Verrà votato domenica 22 settembre il referendum che si oppone al credito per l'ampliamento del centro. A confronto favorevoli e contrari
Per qualche ragione, la gestione dei rifiuti sembra spesso generare qualche attrito all’interno dei Comuni. È questo il caso di Magliaso, i cui cittadini si recheranno alle urne domenica 22 settembre. Il tema della votazione sarà decidere se approvare o meno il referendum, che chiede di respingere la richiesta di credito di 695mila franchi proposta dal Municipio e votata dal Consiglio comunale per l’ampliamento dell’ecocentro. Lavori che servirebbero a installare delle benne con un sistema di pesatura per i rifiuti ingombranti come vegetali e legname, e applicare il principio di causalità secondo il quale più si inquina più si paga. «Noi non ci opponiamo all’ampliamento dell’ecocentro, ma solo al sistema di pesatura» afferma Patrick Nora, promotore e primo firmatario del referendum che, con la soglia minima stabilita a 170 firme, ha ottenuto oltre 300 sottoscrizioni. «Io non ci guadagno niente da tutto questo – sottolinea Nora –. Non siedo né in Consiglio comunale né in Municipio, sono solo un libero cittadino».
«Se dovesse passare il referendum non ci sarebbe un piano B – dichiara il sindaco di Magliaso, Roberto Citterio –. L’ampliamento verrebbe bloccato e resteremmo allo stato attuale, con tutte le gravi conseguenze per la popolazione». Tra le principali ragioni del ‘sì’ al referendum, quindi del ‘no’ all’ampliamento, ci sarebbero i diversi costi di gestione e manutenzione a cui si dovrebbe far fronte, e i supposti disagi alla circolazione che deriverebbero dal sistema di pesatura, che allungherebbe i tempi di attesa per lo smaltimento dei rifiuti.
Come detto, l’idea alla base del sistema di pesatura è di fare in modo che ogni cittadino paghi in base alla quantità di rifiuti che genera. «Come metodo secondo me è il più giusto – afferma Citterio –, perché noi come Comune i rifiuti li paghiamo a peso, e quindi è giusto che anche il cittadino paghi così. Se i rifiuti venissero misurati ad esempio in base al volume, ci sarebbe una bella differenza tra un metro cubo di foglie e uno di erba bagnata. Non sarebbe equo». I referendisti però, non criticano il principio di equità, bensì il metodo. «In tutto il Ticino l’unico Comune ad avere il sistema della pesatura è Caslano – spiega Nora –. E questo chiaramente perché questo sistema genera un costo finanziario e un onere di tempo non di poco conto, calcolando la manutenzione, la gestione, eccetera. Poi se il Comune vuole apparire come il più virtuoso a me sta bene, spetterà ai cittadini a decidere». Una tesi che il sindaco respinge fermamente. «Va detto che anche Terre di Pedemonte sta valutando se implementare la pesatura, e comunque se non viene applicata di più non è perché il sistema sia farlocco – afferma –. In Ticino come al solito siamo indietro rispetto alla Svizzera e gli altri Comuni non hanno ancora affrontato il problema della causalità sui rifiuti riciclabili».
I referendisti sono stati accusati di limitarsi a criticare senza suggerire soluzioni alternative, un compito che però, secondo Nora, non spetta a loro. «Io non voglio dare la soddisfazione al Municipio di proporre alternative, ma se su 106 Comuni, 105 non hanno la pesa, basta andare a vedere come fanno gli altri, o vogliamo davvero credere che 105 Comuni agiscano nell’illegalità?». Ma dunque queste soluzioni alternative ci sono o no? Il sindaco ammette che ci sarebbero, ma di difficile applicazione. «Si potrebbe usare come detto il metro cubo, oppure come fanno altri Comuni usare una fascetta da applicare in base al peso, però è troppo arbitrario e genererebbe discussioni che noi non vogliamo. La pesa è invece è oggettiva e inappellabile».
Vi è poi l’inghippo dei problemi alla circolazione che, sempre secondo i referendisti, l’implementazione di questo sistema andrebbe a creare. «Il sindaco dice che a Caslano i cittadini si trovano benissimo con questo sistema – afferma Nora –, ma la conformazione di Magliaso è diversa. L’ecocentro si trova di fianco a un passaggio a livello ed è costeggiato all’entrata dai posteggi della Flp. E non è un’ipotesi, perché i problemi si rilevano già oggi. Infatti in estate sono stati ampliati gli orari di apertura, grazie a una mozione della Lega, perché c’era un flusso di auto che non era più sopportabile con gli orari di prima. C’è da dire però, che l’ampliamento consiste anche nella realizzazione di nuovi posteggi».
«Questo problema non lo vedo – minimizza però Citterio –, perché abbiamo degli orari di apertura simili a quelli di Caslano, che ha oltre il doppio della nostra popolazione. Chiaramente nei momenti di punta ci sarà magari un po’ più di colonna, però se magari la popolazione si abituasse ad andare anche in orari meno affollati non farebbe colonne. Al sabato all’una e mezza c’è una colonna di sei o sette macchine, se invece si va alle quattro non c’è nessuno».
Se il 22 settembre la popolazione dovesse votare a favore dell’ecocentro, bocciando dunque il referendum, Nora afferma che riconoscerà la sconfitta, e il Comune potrà procedere spedito con lo sviluppo del progetto. «Saranno solo necessari i tempi tecnici per ultimare il progetto esecutivo e fare il concorso d’appalto – spiega Citterio –. Verso inizio 2025 dovrebbe iniziare il cantiere e i lavori dovrebbero terminare entro l’estate». Se il referendum dovesse passare però, nel futuro del Comune si prevede un seconda iniziativa, volta a risolvere il problema della pesatura alla radice.
«Il Municipio questo credito l’ha presentato secondo logica – spiega infatti Nora –, perché nel 2019 hanno modificato il Regolamento per lo smaltimento dei rifiuti, che ora contiene questa postilla di legge che parla proprio di pesare i rifiuti. E gioco forza, se il regolamento dello smaltimento dei rifiuti parla di pesatura, è normale che ci sia un progetto con le pese, perché non si può far altro. Quindi mi son detto, che prima va contestato il credito, dopo, se il referendum avrà valenza, si riporta il discorso al Municipio con una modifica del regolamento. È solo un articolo che deve essere modificato».
Questa sera, martedì 10 settembre, si terrà una serata aperta al pubblico organizzata dal Municipio. «Abbiamo invitato Mauro Togni, capo dell’Ufficio dei rifiuti e siti inquinati del Cantone, il progettista Michel Tricarico, e Angelo Bianchi, il revisore che ha fatto il piano finanziario – spiega il sindaco –. Gli interventi saranno però oggettivi e dopo chiaramente apriremo la discussione dove verranno fuori sia i lati negativi che positivi». Grandi assenti della serata saranno però i referendisti. «Non ci hanno invitato, non hanno chiesto un confronto – rivela piccato Nora –, fanno tutto loro. È il segno di un Municipio debole, che ha bisogno di tutti i suoi eletti per difendersi, mentre se fosse forte sarebbe in grado di portare avanti da solo le proprie posizioni».