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Trump e il valore del potere

La svolta sulle auto elettriche dopo l’appoggio e il denaro di Musk ci fa capire molto cose su quanto sia facile praticare il baratto ad alto livello

In sintesi:
  • L’ex presidente dice apertamente: sto con chi offre di più
  • Alcuni in posizione privilegiata paiono non rendersi contro, Trump ti sbatte tutto in faccia
  • Altrove, Svizzera compresa, c’è chi è molto meno chiaro del tycoon sulle sue commistioni
Trump e Musk insieme sul palco
(Keystone)
8 ottobre 2024
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Le amicizie altolocate sono un classico di chi frequenta i piani alti della società, figuriamoci per chi li costruisce. L’ex palazzinaro di lusso Donald Trump ci ha messo un attimo a diventare il miglior amico di chi – dall’attico – guarda tutti dall’alto del suo patrimonio personale di 262 miliardi di dollari: Elon Musk, patron di Tesla, l’uomo che sabato ha diviso proprio con Trump il palco di Butler, in Pennsylvania, flirtando come una coppia di fidanzatini.

Da sempre noto per le sue posizioni vicine all’industria petrolifera e ai negazionisti (chi per convinzione, chi per convenienza) del cambiamento climatico, Trump ha spesso usato un tono sprezzante verso i possessori di auto elettriche arrivando a dire che “devono bruciare all’Inferno”.

Ma chi trova un amico trova un tesoro. O meglio, chi cerca un tesoro si trova l’amico. E qui entra in gioco Musk, che sta annaffiando con milioni di dollari la faticosa e dispendiosa campagna di Trump, capace – dietro bonifico – di una svolta a U degna di “Fast&Furious”: “Sono favorevole alle auto elettriche. Devo esserlo perché Elon mi ha dato un grande supporto. Quindi non ho scelta”.


Keystone
Una Tesla durante la ricarica

La frase ha un effetto comico, come molte delle cose che fa e dice Trump, perché in pratica l’ex presidente non solo ha segnalato un deciso cambio di rotta, ma ha specificato pure di farlo per denaro. O meglio, per potere. Ma senza denaro (soprattutto se già le idee sono così così) al potere non ci arrivi.

In un mondo in cui ogni mossa politica – anche la più spregiudicata e meschina – viene imbellettata e presentata agli elettori con almeno un paio di strati di etica e altruismo d’accatto, tentando di ricattarci moralmente, Trump – con quella disinvoltura da fumetto che se casca in un burrone non muore, ma alla peggio ne esce fuori con due graffi e due cerotti – ci mette davanti al fatto compiuto: sto con chi offre di più. In stile: ‘Avrei anche idee mie, ma se mi pagate posso averne altre’.

La consapevolezza di giocare in un campionato di potenti che si scambiano denaro e favori è – che lo si voglia o no – una forza. D’altronde il baratto è insito nell’homo oeconomicus e ben più vecchio di qualunque democrazia.


Keystone
Un momento del comizio-show a Butler

Scendendo di qualche piano nella scala del potere, ogni giorno assistiamo a dichiarazioni di gente che in questa realtà vive, sguazza, ma non la capisce. O finge di non capirla. Esempio: il noto regista Gianni Amelio che l’altro giorno si congratulava – via intervista – col figlio che ce l’ha “fatta da solo” nel mondo del cinema arrivando a diventare direttore della fotografia di Paolo Sorrentino.

È questa consapevolezza del proprio potere e del valore di ciò che si ha e si può offrire come merce di scambio che fa di Trump ciò che è. Come la sua sfrontatezza nello sbatterlo in faccia agli elettori. Abbastanza – in teoria – da non fargli prendere nemmeno un voto da chi sta ai piani bassi: eppure sappiamo tutti che funziona. Potrebbe funzionare ancora. Bisogna ammettere però che dietro tutta questa spavalderia c’è un’onestà di fondo. È fatto così e te lo dice: prendere o lasciare.

Altrove c’è chi fa il gioco delle tre carte con gli elettori, magari nascondendosi nella nebbia dei gruppi di riflessione sulle Casse malati, luoghi esoterici in cui non si sa bene chi fa cosa, a vantaggio di chi e nemmeno per quanti soldi (visto che i guadagni sono top secret). Anche chi finisce lì dentro (non per caso, evidentemente) conosce bene il valore del suo potere, ma si guarda bene dal pubblicizzarlo. Facendo perfino peggio di Trump, che è tutto dire.