Fatte le migliorie e risolto il problema dell’elettrosmog, l’Ufficio federale dei trasporti ha approvato il progetto bis delle Ffs
Potrebbe avvicinarsi – sempre che anche in questo caso non subentrino dei ricorsi – la realizzazione sia della nuova fermata Tilo prevista dietro Piazza Indipendenza a Bellinzona, sia del terzo binario fra la stazione cittadina e il ponte del Tombone con tanto di secondo tunnel parallelo al primo sotto la rocca di Montebello. Nuovo binario destinato a eliminare il principale collo di bottiglia lungo la rete ferroviaria veloce nord-sud del San Gottardo. L’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha infatti approvato i piani per entrambe le opere. “Si tratta di un passo importante – sottolinea l'Uft in un comunicato – per l’ulteriore sviluppo della rete celere regionale del Ticino, con la cadenza di 15 minuti tra Bellinzona e Locarno, e per la capacità di trasporto sull’asse nord-sud”. Le Ffs, ricordiamo, negli anni passati hanno già realizzato il terzo binario dal ponte del Tombone fino alla stazione di Giubiasco; manca appunto all'appello il tratto cittadino di circa un chilometro. Mentre è già stato approvato l’ampliamento a binario doppio fra Contone, ponte sul fiume Ticino e Tenero, come pure è stata inaugurata lo scorso dicembre la nuova fermata di Minusio.
A livello di tempistica – come già comunicato lo scorso aprile dalle Ffs – siccome l'esecuzione del raddoppio binari fra Contone e il ponte sul Ticino verrà avviata quest'anno e la linea ferroviaria Bellinzona-Locarno non sopporterebbe due o più grandi cantieri contemporaneamente, quello del terzo binario è stato ulteriormente posticipato dal 2024 (inizialmente le previsioni indicavano l'avvio nel 2022/23) al 2026. La conclusione adesso è quindi prevista nel 2031, sempre appunto che un'eventuale altra tornata di ricorsi non obblighi ad allungare ulteriormente l'iter.
Il progetto ora approvato dall’Uft costa circa 200 milioni di franchi, dei quali si farà carico la Confederazione. Viste le varie opposizioni e i ricorsi interposti dai confinanti nel 2019 e 2020 in occasione della prima e seconda pubblicazione dei piani, “diverse ottimizzazioni” sono state operate dalle Ffs “volte a migliorarlo in quanto a radiazioni non ionizzanti (ndr: che incidevano oltremodo sulla palestra della confinante scuola sud cittadina), rumore, vibrazioni e struttura”. Adesso il progetto “rispetta anche i requisiti Unesco che nel 2000 ha inserito i castelli di Bellinzona nella sua lista del Patrimonio mondiale culturale”. A ogni modo, l'approvazione dei piani rilasciata dall'Uft è impugnabile entro 30 giorni davanti al Tribunale amministrativo federale.
Dal profilo paesaggistico e del rumore già l'anno scorso l’Ufficio federale della cultura in accordo col Cantone (Ufficio beni culturali e Ufficio prevenzione rumori) ha stabilito che la parete fonica da realizzare nei pressi della stazione cittadina dovrà avere un’altezza massima di 1,90 metri dal piano dei binari e che dovrà essere realizzata interamente con materiale fonoassorbente. Valutazioni fatte considerato che il comparto urbanistico rientra nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos) relativo al centro storico al comparto Unesco.
La prima versione, si ricorderà, aveva suscitato ampie contestazioni: durante la pubblicazione dei piani avvenuta nel maggio 2019, all’Uft erano pervenute 27 opposizioni, alle quali se ne sono aggiunte altre 16 dopo la seconda pubblicazione (terminata nel dicembre del 2020) che includeva una serie di migliorie al progetto. Negli anni sono in particolare sorte critiche riguardo all’elettrosmog previsto in una parte della palestra delle scuole elementari sud di Bellinzona (le Ffs hanno in questo caso apportato una serie di accorgimenti tecnici), al rumore e alle vibrazioni (le misure di protezione sono state adeguate e ottimizzate) e agli aspetti architettonici che pure hanno subito diverse modifiche puntuali.