Un gruppo spontaneo evidenzia la necessità di concretizzare un progetto commisurato alla realtà locale e rispettoso della componente naturalistica
C’è chi invoca prudenza sull’ambizioso progetto Artioli per il rilancio turistico in grande stile dell’alta Mesolcina avviato nel 2022 ed entrato nel vivo l’anno scorso. Il gruppo ‘Insieme per San Bernardino’ – costituitosi già a inizio anno e formato da una trentina di persone fra residenti, granconsiglieri, consiglieri comunali, tecnici e operatori turistici locali – recentemente si è confrontato con i promotori e a margine dell’affollata serata pubblica informativa organizzata venerdì dalla società promotrice e realizzatrice San Bernardino Swiss Alps, espone al nostro giornale una visione delle cose un po’ diversa e rivolta alla sostenibilità. Affinché si eviti di fare il proverbiale passo più lungo della gamba.
Detto altrimenti: da una parte è vero che a più livelli – politico, istituzionale, imprenditoriale, popolare – c’è entusiasmo per un investimento massiccio che mira a dare una prospettiva a lungo termine positiva al villaggio turistico, «dall’altra c’è chi teme un sovradimensionamento a scapito del villaggio medesimo, del paesaggio circostante e dell’ambiente naturale», ci spiega a nome del gruppo Sergio Foa: «Sulla base di raffronti fatti con altre località turistiche di successo dove si è già investito massicciamente, vedi Andermatt, notiamo che se consideriamo il bacino di utenza attuale e futuro, nonché lo spazio a disposizione, in proporzione San Bernardino si pone nettamente al di sopra con le sue fasi di sviluppo previste, che da tre sono diventate quattro. Temendo un obiettivo esagerato suggeriamo una realizzazione orientata a rispondere a due concetti secondo noi fondamentali. Da una parte l’autonomia infrastrutturale di ciascuna fase, nel senso che ognuna, con le sue strutture ricettive e per il divertimento, dovrà disporre della logistica a essa necessaria (posteggi e altro), evitando di doverne realizzare ulteriori per rispondere alle esigenze non soddisfatte. Dall’altra la sostenibilità turistica dell’offerta, affinché si eviti una sovraofferta edilizia e infrastrutturale che sfocerebbe in un numero abnorme di letti freddi durante gran parte dell’anno».
Tutto questo, riconosce Sergio Foa, s’inserisce nel principio del creare l’offerta rivolta a un mercato interessante che ha un grande potenziale a tutto vantaggio dell’economia locale, «ma non vorremmo trovarci con una cattedrale nel deserto». A ogni modo «noi ci siamo. Con un approccio improntato al dialogo ci poniamo come parte terza, punto di contatto fra autorità e imprenditoria con la popolazione, cui in ultima analisi pensiamo appartenga il villaggio stesso. Evidenziamo auspici e preoccupazioni di chi apprezza il progetto ma non è del tutto convinto del suo dimensionamento. E perciò non solo si pone qualche legittima domanda ma intende anche condividerla con le altre parti e con l’opinione pubblica, nell’ottica di un’analisi e di un vero dibattito che vadano oltre l’ampia e dettagliata informazione sin qui fornita ma in modo unidirezionale».
San Bernardino Swiss Alps
L’imprenditore Stefano Artioli
In un testo inviato alla redazione e scritto da Foa insieme a Giovanni Kappenberger, noto meteorologo in pensione e domiciliato a San Bernardino, il gruppo ricorda che “il principale tessuto vitale del villaggio è stato ed è costituito dalla presenza del turismo individuale, dell’intatta natura con sentieri invernali ed estivi perfettamente mantenuti dal Comune e dell’area ricreativa San Remo che alimenta centri di ristorazione distribuiti lungo la pur modesta estensione in superficie del paese stesso”. La fase zero del progetto Artioli “prevede la parziale rimessa in funzione dei dismessi impianti sciistici di Confin, avvenuta già l’inverno scorso 2023-24, la ristrutturazione di alcuni hotel decadenti e la costruzione di nuove unità immobiliari”. Quest’inverno – ha dettagliato venerdì sera il Ceo della Sa, Flavio Petraglio – saranno consegnate le prime tre residenze Castanea, Larix e Tilia, 55 appartamenti a gestione alberghiera, cui si aggiungeranno a breve Casa Montana e la Residenza Brocco, con 18 appartamenti secondari. In totale 260 posti letto. Alle porte, entro il 2025, anche l’apertura dell’Hotel Ravizza (45 camere) e Albarella (30 camere e 24 appartamenti a gestione alberghiera), e dei rispettivi Ravizza Tea Room e Albarella Fast Food. L’offerta turistica, infine, sarà ampliata da un campo da padel, una parete di arrampicata indoor, un mini acquaparco e sentieri escursionistici bike e pedestri”.
