Sogno o son Festival

Sanremo, serata cover: vince Geolier, l'Ariston fischia

Della bella festa della musica ricorderemo ‘La rondine’ di Angelina (seconda), il Dalla di Mahmood, l'italiano vero di Ghali e il Vecchioni generazionale

Geolier

Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio, con un Medley dal titolo ‘Strade’, hanno vinto la serata delle cover. La Top 5 del venerdì di Sanremo è completata da Angelina Mango con ‘La rondine’, Annalisa e La Rappresentante di Lista con ‘Sweet Dreams (Are Made of This)’, Ghali e Ratchopper nel medley intitolato ‘Italiano vero’ e Alfa con Roberto Vecchioni in ‘Sogna ragazzo sogna’.

La cronaca

Il tributo che la musica italiana dedica a sé stessa, denominata “Serata delle cover” (ma anche “dei duetti”) comincia da un record: la playlist del Festival di Sanremo 2024 è in testa a tutte le playlist del Pianeta. A questo venerdì di testi e musiche contribuiscono 272 artisti tra cantanti, musicisti e ballerini. Sempre che il duettante sia rispettoso del cantante in gara (nel 2023 Michele Zarrillo fece il fenomeno sulla sua ‘Cinque giorni’ con il povero Will), e sempre che il cantante in gara sia rispettoso delle canzoni (e nel 2023 Madame rispettò ‘Via del Campo’ di Fabrizio De Andrè), sarà una festa italiana.

E per fortuna che c’è l’Umberto

Alla presenza di Sua altezza serenissima il Principe di Monaco, ma senza aggiungere nulla alla storia della canzone, l’ex ‘Amici’ Sangiovanni duetta con sé stesso in ‘Farfalle’ (★★☆☆☆) e con la ex ‘Operación Triunfo’ Aitana, prima che Annalisa e La Rappresentante di lista rendano degnissimo omaggio agli Eurythmics di ‘Sweet Dreams’ (★★★★☆), accentuandone le peculiarità: ritmica pompatissima, voci pompatissime (cosa che Annie Lennox insegna non essere fondamentale) e coro pompatissimo; Gianna Nannini assiste Rose Villain in un medley e su ‘Sei nell’anima’ ci sono “più stecche che in una sala biliardo” (© Narzisi). Stelle al medley: ★☆☆☆☆. Quello di Gazzelle e Fulminacci è un bel ‘Grazie Roma’ che li accomuna entrambi, e per rendere omaggio a ‘Notte prima degli esami’ di un re di Roma si può anche lasciarla com’è (★★★☆☆).

A The Kolors piace vincere facile con un pezzi da Novanta, ancor più Ottanta e Settanta: cinque stelle a tre miniere d’oro intitolate ‘Ti amo’, ‘Tu’ e ‘Gloria’ e tre stelle (queste: ★★★☆☆) a un buon set. Come se non bastasse Diodato, anche Roberto Vecchioni ha deciso di ‘smuoverci’ dentro, come sempre fa. ‘Sogna, ragazzo sogna’ cantata di fianco a un ventenne è prima un colpo d’occhio e poi musica, e infine rap: Alfa in lacrime, giornalista pure e pubblico in piedi (★★★★★).

Operazione simpatia

L’unione tra scappati di casa BNKR 44 + Pino D’Angiò produce un divertentissimo cortocircuito discomusic intitolato ‘Ma che idea’ (★★★☆☆), l’incontro tra ego Irama + Riccardo Cocciante lascia ‘Quando finisce un amore’ così com’era, un pezzo di Cocciante (★★☆☆☆ al duetto, non alla canzone). Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani si scambiano ‘Che sia benedetta’ e ‘Occidentali’s Karma’ e son tre stelle all’entusiasmo (★★★☆☆); Skin è parte dell’‘Hallelujah’ già preghiera prima dei Santi Francesi, nella coraggiosa decisione di non fare del brano di Leonard Cohen l’ennesima versione da video del matrimonio (★★★☆☆).

