Presentato il nuovo comitato organizzativo che comprende la sinistra politica, associativa e sindacale. Il corteo partirà alle 14.30 verso Piazza governo
«Questo Primo maggio ribadiamo che chi vuole disunire i lavoratori lo fa perché vuole dominarli». È ‘unione’ la parola d’ordine che lancia il corteo che si terrà mercoledì 1° maggio a partire dalle 14.30 a Bellinzona in occasione della Festa del lavoro. Ed è con queste parole che oggi in conferenza stampa Renato Minoli, presidente regionale dell’Uss, l’Unione sindacale svizzera, ha lanciato la manifestazione: «Lo slogan di questo Primo maggio è ‘Pubblico e privato: solidarietà. Uniti per salari, pensioni e lavoro di qualità’. Quando si parla di lavoro, tra pubblico e privato non c’è distinzione. Anzi, dividere o indebolire i lavoratori è per cercare di dominarli. La contrattazione individuale non porta a nulla. Senza unità, senza questa battaglia insieme, senza questo impegno sindacale non si potrà mai ottenere niente».
«La Festa del lavoro – afferma Minoli – ha assolutamente ancora senso, soprattutto in questo periodo. Quanto ottenuto dopo la Seconda guerra mondiale è stato poi messo in dubbio. Il Primo maggio serve proprio a questo, a rinnovare l’impegno a favore dei lavoratori per ridefinire gli obiettivi sociali che un sindacato deve porsi. Obiettivi sociali che vanno sottolineati anche in momenti festosi, perché il Primo maggio vuole essere anche una festa».
Il lancio del corteo è stato anche l’occasione per presentare una novità. «Abbiamo costituito una nuova entità per rafforzare i festeggiamenti del Primo maggio», rileva Minoli. «L’idea – rilancia il vicepresidente regionale dell’Uss Giangiorgio Gargantini – è di allargare la fase organizzativa e di programmazione a tutta la sinistra politica, associativa e sindacale del cantone per organizzare non solo la giornata della Festa del lavoro, ma anche altre attività durante l’anno». I membri del comitato Primo maggio sono le federazioni dell’Uss, quindi Unia, Vpod, Sev, Syndicom, Ssm e Garanto. A livello politico hanno aderito il Partito socialista, i Verdi, il Partito comunista, il Pop, il Forum alternativo e le rispettive organizzazioni giovanili, a cui si aggiungono il Sisa e il Collettivo scintilla.
«Parlare di salari e di pensioni – prosegue Gargantini, questa volta in veste di segretario regionale di Unia – è essenziale. Approfitteremo di questo Primo di maggio per rimarcare come la situazione del Ticino sia al limite, con salari circa del 20% inferiori rispetto al resto della Svizzera, nonostante un medesimo costo della vita».
A partecipare alla conferenza stampa di oggi per la Vpod, il segretario cantonale Raoul Ghisletta: «La situazione contrattuale dei servizi pubblici e sociosanitari è nota ed è anche stata oggetto di diverse manifestazioni. Questo è il frutto del Preventivo 2024 e di ciò che ci aspetta nel 2025, vale a dire dell’imposizione di risanare le finanze cantonali unicamente agendo sulla riduzione delle spese. L’effetto di una simile politica finanziaria non può che andare a colpire la qualità dei servizi e del lavoro, le condizioni di lavoro e i salari».
Per il Sev Angelo Stroppini illustra: «Le misure di risparmio cantonali stanno incidendo inevitabilmente anche sul settore dei trasporti pubblici. Se nel 2024 non c’è stato un peggioramento dell’offerta è perché l’orario era già stato pubblicato. Nel 2025 il rischio è però tangibile. In Ticino la mobilità pubblica negli anni è aumentata e per far fronte a questa crescita le aziende hanno assunto diverso personale. Se l’offerta calerà sarà un problema».
«Per difendere il potere d’acquisto – asserisce Carlo Lepori per il Ps – il rincaro sul salario versato dovrebbe essere la prassi generale. Se aumentano i prezzi e i salari rimangono uguali vuol dire che si viene pagati meno per fare lo stesso lavoro e questo non è accettabile. Anche la crescita continua dei premi di cassa malati lede enormemente il potere d’acquisto andando a toccare in particolare il ceto medio e medio-basso».
Presente oggi a Bellinzona per il Pc, Samuel Iembo: «Non vogliamo che si fomenti la guerra tra poveri facendo scadere la qualità del lavoro. Bisogna unire i lavoratori, indipendentemente dal fatto che operino nel pubblico o nel privato».
«Per avere una giustizia ambientale – spiega Marco Rudin per i Verdi – ci vuole una giustizia sociale: se la popolazione è indebolita non può curarsi dell’ambiente».