. Pretestuoso e scorretto anche di fronte a un Comune che ha da subito dialogato con i vertici dell’associazione ‘Insieme per San Bernardino’ informandoli in dettaglio su cosa si sta muovendo, in modo analogo a quanto fatto nelle varie informazioni date a popolazione e Consiglio comunale”. Il Municipio assicura dunque di aver agito con trasparenza. E d’altronde anche la Sa stessa – sempre nell’articolo del 28 ottobre – in una breve dichiarazione ha assicurato la massima disponibilità all’ascolto, al coinvolgimento e a considerare debitamente il tema della sostenibilità ambientale ed economica tanto caro al gruppo locale. “Pur partendo da posizioni non convergenti – ha dichiarato il portavoce Niccolò Meroni –, c’è l’impegno a sviluppare un progetto condiviso per ottenere risultati quanto più di compromesso”.
Tira dritto invece il Municipio. Che nella nota inviataci scrive: “A questo punto, sostenuti dal fatto che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, l’Esecutivo ritiene inutile e pregiudizievole, rispetto ad altre entità o fette di popolazione, rincontrare l’associazione stessa. Ha del surreale, in questa situazione, il fatto che il gruppo si assurga a paladino della sostenibilità, della biodiversità, degli aspetti ambientali e della bellezza della natura: San Bernardino, al di fuori dalla zona edificabile, è anche per volontà del legislatore protetto, salvaguardato e costantemente monitorato da autorità e uffici cantonali e federali”. Non solo: l’Esecutivo di Mesocco ricorda che “in zona nucleo il Comune ha voluto creare gli strumenti adatti per tutelare le peculiarità architettoniche e la sostanza storica presenti a cui l’investitore si è attenuto nel rispetto della volontà popolare che ha approvato la Legge edilizia in vigore”.
Infine viene sollevata una domanda che riporta la riflessione indietro nel tempo, al decennio scorso quando la località altomesolcinese si è ritrovata a dover fare i conti con un calo di attrattiva e il conseguente aumento dei letti freddi. “Come mai – chiede il Municipio – l’associazione non è germogliata negli anni precedenti all’avvento degli investitori per stimolare una ripresa turistico-economica con iniziative in prima persona o proposte concrete all’autorità? Forse che la situazione di stallo in fondo andava bene così, a salvaguardia del proprio orticello camuffato dal termine ‘turismo individuale’?”. Dubbi vengono sollevati anche sul fatto che al gruppo avrebbero aderito granconsiglieri e consiglieri comunali, “quando gli stessi erano presenti nei gremi in occasione dei processi decisionali che hanno portato al voto popolare e, di fatto, sostenuto le proposte del Municipio. Ci sorge il dubbio – conclude quest’ultimo – che la troppa trasparenza induca il gatto a picchiare la testa contro il vetro, sempre sperando che nessuno si faccia male”.