Italiani veri

Quando arrivano i Ricchi e Poveri con Paola e Chiara per cantare il monolite ‘Sarà perché ti amo/Mamma Maria’ pare l’ultimo dell’anno, e il giudizio (a rischio di trenino) è sospeso per troppo successo. Ghali che canta “un italiano vero” nell’omonimo medley (★★★★☆) chiuso dal brano di chi ‘L’italiano’ l’ha scritto, è messaggio inclusivo ancor più forte dell’extraterrestre che il rapper porta in gara. Clara e Ivana Spagna si affidano a un Elton John minore, ‘The Circle of Life’, pachidermica ballad da Oscar (il che la dice tutta sulla categoria della Miglior canzone), e con modulazione assassina consegnano alla storia una versione non imprescindibile del Re Leone (★★☆☆☆). La vera Loredana Bertè non è in ‘Pazza’ ma in ‘Ragazzo mio’ di Luigi Tenco, sessant’anni di canzone per settantatré anni di cantante (★★★☆☆). Geolier si unisce a Luché e Gigi D’Alessio per il medley ‘Strade’, sul quale restiamo al semaforo cercando, per il momento invano, di capire la nuova canzone napoletana (★★☆☆☆).

Incanto

Alle 23.44, come da scaletta ufficiale, è la volta di Angelina. Nel quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma ci sono musicisti che incisero ‘Disincanto’, l’album che contiene ‘La rondine’, scritta da papà Mango che pare ieri. Angelina è perfetta (★★★★★) e fa la storia senza versare nemmeno mezza lacrima: l’hater è servito.

Sole, mare, ‘Mambo salentino’ e dintorni per Alessandra Amoroso con Boomdabash (★★★☆☆); Dargen D’Amico s’imbarca in un tributo a Morricone più grande di lui (★★☆☆☆), mentre la versione di ‘Com’è profondo il mare’ del sardo-milanese Mahmood insieme ai Tenores di Bitti – inclusa la traccia audio isolata di Lucio, messa ‘in dialogo’ con altre cinque splendide voci – è un concept mediterraneo che è quanto di meglio ascoltato sin qui. Quasi servirebbe una sesta stella (basta digitarla: ★★★★★★).

Dai Queen a Labelle

Un grazie ai Negramaro per avere strappato, insieme a Malika Ayane, la ‘Canzone del sole’ all’allestimento oratoriale che spesso l’accompagna, cambiandone i quattro accordi eterni per recuperarli sulla coda ritmicamente U2: la revisione chiama un brivido, anzi quattro (★★★★☆). Tiziano Ferro alla maniera di Emma con Bresh pare andare chissà dove per poi fermarsi alla grandezza delle due composizioni, ‘Non me lo so spiegare’ e ‘Sere nere’ (★★☆☆☆). Nel borbottìo della sala stampa, Il Volo affronta con Stef Burns i Queen di ‘Who Wants To Live Forever’, e potrebbe anche bastare l’avere assistito a un assolo di chitarra in diretta televisiva (★★★☆☆).

Aperta da Filippo Timi, la dichiarazione d’amore di Jack Savoretti nei confronti della canzone italiana si compie con Diodato nel De André di ‘Amore che vieni, amore che vai’, che ha il suono di ‘Singing To Strangers’ (★★★★☆). La Sad con la canzone giusta – ‘Lamette’ di e con Rettore – sono finalmente La Sad (★★★☆☆), e nella gara a chi urla di più tra Il Tre e Fabrizio Moro è patta, tre stelle ai due che paiono volersi un gran bene (★★★☆☆). BigMama che rappa in avellinese con Gaia, La Niña e Sissi sull’inesauribile fonte di femminilità intitolata ‘Lady Marmalade’ vale il biglietto (★★★★☆).

Meravigliosi

C’era Moro, c’è anche Meta (Ermal), che con Maninni canta ‘Non mi avete fatto niente’, non distante da come la canzone fu quando vinse il Festival (★★★☆☆). Fred De Palma ed Eiffel 65 sono una cosa sola e ‘Blue (Da Ba Dee)’ è una delle ragioni d’essere del Festival di Amadeus (★★★☆☆). Alla una e trenta, al grido di “Belli svegli!”, Renga e Nek si scambiano ‘Meravigliosa’, ‘Angelo’, ‘Fatti avanti amore’ e ‘Laura non c’è’, cinque stelle (★★★★★) a due dei maggiori contribuenti del canzoniere pop italiano, quello che piace al papà, alla mamma e alla figlia (Jolanda, quella di Renga).