Ticino

Venuti lascia la vicepresidenza Ps: ‘Speravo in un cambiamento’

Dimissioni a sorpresa (e con polemica) durante il comitato cantonale. ‘Non possono più attendere’. Riget: ‘Sulle comunali bilancio in chiaroscuro’

In sintesi:
  • ‘La mia coscienza non può condividere certe affermazioni sul Decreto Morisoli’
  • Riget: ‘Ci dispiace saperlo così, non è un segreto che i rapporti non erano semplici’
(Ti-Press)
24 aprile 2024
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«Mi dimetto dalla vicepresidenza del partito. Non posso più aspettare altre contrarietà. Ho atteso dopo le elezioni, sperando che qualcosa cambiasse. Purtroppo non è stato così nemmeno dopo il comitato di autocritica a porte chiuse dello scorso marzo». A sorpresa, senza aver avvisato prima la Direzione del partito, Adriano Venuti ha annunciato durante il comitato cantonale di questa sera a Giubiasco la sua rinuncia alla vicepresidenza del Ps. «La mia coscienza non può condividere alcune affermazioni che sono state fatte a proposito del ‘Decreto Morisoli’, come il fatto che non abbia inciso sul Preventivo, o altre sulla guerra in Palestina, dove non si ha avuto il coraggio di parlare di genocidio». Pronta la replica della copresidente Laura Riget: «Ci dispiace di saperlo in questo modo. Non è un segreto che i rapporti non sono mai stati i più semplici. Ne parleremo per capire le tue motivazioni».


Riget che davanti al ‘parlamentino’ socialista ha anche fatto un bilancio delle elezioni comunali appena concluse. «L’analisi ci dà un quadro chiaroscuro. Nei grossi centri abbiamo tenuto bene. Anche a Lugano, dove molti vedevano il nostro seggio in municipio a rischio. La realtà è che l’abbiamo confermato con solidità». Discorso diverso, invece, nei comuni medi e piccoli. «Qui c’è stato un arretramento – ammette la copresidente –. Abbiamo perso come fronte rossoverde una decina di municipali e ancora più consiglieri comunali. È un esito che ci ha un po’ sorpresi perché le mobilitazioni e i referendum portati avanti negli ultimi mesi hanno permesso di fare vedere che ci siamo e lavoriamo». Riget ha poi ricordato il risultato «un po’ sorprendentemente positivo» delle precedenti elezioni comunali. «Eravamo avanzati parecchio, anche sulla spinta dell’onda verde». A proposito di Verdi: «Abbiamo sempre detto che alla fine di questo anno avremmo fatto un incontro con loro per fare un punto della situazione. E così sarà. Dobbiamo vedere come andare avanti, fare chiarezza per i prossimi quattro anni perché per noi non si tratta solo di un’alleanza elettorale».


Nel futuro, immediato, c’è poi l’importante appuntamento alle urne del 9 giugno dove si voterà, a livello cantonale, della riforma fiscale. «È la madre di tutte le votazioni, perché porta nel suo grembo l’impostazione che si darà alla legislatura», ha spiegato il copresidente Fabrizio Sirica. «Con un ‘no’ possiamo dare un chiaro segnale anche in visto del Preventivo 2025, che sarà segnato da questa votazione». Sempre a livello cantonale, un altro tema ‘caldo’ sono le misure di compensazione sulla Cassa pensione degli impiegati statali. «Se non passa questo larghissimo compromesso ci sarà un taglio molto importante alle pensioni. Sarebbe un colpo durissimo. Stiamo facendo un ‘all-in’. Se non passano queste misure per anni non si potrebbe più parlarne».

I due copresidenti, appena presa la parola, hanno anche ribadito la loro vicinanza a Fiorenzo Dadò, condannando le minacce ricevute. «Atteggiamenti che non possiamo tollerare come cittadini».+