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Un City Pop a Viganello? Istanza edilizia di Artisa sospesa

Una domanda di demolizione e di costruzione è stata presentata un mesetto fa ed è ora bloccata in quanto in contrasto con la pianificazione della zona

Il City Pop di Besso (a sinistra) e l’edificio di Viganello oggetto della domanda di costruzione (a destra)
11 luglio 2024
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Un secondo City Pop a Lugano. Per la precisione a Viganello, non lontano dal Campus Usi-Supsi, e che andrebbe ad aggiungersi a quello esistente da alcuni anni a Besso. Come quest’ultimo, anch’esso un progetto del gruppo Artisa, che tuttavia è al momento bloccato a causa di questioni pianificatorie. La domanda di demolizione e di costruzione è stata sospesa dal Municipio: uno stop che può durare fino a due anni.

Appartamenti prenotabili come fossero hotel

Il terreno in questione è all’incrocio fra via La Santa e via Taddei e ospita uno stabile di sei piani di appartamenti, più il pianterreno nel quale trova spazio lo storico Bar Pub Diamond. L’istanza edilizia ne prevede la demolizione, per costruire al suo posto un edificio multifunzionale. Quest’ultimo dovrebbe ospitare numerosi appartamenti, ma in un formato differente rispetto all’attuale. «Su quel terreno è edificata una palazzina vetusta ormai a fine vita – conferma a ‘laRegione’ Alain Artioli, presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo immobiliare –. Noi abbiamo sviluppato un progetto, in collaborazione con i proprietari del terreno, per insediarvi un edificio che sia gestito da City Pop, che è la nostra catena di appartamenti con servizi che abbiamo in tutta la Svizzera e anche all’estero». Un modello che prevede l’offerta di appartamenti completamente arredati, facilmente prenotabili come una stanza d’hotel e con diversi servizi su richiesta all’attivo.

Il Municipio vuol cambiare la pianificazione

Unità abitative nelle quali Artista crede molto, tant’è che ne sta costruendo o ne sta edificando circa 15’000. «Ne abbiamo uno anche a Besso (dal 2019, ndr), che è un successo clamoroso. Costantemente pieno, con decine di persone in attesa». C’è grande richiesta e quindi carenza. «Sono appartamenti nei quali le persone risiedono mediamente sugli 8-9 mesi. Crediamo che questo trend ricalchi le esigenze della società attuale, composta da nomadi digitali, studenti e altre persone in formazione e in generale in movimento, che richiedono soluzioni abitative molto flessibili. La location di Viganello è molto interessante, ben servita e vicina al centro». Tuttavia, quella zona presenta delle problematiche pianificatorie. Le norme attualmente in vigore, risalenti al Comune di Viganello, non piacciono molto al Municipio, tant’è che sono in corso degli studi pianificatori che sfoceranno verosimilmente in una variante per cambiarle. A non piacere è in particolare l’impostazione che prevede sostanzialmente degli edifici continuativi di sette piani da entrambe le parti della strada. Degli strappi alla regola sono già stati fatti, sia per il terreno dove è sorto il Campus Usi-Supsi, sia poco più a est con un blocco pianificatorio sul sedime dell’ex deposito Arl. Sedime sul quale proprio Artisa aveva messo gli occhi un paio di anni fa.

‘Sapevamo che sarebbe stata sospesa’

«La proprietà del terreno in questione è al corrente che già da anni sono in corso delle valutazioni pianificatorie che prevedono dei cambiamenti – continua Artioli –. A differenza di quanto successo con lo stabile Arl, abbiamo sviluppato un progetto che si basa sull’attuale pianificazione, consci del fatto che sarebbe stato sospeso e neanche pubblicato perché sappiamo che stanno facendo diverse valutazioni, fra le quali di modificare le norme sulle volumetrie». E infatti è quel che è successo: il Municipio ha sospeso la domanda in quanto in contrasto con gli studi pianificatori in corso.

‘Quando sarà, aiuteremo gli inquilini’

«Abbiamo deciso comunque di presentare l’istanza per dare il la a una discussione costruttiva e per farlo era d’obbligo formulare una domanda di costruzione: quando ci sarà la variante di Piano regolatore, verrà presentata una domanda di costruzione conforme alle nuove norme».

Nessun contrasto dunque tra ente pubblico e società immobiliare. E Artioli rassicura anche i numerosi inquilini dello stabile esistente. «È vero che la sospensione dura fino a due anni, ma l’orizzonte temporale non è questo. L’iter, fra pianificazione, progettazione e aspetti edilizi e amministrativi vari, sarà molto più lungo. Sappiamo che lì vivono inquilini da tanto tempo, anche 30-40 anni. Per loro bisognerà trovare delle soluzioni in maniera proattiva, ci metteremo a disposizione per farlo. Non si può pensare di affrontare queste cose con superficialità, perché toccano molte persone, molte famiglie. Rientra proprio nello spirito della nostra azienda. Ma è musica del futuro».

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