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Da fermata del tram a ‘piazza’ di paese: la rinascita di Davesco

Nonostante un cielo non sempre sorridente, la casetta delle associazioni - voluta dalla commissione di quartiere - è stata un successo e sarà riproposta

Il giorno dell’inaugurazione, il 13 aprile scorso
(Ti-Press)
2 settembre 2024
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Buona la prima. Il progetto pilota della casetta delle associazioni a Davesco-Soragno si è rivelato un successo. Non è mancato qualche aspetto negativo, ma la locale Commissione di quartiere è soddisfatta al punto da volerlo riproporre – e forse estendere – l’anno prossimo. «È diventato un luogo di ritrovo, che noi non abbiamo più, quasi una ‘piazza’ di paese» ci dice il presidente della Commissione Stefano Cavagna.

‘Abbiamo patito il maltempo’

La casetta, una sorta di chiosco di legno con mescita, è stata inaugurata a metà aprile in via Vecchio Tram, vicino alla passerella ciclopedonale di via Favadin. Per quasi tre mesi, fino alla fine di giugno, ha animato uno dei principali percorsi che locali e turisti utilizzano per passeggiare durante la bella stagione. L’apertura è stata garantita per tutti i weekend tra le 14 e le 18, sia col bello che col brutto tempo, tranne tre fine settimana quando la pioggia è stata proprio troppa e non si è riusciti ad aprire. «Effettivamente abbiamo patito un po’ il maltempo di maggio e giugno – ammette Cavagna –, che è stato penalizzante anche per gli incassi. Ma c’è stato un grande impegno da parte di tutti i coinvolti, il progetto è stato realizzato e molto apprezzato. Stiamo parlando di qualcosa di piccolo naturalmente, ma per noi molto significativo».

Grande coinvolgimento

Le associazioni che hanno partecipato al progetto sono prevalentemente locali: Consiglio parrocchiale di Davesco-Soragno, Patriziato, Assemblea genitori, Gruppo Carnevale. A queste si sono aggiunte il gruppo della Corsa d’orientamento Aget, gli Scout di Viganello e il Mat (Movimento artistico ticinese). «Abbiamo allargato la partecipazione anche a gruppi non solo del quartiere – spiega Cavagna – proprio perché garantire l’apertura per tutti i weekend a titolo volontario è un impegno e non è stato semplice reperire persone attive nelle associazioni che si mettessero a disposizione per i turni». Naturalmente, anche la Commissione di quartiere ha gestito la casetta per alcuni weekend e in generale si è occupata del rifornimento dei viveri per tutti. «Voglio ringraziare in particolare i nostri membri Davide Bartolini, grande anima del progetto, e Mattia Bernardoni, responsabile dei rifornimenti».

‘Non abbiamo altri luoghi di ritrovo’

In totale, sono stati venduti 350 gelati, 220 bibite e 180 caffè. Detraendo i costi per bibite e snack, dei 2’000 franchi incassati le associazioni hanno potuto spartirsi circa 1’300 franchi di guadagno effettivo. «Non è molto, ma è comunque più di quanto ci aspettassimo, considerando che stiamo parlando di un progetto pilota». E margini per un ampliamento ci sono. «L’esperienza è stata positiva e abbiamo già deciso di riproporla l’anno prossimo. È da valutare l’estensione ad altri periodi dell’anno. All’estate no perché fa troppo caldo e sono di meno le persone che passano da lì, invece settembre e ottobre potrebbero essere adeguati come la primavera. Sarebbe bello riuscire a coinvolgere più associazioni, anche di quartieri più vicini. Sono venuti a vedere cosa stessimo facendo anche i rappresentanti di altre Commissioni di quartiere». Lo scopo dell’iniziativa è effettivamente molto interessante per diverse zone di Lugano: accrescere il senso di comunità e favorire la creazione di luoghi di aggregazione. «Come Commissione organizziamo già dal 2018, a giugno, Piazza in festa nel nucleo, proprio perché non abbiamo una vera e propria piazza. Adesso si aggiunge questo progetto simile, per dare un punto di incontro a Davesco. Consideriamo anche che il paese non ha nemmeno un bar dove potersi ritrovare. Per questo sono progetti apprezzati».

Il supporto della Città

E l’iniziativa della commissione di quartiere piace anche al Municipio. «Sì, sono proposte che supportiamo volentieri – conferma la capodicastero Spazi urbani Karin Valenzano Rossi –, diamo volentieri seguito a richieste di questo tipo, per dare una mano nei progetti che riteniamo utili e costruttivi per far vivere la città anche fuori dal centro. Nel caso specifico, c’era un bel percorso (la strada Vecchio Tram, ndr), peraltro ben riqualificato dalla Città, ma si era anche manifestata l’esigenza di avere un luogo di ristoro. La formula scelta, con le varie associazioni di quartiere che gestiscono il chiosco a rotazione tenendo per sé una parte dei ricavi, è anche molto bella».

La casetta di Davesco-Soragno non è l’unica nel suo genere a Lugano. «Siamo e siamo stati di supporto anche per altre iniziative partite dal basso – precisa la municipale –. A Ruvigliana abbiamo messo a disposizione uno spazio per un banco di libri, a Pregassona la casetta per l’associazione Amélie. Poi sul piazzale di Besso, dove l’anno scorso abbiamo allestito un’altra casetta di legno a disposizione delle associazioni locali. Inizialmente non è stata utilizzata molto, ma adesso abbiamo trovato un accordo con Ingrado, che la gestisce facendola diventare un luogo di risocializzazione aperto quasi quotidianamente, importante per gli utenti ma non solo. È uno spazio temporaneo, in attesa che inizino i lavori per il Tram-Treno, ma è una collaborazione della quale siamo molto contenti». E di luoghi identificabili per spazi simili ce ne sono «in tutti i quartieri» secondo Valenzano Rossi. «La vera sfida è riuscire a fare qualcosa che sia effettivamente utilizzato e apprezzato da chi vive il quartiere. E che implichi un loro coinvolgimento diretto nella gestione. Ma come Città ci siamo per un supporto. Sono situazioni che non implicano grandi costi, rispetto al bel beneficio che se ne ricava».

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