Bellinzona: lo chiede il consigliere comunale Udc Ivano Beltraminelli. Il capo della Sezione enti locali: ‘Ma l’ente pubblico non è un’azienda privata’
“Dare un riscontro concreto ai contribuenti” le cui imposte versate hanno permesso di invertire il colore dei conti comunali, passati ancora una volta dal rosso al nero. Con una mozione intitolata “Concessione dividendi” il neoconsigliere comunale Ivano Beltraminelli (Lega/Udc) – tornato in aprile sui banchi del legislativo una volta smessa la divisa di comandante della Polizia comunale e dopo essere già stato capogruppo Plr all’inizio degli anni 2000 – chiede che la Città di Bellinzona restituisca l’avanzo d’esercizio 2023, che ammonta a 2,5 milioni di franchi, tramite una misura che lui stesso non sa indicare di preciso, ma che suggerisce nella forma di credito d’imposta, bonus fiscale, acconto o quant’altro. Così facendo “non s’intaccherebbe il pareggio dei conti”, laddove inizialmente il preventivo indicava un disavanzo consistente e vi è stato un balzo in avanti migliorativo di 8 milioni (che diventano 27 sommando quelli dell’ultimo triennio). Inoltre, dal profilo degli investimenti il Municipio “ha sempre affermato di portare avanti tutti i progetti strategici malgrado i disavanzi”. Perciò con gli avanzi “tutto è facilitato” e anche con un pareggio “di certo non ci sarà alcun impedimento a proseguire col programma strategico”. In un’interpellanza, sempre Ivano Beltraminelli chiede che il Municipio informi a scadenze regolari (a fine giugno e fine settembre) il legislativo sui dati di pre-consuntivo, affinché nel momento in cui (estate-autunno) il Municipio elabora e presenta il preventivo dell’anno successivo, e il Consiglio comunale lo valuta e lo vota nella seduta di dicembre, si conosca già lo stato di salute dei conti relativi all’anno in corso, evitando così di presentare preventivi tirati all’osso i quali poi regolarmente sfociano in risultati positivi grazie specialmente alle sopravvenienze d’imposta incassate cammin facendo. Le quali si ripresentano di anno in anno, ormai senza più grandi sorprese.
La domanda s’impone: si tratta di una proposta formalmente strampalata e priva di base legale e perciò va subito ritenuta irricevibile? Oppure c’è spazio per entrare nel merito della questione di fondo, ossia il prelievo fiscale ritenuto da Beltraminelli eccessivo? «Anzitutto – premette a titolo informativo Marzio Della Santa, direttore della Sezione cantonale degli enti locali –, va detto che l’ente pubblico, non essendo un’azienda privata, non contempla il concetto di distribuzione dei dividendi o dell’utile». Perciò la mozione andrebbe di primo acchito ritenuta irricevibile. Tuttavia, se considerata sul piano politico, essa si traduce nella richiesta sottintesa di fissare un moltiplicatore d’imposta più vantaggioso, per le persone fisiche e giuridiche, rispetto al 93% applicato sin dall’aggregazione. Riduzione che la destra auspica a fronte dell’ennesimo avanzo d’esercizio e di un capitale proprio ulteriormente consolidatosi, nel 2023, a quota 66 milioni. Ma su questo punto è la Legge organica comunale a frenare gli entusiasmi sul ‘modus operandi’: l’articolo 67 sancisce infatti che “ogni consigliere può presentare per iscritto, nella forma della mozione, proposte su oggetti di competenza del Consiglio comunale”; tuttavia “è esclusa la proposta di moltiplicatore o di modifica del medesimo”. Proposta di riduzione che va semmai formulata nel momento in cui si conosce quella municipale, sollecitando nei tempi previsti dalla legge una valutazione della Commissione della gestione in vista della seduta del legislativo dedicata al tema.
La questione va dunque affrontata dal Consiglio comunale al momento di fissare il moltiplicatore d’imposta per l’anno successivo. Guardando comunque ai 66 milioni in cassa, sono forse troppi? «Direi di no», risponde Della Santa: «Sebbene la cifra possa apparire elevata, va considerata nel programma degli investimenti strategici. D’altronde siamo noi stessi a inviare raccomandazioni ai Comuni qualora risulti superata, in positivo o in negativo, la soglia fissata dalla Legge organica per garantire la buona gestione finanziaria basata sui principi di economicità e parsimonia. E per ora non è il caso di Bellinzona». Sempre Beltraminelli, come si è visto, sollecita informazioni regolari sui dati di pre-consuntivo utili nel periodo dell’anno in cui si elabora e decide il preventivo. Fattibile? «In base al principio della cautela – osserva Della Santa –, il preventivo dev’essere costruito sovrastimando i costi e sottostimando le entrate. Questo però non deve giustificare livelli eccessivi di prudenzialità. Tornando al mozionante, il pre-consuntivo diventa allora un aiuto? Sarei prudente al riguardo, perché scostamenti anche importanti possono sempre verificarsi».
Sempre la Loc (articolo 177) sancisce che il Consiglio comunale “su proposta del Municipio stabilisce il moltiplicatore di regola con l’approvazione del preventivo dell’anno a cui si riferisce, ma al più tardi entro il 31 maggio”. Preventivo e moltiplicatore sono dunque legati a doppio filo, ma il concetto secondo cui le due decisioni andrebbero adottate “di regola” insieme, lascia spazio anche a decisioni in tempi diversi. Ciò che in Ticino capita di rado. «Non vi è un obbligo di legge», conferma il direttore della Sel. Svincolare la decisione sul moltiplicatore da quella sul preventivo «consente al Consiglio comunale di non bloccare i bilanci e di prendersi più tempo, se lo ritiene opportuno, per dibattere del prelievo fiscale». In tal caso, come base di calcolo, verrebbe utile il consuntivo dell’anno precedente e non più solo quello di due anni prima, come succede quando la decisione sul preventivo cade a dicembre. Consuntivo che sempre in base alla Loc (articolo 33) va presentato entro il 15 maggio dell’anno successivo. Male che vada – entrando nella logica di Beltraminelli secondo cui sarebbe utile decidere il moltiplicatore considerando anche il pre-consuntivo o, perché no, il consuntivo definitivo –, vi sarebbe un margine di almeno due settimane. Tema forse per un futuro non lontano, visto che dal 2025 sarà possibile differenziare il moltiplicatore fra persone fisiche e giuridiche.