Seconda giornata del maxiprocesso: botta e risposta tra la difesa e l'avvocata dell'istituto di credito, il cui ruolo di vittima è stato messo in dubbio
Spunta l’estratto di un verbale di un’udienza civile, nella quale la banca Wir avrebbe ‘sgridato’ i suoi dirigenti, attivi nella sede centrale di Basilea, per non aver verificato, come avrebbero dovuto, la concessione di crediti per operazioni immobiliari. Un estratto presentato dall’avvocato Filippo Ferrari, che tutela l’imputato 37enne accusato di truffa e amministrazione infedele, in parziale correità con i tre imputati principali, al maxiprocesso sul caso Adria Costruzioni, che è giunto alla seconda giornata, anche se siamo ancora ai ‘preliminari’. L’avvocato ha chiesto alla Corte delle assise criminali di Lugano, presieduta Marco Villa, di acquisire agli atti le risposte dei responsabili, fornite di fronte al pretore di Lugano, incaricati dell’esame e della valutazione delle richieste di credito. Pronta la replica Mariella Orelli, legale dell’istituto, che si è costituito accusatore privato, secondo la quale la banca è stata vittima di un inganno astuto, visto che l’imputato principale (Yves Wallauer) ed ex direttore della sede luganese di Wir ha sfruttato la propria posizione, facendo credere che i requisiti per la concessione dei crediti fossero acquisiti. La legale ha chiesto alla Corte di respingere l’istanza.
Nella seconda giornata del dibattimento, spicca la presunta nuova prova scovata e proposta dall’avvocato Ferrari, che ha richiamato le dichiarazioni di alti funzionari della banca di Basilea che «hanno il pregio inequivocabile di avere carattere generale e hanno effetto mortale sulla tesi dell’esistenza di un inganno astuto». Inganno astuto che è un presupposto necessario a sostegno dell’ipotesi di reato di truffa, nell’ambito del procedimento a carico di sette imputati sul caso di Adria Costruzioni, impresa edile attiva soprattutto nel Luganese fallita nel 2015. Ebbene, le altre istanze, questioni incidentali e pregiudiziali e questa istanza probatoria, alla quale si sono associati gli altri avvocati, verranno esaminate dalla Corte, che si esprimerà in merito nei prossimi giorni. Intanto, Villa ha chiesto a Ferrari di presentare l’incarto completo relativo alla causa civile, ancora aperta, in merito a un’operazione immobiliare denominata Residenza Rivasole a Riva San Vitale. Anche l’avvocata Sabrina Aldi, legale del 61enne ex titolare di Adria Costruzioni, ha chiesto che venisse richiamato agli atti l’incarto della causa civile, del quale ha parlato Ferrari. Precisiamo che, in questa vicenda, Adria Costruzioni non c’entra nulla, ma solo l’ex direttore della filiale di Lugano di banca Wir, al quale la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha prospettato l’accusa di truffa, perché avrebbe obbligato l’istituto di credito a registrare nei propri bilanci una rettifica di oltre 1,5 milioni di franchi. Una vicenda descritta nel secondo atto d’accusa.
Nell’ambito delle questioni preliminari, la pp è intervenuta chiedendo alla Corte di respingere le richieste delle difese, facendo intendere la loro presunta infondatezza. Compresa quella avanzata dall’avvocato Nadir Guglielmoni, che ha ribadito la presunta violazione, da parte dell'accusa, del principio del contraddittorio. Non solo. Guglielmoni, quale istanza probatoria, ha chiesto l’audizione di alcune persone che hanno avuto un ruolo nelle varie vicende illustrate nell’atto d’accusa, ha richiesto alla Corte l’acquisizione dei verbali del Cda di banca Wir che trattano la questione della concessione dei crediti di costruzione e all'istituto di credito di produrre la documentazione relativa al contenzioso tra la banca e la compagnia di assicurazione, affinché si possano valutare le argomentazioni che hanno indotto l’assicurazione a ridurre l'importo di risarcimento. Mariella Orelli, invece, ha chiesto alla Corte di respingere tutte le istanze promosse dalla difesa del 46enne imputato, contestando la rilevanza della transazione nel processo.
Alla luce delle numerose questioni incidentali e istanze probatorie, avanzate nella prima giornata e durante il dibattimento odierno, i tempi del processo sono destinati quindi a dilatarsi. Lo ha chiarito il giudice Marco Villa prima di annunciare una nuova sospensione. Il processo riprenderà domani con la posa dei quesiti in merito alle richieste di vari avvocati. A meno che non venga davvero deciso il rinvio dell’incarto al Ministero pubblico, come ribadito e rivendicato anche oggi dai difensori, la sentenza non potrà giungere il prossimo 20 giugno, ma dovrà essere rinviata a settembre.