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‘Ha fatto anche cose buone’

Anche Trump tra gli affascinati da Hitler. Dare una rispolverata ai dittatori va sempre più di moda, da Mussolini a Pol Pot

In sintesi:
  • Ma quand'è che abbiamo smesso di aspirare a un grande leader che ‘ha fatto anche degli errori’, accontentandoci invece di cavare a tutti i costi qualcosa di buono da un criminale?
  • Roberto Benigni, negli anni Novanta, trovò le giuste parole per descrivere il fenomeno usando un elettricista e il Mostro di Firenze
Trump con il baffetto d’ordinanza
(Keystone)
16 marzo 2024
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“È come se chiamassi un elettricista per rifarmi l’impianto, lui arriva, fa un lavoro perfetto, poi mi tromba la moglie, mi sventra la figlia, mi stupra la cognata, mi violenta il nonno. Arrivo e gli dico: ‘Oh, ma che hai combinato?’ ‘Eh no, però guarda che bell’impianto ti ho fatto’”.

Quando la realtà si allinea al paradosso, serve quasi sempre un comico per rimettere le cose a posto. Così parlava sul palco Roberto Benigni, a metà anni Novanta, quando l’Italia – complice l’alleanza tra Fini e Berlusconi – iniziò a sdoganare il fascismo a reti unificate con la frase, martellante come un jingle pubblicitario, “Mussolini fece anche cose buone”. La pronunciavano all’unisono gli ex missini (insomma, i fascisti) al governo, i cosiddetti alleati moderati, alcuni giornalisti di punta e tutti gli storici da bar. E via con tutte quelle scempiaggini su Mussolini che s’era inventato le pensioni (c’erano già, per alcuni dal 1895, poi estese a tutti nel 1919); Mussolini che costruiva strade e ferrovie (era il periodo storico in cui mezza Europa le costruiva); Mussolini e le sue leggendarie bonifiche (si scoprirà che degli 8 milioni di ettari inizialmente promessi, il regime annunciò la bonifica di 4, che poi erano in realtà due, di cui uno e mezzo bonificato prima della Marcia su Roma)…


Keystone
No, non hanno fatto ‘anche cose buone’

Insomma, queste “cose buone” spesso non sono state nemmeno fatte, ma poniamo che sì, come nel caso dell’elettricista di Benigni: siamo davvero convinti che asfalto, binari e pensioni bilancino anni di squadrismo, leggi razziali, partiti unici e soppressione della libertà?

I comunisti di Putin, quelli che a forza di giravolte non distinguono più la destra e la sinistra, sono arrivati a dipingere l’Ucraina come il Terzo Reich, i gulag come campi scout e Navalny come uno con la sinusite cronica; nel libro “Come sfamare un dittatore”, la cuoca di Pol Pot ripete ossessivamente quanto fosse un brav’uomo il leader dei khmer rossi. D’altronde, per citare ancora il Benigni di quell’attualissimo monologo che ha quasi trent’anni, “anche il Mostro di Firenze avrà detto buongiorno a qualcuno qualche volta”.


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Roberto Benigni sul palco

Nel giochino del “ha fatto anche cose buone” pare sia caduto anche Trump, tra l’altro con quello che ha fatto meno cose buone di tutti, Adolf Hitler, ammirato da The Donald per come ricostruì l’economia di un Paese in ginocchio e per come si faceva rispettare dai suoi generali. “Un tipo tosto”, parola di Trump, il quale – stando a una vecchia intervista dell’ex moglie Ivana – teneva sul comodino della camera da letto un libro del Führer, mentre in ufficio, per salutarlo, si dovevano “sbattere i tacchi, alzare il braccio e dire Heil Hitler”.

Ma quand’è che abbiamo smesso di aspirare a un grande leader che “ha fatto anche degli errori” (pensiamo a Salvador Allende, fedifrago con la segretaria-amante praticamente in casa, o a Nelson Mandela che chiudeva gli occhi davanti agli affari loschi della sua disastrata famiglia), accontentandoci invece di cavare a tutti i costi qualcosa di buono da un criminale?


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Il leader sanguinario Pol Pot sorridente con i nipoti

Quasi per autodifesa, la vita adulta e le sue delusioni ci portano a ridurre le aspettative. E così, senza nemmeno accorgercene, talvolta abbassiamo l’asticella oltre il dovuto, in amore e in amicizia, sul lavoro e nel tempo libero, finendo con l’avere meno di quel che meritiamo. Quando è una società intera ad abbassarla, arrivano gli Hitler, i Mussolini, i Putin. O quelli che li ammirano, come Trump.