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L'orto sociale mette radici all'ex vivaio comunale di Ravecchia

L'associazione Ci Sei che promuove il progetto di cittadinanza attiva otterrà prossimamente l'autorizzazione d'uso per il sedime di proprietà della Città

Previste attività legate all’orticoltura ma anche socio-culturali
17 giugno 2024
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L’orto sociale all’ex vivaio comunale di Ravecchia si farà. «L’autorizzazione d’uso per una parte del terreno sarà concessa nelle prossime settimane», conferma a ‘laRegione’ il municipale di Bellinzona Vito Lo Russo, aggiungendo che si tratta solo di «una formalità». Ricordiamo che si tratta di un progetto di cittadinanza attiva che mira a mettere a disposizione della popolazione (residenti, scuole, persone anziane, associazioni e così via) un luogo pubblico dove vengono svolte attività legate all’orticoltura, ma anche socioculturali. «Non vediamo l’ora di poter iniziare», sottolinea da parte sua entusiasta Nicolas Barrera, uno dei promotori assieme a Luca Ravazza. «Aspettiamo con impazienza la conferma definitiva».

Uno spazio inclusivo, intergenerazionale, ecosostenibile e autofinanziato

Con questo progetto l’associazione Ci Sei, costituitasi lo scorso marzo, intende mettere a disposizione della popolazione uno spazio urbano, di facile accesso e conciliabile con la vita lavorativa e familiare, per stare a contatto con la natura e fare esperienze comunitarie. Uno spazio inclusivo, intergenerazionale, ecosostenibile e autofinanziato gestito dall’associazione attraverso un processo cooperativo e partecipativo con l’obiettivo di incrementare la coesione sociale, promuovere i benefici psicofisici dell’orticoltura urbana e la biodiversità, ma anche valorizzare un luogo storico della città come l’ex vivaio comunale. Un luogo dove sono pensabili laboratori didattici per allievi, progetti che coinvolgano gli ospiti delle case per anziani, attività di pratica professionale, piani occupazionali e lavori di pubblica utilità. Ma anche attività legate ad esempio alla musica, alla lettura o alla manualità. L’orto sociale potrebbe poi anche accogliere una semiteca (scambio e condivisione di semi), un frigorifero pubblico dove depositare cibo ancora buono (ad esempio prima di andare in vacanza) per evitare sprechi, una biblioteca di libri usati o una piccola officina per fare riparazioni.

Città aperta a eventuali collaborazioni

L’ex vivaio si trova su un sedime di proprietà del Comune a Ravecchia: attualmente i Servizi urbani comunali (Suc) lo utilizzano quale spazio di stoccaggio e deposito temporaneo di piante e fiori vari, nonché di terricci, concimi e altre attrezzature. Inoltre in questo luogo vengono anche formati gli apprendisti giardinieri della Città. Queste esigenze tuttavia non necessitano l’occupazione dell’intera area e il Municipio si è quindi mostrato favorevole a condividere gli spazi con un progetto «valido e serio» che va a beneficio dei cittadini, precisa Lo Russo, capodicastero Anziani e ambiente di cui fanno parte anche i Suc che continueranno a essere presenti sul sedime, sebbene in uno spazio più ridotto. Visto che l’idea è anche quella di coinvolgere nelle attività pure scuole e case per anziani, è pensabile una collaborazione con la Città? «Al momento non vi sono accordi in tal senso, ma siamo aperti a valutare eventuali collaborazioni future con l’associazione». E anche la porta dei promotori rimane aperta: «Se si presentasse la possibilità, saremmo sicuramente disposti a collaborare ad esempio nell’ambito della formazione degli apprendisti giardinieri, dai quali potremmo anche imparare qualcosa e viceversa», sottolinea Barrera.

Attività diurne e promozione della mobilità lenta

Il progetto prevede inizialmente uno sviluppo su tre anni, al termine dei quali verrà eseguita una valutazione in base alla quale verrà deciso se e come proseguire. «Anche questo è un elemento che mostra la serietà del progetto», prosegue Lo Russo. «Così come il fatto che le attività saranno proposte principalmente durante il giorno, non recando dunque disturbo al vicinato nelle ore serali». Non da ultimo, «si vuole favorire la mobilità lenta, non generando ulteriore traffico veicolare». Di conseguenza il Municipio, vedendo di buon occhio l’idea di un orto sociale, si è attivato per concedere l’usufrutto di una parte del sedime di sua proprietà. Concretamente «l’associazione potrà utilizzare gratuitamente un’area definita, così come acqua ed elettricità». Per il resto, come detto, il progetto si autofinanzia attraverso donazioni, ricavi interni e volontariato. «Non sono quindi necessari (e nemmeno sono stati richiesti) contributi da parte della Città».

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