Dal canto suo però ‘Insieme per San Bernardino’ osserva che “in questi due anni è stata colta una certa confusione, da parte della popolazione locale e turistica, sulla conoscenza della reale proposta turistica iniziale e di quella futura. Da qui la necessità di fare chiarezza”. Anche perché passano i mesi e il progetto evolve “anche in termini quantitativi”. A preoccupare in particolare è lo sviluppo edilizio. Alcune cifre: “L’attuale disponibilità complessiva (alberghiera, paralberghiera e di turismo individuale) conta 5’650 letti, dei quali 650 (11,5%) includono i 150 dell’Ostello e sono attribuiti al settore alberghiero e para, mentre 5’000 (88,5%) sono relativi al turismo individuale. La fase zero prevede un incremento di 500 letti, il 90% a destinazione alberghiera e para. La fase uno Albarella nord prevede entro fine 2026 la costruzione di 95 appartamenti (+330 letti). La fase 2 Acuforta prevede una struttura pubblica adibita a Spa, un albergo e 210 appartamenti (+ 950 letti). Nella fase 3 Mutti-Fracch un albergo in area Fracch e 210 appartamenti in area Mutti (+ 900 letti). Totale: 2’680 letti in più dei quali 2’200 (82%) a gestione alberghiera e para”. In soldoni la capacità alberghiera a terza tappa ultimata crescerebbe del 265%, la para del 565% e quella del turismo individuale del 10%. Quanto ai posteggi pubblici “il cronico deficit della fase zero verrebbe parzialmente colmato con la realizzazione in fase 1 di un parcheggio multipiano in località Fracch, ai bordi della partenza di Confin, con circa 600 stalli e con ulteriori 75 in concomitanza della fase 2 Acuforta”.
San Bernardino Swiss Alps
La capanna Confin
Durante un recente “incontro costruttivo” con i vertici della San Bernardino Swiss Alps (assenti le autorità comunali), il gruppo di cittadini ha allargato il campo su varie tematiche. “Una di carattere generale che riveste una fondamentale importanza sempre più sentita: l’aspetto ambientale, la sostenibilità declinata in ogni settore, dalla costruzione alla gestione di proposte e impianti turistici”. Focus anche sulla biodiversità: “La bellezza dell’anfiteatro di San Bernardino è argomento primario. A cosa servirebbe acquistare una casa se alla fine ci si ritrova in un paesaggio degradato, impoverito o sterile?”. Considerati anche i dati statistici: stando al gruppo, l’attuale media dei pernottamenti annui è di circa 275’000; di questi 30’000 (11%) sono attribuibili alle strutture alberghiere e para; 15’000 (5,5%) all’Ostello (militari e gruppi) e 230’000 (83,5%) agli alloggi di turismo individuale; lo sfruttamento medio delle strutture alberghiere e para è del 20% (due mesi e mezzo all’anno, mentre la media grigionese è del 38% ossia quattro mesi e mezzo), quello dell’Ostello è del 35% (quattro mesi) e quello delle strutture a turismo individuale del 13% (un mese e mezzo). “Valori perfettamente in linea e plausibili con il luogo”.
Al di là delle cifre, il gruppo si dice convinto che “il raggiungimento passo-passo degli obiettivi proposti parta soprattutto dalla ricerca di una ‘forte strategia’, che sia in grado di spingere così tanto in alto l’attrattiva di San Bernardino, e dalla scelta di uno ‘stratega forte’ in grado d’indirizzare il processo secondo attenti criteri globali equilibrati e sostenibili”. Il territorio e la sua superficie “pur se ancora disponibili hanno dei limiti”. Ribadito infine l’invito “rivolto a tutte le parti, nella speranza che questa volta il Municipio sia dei nostri, a un confronto costante sui vari temi”.
Già, il Municipio di Mesocco assente. Come mai? Non lascia spazio a fraintendimenti il sindaco Mattia Ciocco: «La mia opinione su ‘Insieme per San Bernardino’ è molto negativa!». Interpellato dalla redazione, spiega di aver «sempre risposto in modo schietto, anche venerdì sera durante la serata di presentazione del progetto. Sono poco coerenti e vanno contro la volontà della popolazione e della democrazia! Non pretendo che tutti la pensino allo stesso modo, però devono accettare che un investitore faccia quanto voluto e deciso dalla popolazione». Il riferimento è per la votazione del 18 giugno 2023, quando la popolazione di Mesocco col 75,5% di voti favorevoli aveva avallato la decisione del Consiglio comunale, adottata all’unanimità, di cedere alla San Bernardino Swiss Alps Sa due terreni di proprietà comunale in zona Acuforta, sopra la chiesa rotonda, per complessivi 14’500 metri quadrati e un valore di 4,5 milioni di franchi. L’adesione di tre quarti degli aventi diritto di voto recatisi alle urne (il 48,5%) rappresenta in effetti agli occhi delle autorità locali un’approvazione popolare massiccia all’intero progetto Artioli.
Getta invece acqua sul fuoco la San Bernardino Swiss Alps. Il responsabile della comunicazione e del marketing, Niccolò Meroni, dichiara che la società «conosce da tempo la posizione del gruppo ‘Insieme per San Bernardino”; ci sono già stati momenti di confronto e il nostro Ceo Flavio Petraglio ha già avuto modo di incontrane i rappresentanti in diversi incontri. La sostenibilità del progetto è un tema fondamentale nel progetto generale di sviluppo. Pur partendo da posizioni non necessariamente convergenti, la società di Stefano Artioli è aperta ad ascoltare i punti di vista di chi ha cuore l’interesse di San Bernardino, in modo da poter sviluppare un progetto a larga scala quanto più condiviso ed è disponibile a proseguire i discorsi già approntati con l’associazione stessa per ottenere risultati quanto più di compromesso”.