Il copresidente Ps: ‘Salvaguardare l'immagine delle istituzioni’. Dadò (Centro): ‘Chi sa come sono andati i fatti parli senza alcun timore’
«Ritengo sia perlomeno opportuno che il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi si autosospenda dalla conduzione della Polizia, almeno fino a che l'inchiesta non sarà terminata», afferma a ‘laRegione’ il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica.
La notizia del giorno – vale a dire l'apertura di un incarto da parte della Procura sull'incidente automobilistico che ha coinvolto Gobbi, e le procedure seguite dopo l'incidente stesso – insomma comincia già a far discutere la politica. Un’inchiesta, riprende Sirica, «che vede un agente indagato per ipotesi di favoreggiamento nei confronti del direttore del Dipartimento istituzioni, quindi penso sia un passo che egli debba compiere». Con una premessa sottolineata due volte: «Senza alcuna preclusione e senza pregiudizio nei confronti di nessuno, ma per salvaguardare l’immagine delle istituzioni che purtroppo rischia di essere compromessa dall’apertura di un’inchiesta di questo tipo».
Per Sirica, «ci sono troppe zone d’ombra e troppe dichiarazioni prima fatte poi ritrattate, e tutto ciò non aumenta né favorisce la fiducia nelle istituzioni».
«La questione si pone, e sicuramente il Consiglio di Stato dovrà fare le sue valutazioni. Però per la separazione dei poteri non tocca a me o noi deputati avanzare una richiesta simile», commenta dal canto suo il presidente cantonale del Centro Fiorenzo Dadò.
Per quanto concerne invece il capitolo inchiesta della Procura, per Dadò «è giusto fare tutti gli accertamenti del caso e di acclarare eventuali responsabilità dentro la Polizia. Naturalmente, gli accertamenti devono riguardare tutte le responsabilità: dalle più piccole alle più grandi, e per essere ancora chiari, se ci sono delle mele marce vanno tolte tutte, non solo quelle più piccole. Questo per evitare che si finisca con l'intaccare tutto il cestino e tutte quelle sane».
Dal presidente del Centro era partita l'interpellanza che ha dato il La al caso, e infatti ribadisce che «a tempo debito, sarà difficile nella prossima seduta di Gran Consiglio essendo in corso un'inchiesta della Procura, ci attendiamo risposte precise e puntuali a tutte le domande che abbiamo posto». Ma in qualità di interpellante, Dadò ha avvertito un po’ di silenzi per non parlare di omertà? «Sì, non solo omertà ma anche parecchia paura, e il che non è sicuramente un buon segnale di salute delle istituzioni in generale. C’è da augurarsi che con questa inchiesta chi sa come sono andati i fatti possa parlare e lo faccia senza alcun timore». Il tutto «per la chiarezza necessaria».
Sulla possibilità di sospensione di Gobbi dalla conduzione della Polizia taglia corto il presidente dell'Udc Piero Marchesi: «È una competenza del Consiglio di Stato, la decisione deve essere loro».
Anche il Movimento per il socialismo fa sentire la sua voce, e con un'interpellanza urgente inoltrata al Consiglio di Stato chiede che l'incarto sia gestito da un procuratore straordinario esterno "magari proveniente da un altro Cantone" e domanda al governo se "non ritiene necessario che le responsabilità politiche relative alla magistratura e alla polizia oggi attribuite a Norman Gobbi nella sua qualità di responsabile del Dipartimento istituzioni, vengano affidate a un altro membro dell'Esecutivo, perlomeno fino alla fine dell'inchiesta".
Nel comunicato stampa allegato all’interpellanza, l'Mps rivolge anche un appello a Gobbi "affinché rifletta, e da subito, sulla necessità di fare un passo indietro, decidendo di porre termine alla sua carriera di consigliere di Stato. Se veramente, come spesso dice, crede al valore delle istituzioni che dirige, non crediamo vi siano dubbi su quella che dovrebbe essere la sua decisione”.
Il Movimento per il socialismo propone quindi la designazione di un procuratore pubblico esterno alla magistratura ticinese. Non sarebbe la prima volta. Accadde nel 2000, quando scoppiò il cosiddetto Ticinogate: il Consiglio di Stato dell’epoca designò procuratore pubblico straordinario l’avvocato locarnese Luciano Giudici, in passato già magistrato inquirente. Erano i risvolti elvetici dell’inchiesta della Procura antimafia di Bari su contrabbando di sigarette e riciclaggio. Sullo sfondo anche l’ipotesi di corruzione nei confronti dell’allora presidente del Tribunale penale cantonale e dell’allora procuratore generale. Quest’ultimo venne completamente scagionato, dopo poco tempo, dal pp straordinario Giudici. Per contro il presidente del Tribunale penale fu rinviato a giudizio e condannato a Lugano per corruzione passiva.