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Patrigno accusato di atti sessuali: ‘Non ho fatto nulla’

I fatti sarebbero avvenuti tra il 2011 e il 2012 a Bellinzona. L’accusa chiede 36 mesi di prigione (10 da espiare), mentre la difesa il proscioglimento

(Ti-Press)
10 giugno 2024
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La parola del figliastro contro quella del patrigno. Si è aperto oggi alle Assise criminali a Lugano il processo nei confronti di un 40enne croato accusato di ripetuti atti sessuali con un fanciullo avvenuti nella camera da letto dell’abitazione della compagna a Bellinzona tra fine agosto 2011 e metà giugno 2012. Il figlio della compagna, all’epoca adolescente (minore di 16 anni), sostiene di aver in un’occasione masturbato il patrigno e, in un’altra occasione, di aver avuto con l’imputato un rapporto sessuale dopo aver guardato un filmato per adulti con lui. Da parte sua l’imputato – incarcerato a fine 2023 e poi posto in esecuzione anticipata della pena – in aula ha più volte negato i fatti. La procuratrice pubblica Chiara Buzzi, ritenendo la vittima attendibile, ha parlato di colpa grave e ha quindi chiesto 36 mesi di prigione, di cui almeno 10 da espiare. Per il difensore Fabio Käppeli, invece, non vi sono elementi chiari e indiscutibili che sostengono il reato e ha quindi chiesto il proscioglimento. La Corte composta dal presidente Mauro Ermani e dai giudici a latere Chiara Ferroni e Fabrizio Filippo Monaci renderà nota la sentenza oggi pomeriggio.