Riconosce di aver approvato lo sconto sull'acquisto del dipinto per il Comune, proposto dal venditore. Nel decreto d'accusa il ‘dolo eventuale’.
“Non ho mai agito con lo scopo di trarre un vantaggio personale a scapito del Comune di Massagno, e ne dà atto il decreto di accusa emanato nei miei confronti”. Comincià così la nota stampa diffusa dall’ex sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti che, suo malgrado, accetta il decreto d’accusa spiccato proprio oggi dal Ministero pubblico. Bruschetti, come si ricorderà, era finito sotto inchiesta con le accuse di truffa, amministrazione infedele aggrevata e infedeltà nella gestione pubblica.
Nel decreto d’accusa, firmato dal Procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna, figura unicamente il reato di infedeltà nella gestione pubblica aggravata, mentre sono cadute le ipotesi di truffa e di amministrazione infedele. La condanna è dunque definitiva, visto che l’ex sindaco non contesterà il decreto e Bruschetti si dichiara sollevato: “Per trentadue anni ho dato al mio Comune impegno, energia, passione e dedizione, contraccambiate dalla rinnovata fiducia che ho raccolto dai cittadini a ogni scadenza di mandato, e mi rivoltava sentirmi accusato di aver agito da principio con la volontà di svantaggiare Massagno per far prevalere il mio personale interesse”. Tuttavia, Bruschetti ammette di aver commesso degli errori: “Anzitutto, per aver voluto contrattare un quadro per me, nel contesto dell’acquisto di un dipinto per il Municipio su esplicita richiesta del segretario comunale, con cui omaggiare un dipendente di lungo corso. Così facendo mi sono ritrovato nei fatti ad affiancare all’interesse pubblico, da garantire con la mia funzione di sindaco, il mio interesse privato, creando un oggettivo potenziale conflitto di interessi e dunque una situazione equivoca”.
Bruschetti riconosce che “ciò avrebbe imposto particolare prudenza e cautela, che invece non ho avute, accettando di correre il rischio, poi concretizzatosi, che per autonoma sua iniziativa il venditore, per favorirmi, caricasse sul quadro per il Comune lo sconto praticato su quello a me destinato, per 400 franchi. E così mi sono venuto a trovare nelle condizioni di constatare che per quella cifra avevo commesso un reato, per ‘dolo eventuale’, a detrimento del Comune di Massagno, che mai avrei voluto compiere, né pensavo di aver compiuto”. Nella nota, l’ex sindaco dichiara di accettare la decisione del Ministero pubblico, comunque attenuata rispetto al tenore delle accuse: “Pago il mio errore con il decreto di accusa, ma soprattutto l’ho pagato facendomi subito da parte, ancora una volta in nome del prevalente interesse del Comune, a cui debbo la mia riconoscenza, e che ho sempre servito al meglio delle mie possibilità”.