Il Consiglio di Stato ha rigettato tutte le critiche sull’informazione data dal Municipio al legislativo prima della votazione sulla variante di Pr
Il 4 aprile 2023 con l’apporto di Plr, Sinistra, Centro e Lega la decisione è stata adottata a larga maggioranza dal Consiglio comunale di Bellinzona con 39 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto “sulla base di una proposta municipale completa e documentata, dopo un esame commissionale approfondito e al termine di una dibattito plenario che ha permesso a tutti i consiglieri presenti in seduta di determinarsi con la necessaria cognizione”. Tutti respinti dal Consiglio di Stato i dieci ricorsi interposti contro la decisione appunto favorevole del Cc cittadino per l’adozione del Piano particolareggiato del nuovo Quartiere Officine previsto al posto dello stabilimento industriale Ffs. Come risulta dalle 17 pagine di decisione governativa trasmessa alle parti, il governo cantonale non ravvisa lacune nella procedura seguita dal Municipio e dal legislativo per sviluppare la documentazione e poi decidere sulla variante di Piano regolatore che indica la possibilità d’inserire negli oltre 100mila metri quadrati diversi contenuti tecnologici e di ricerca, formativi e scolastici, culturali e aggregativi, abitativi e commerciali.
Per contro, il governo cantonale non entra nel merito delle diverse critiche espresse dai ricorrenti sulla strategia insediativa e sui suoi contenuti condivisi e concordati dai tre attori – che sono Ffs, Cantone e Città – non essendo la decisione del Cc impugnabile, in questa fase, dal profilo dei contenuti, ma unicamente da quello appunto dell’iter politico in base alla Legge organica comunale (Loc) che indica i tempi e le modalità di coinvolgimento dell’organo legislativo affinché sia compiutamente e correttamente informato di quanto andrà a votare. Ora i dieci ricorrenti hanno tempo trenta giorni per eventualmente impugnare la decisione governativa davanti al Tribunale amministrativo cantonale, consci del fatto che le loro critiche nel merito del Piano particolareggiato e dei suoi contenuti potranno essere esposte ricorrendo in un’altra occasione futura – ossia quando il Comune pubblicherà la variante così come decisa dal Cc –, in base alla Legge sullo sviluppo del territorio (Lst) e non più alla Loc.
Fra i ricorrenti c’era anche chi lamentava una violazione della Legge sulla pianificazione del territorio (Lpt) in materia di informazione alla popolazione. Ma anche in questo caso il governo ritiene infondata la critica “poiché la popolazione, e di conseguenza i consiglieri comunali quali cittadini, è stata debitamente informata e ha potuto attivamente partecipare al processo pianificatorio formulando osservazioni, critiche e suggestioni che sono state oggetto di valutazione da parte del Municipio che ne ha poi dato riscontro al Cc con la variante” in oggetto. A questo proposito tutti i documenti redatti nell’ambito dell’esame preliminare e il preavviso dipartimentale erano stati depositati per un mese nel giugno 2022, a disposizione di chiunque. E in effetti all’autorità comunale erano state inoltrate in quella circostanza nove osservazioni da parte di associazioni di categoria, partiti e privati sollevando diverse argomentazioni: contrarietà a nuove abitazioni privilegiando semmai altri contenuti amministrativi, formativi, lavorativi o di ricerca; sfruttamento eccessivo, con possibili ripercussioni negative verso altre zone cittadine; contenibilità del Pr; invito a pensare anche ad altri contenuti, come ad esempio il nuovo ospedale regionale preservando così i terreni della Saleggina; mancanza nella documentazione di strumenti normativi e piani vincolanti; infine maggior coinvolgimento della popolazione e dei portatori d'interesse. Temi, rileva il CdS, “che sono poi stati valutati nell'ambito dell'affinamento della proposta pianificatoria, poi ridimensionata, alla luce anche di quanto richiesto dal preavviso dipartimentale”.
Quanto alla critica di fondo sull’informazione data dal Municipio ai consiglieri comunali, i ricorrenti ritenevano che le due commissioni del Cc chiamate a preavvisare il messaggio non sarebbero state in grado di esprimersi compiutamente non avendo potuto eseguire le necessarie verifiche sulla revisione del dimensionamento della zona edificabile e della contenibilità del Pr. Il CdS per contro ritiene che analizzando la documentazione agli atti, emerge che i due temi siano stati espressamente trattati dal Municipio nel medesimo messaggio e nel rapporto di pianificazione allegato. Inoltre le due stesse commissioni “hanno trattato in maniera specifica e approfondita il tema” sia in riunioni apposite con municipali e pianificatori, sia tramite domande scritte e risposte ricevute. Non da ultimo l’aspetto “è stato sollevato e discusso anche durante il dibattito plenario del 4 aprile 2023, con risposte del Municipio” fornite seduta stante. Nel merito, a ogni modo, si potrà entrare solo in occasione di un prossimo ricorso “nell'ambito della seconda pubblicazione ai sensi della Lst”.
Per tutti questi motivi il governo rigetta le tesi ricorsuali: “I commissari prima e i consiglieri comunali poi non hanno infatti preso in maniera acritica le informazioni ricevute, bensì le hanno trattate e analizzate in modo approfondito”. Il processo decisionale “non è avvenuto alla leggera poiché i consiglieri, sebbene confrontati con opinioni contrastanti, hanno comunque potuto deliberare con cognizione di causa, coscienti dello stato attuale delle schede R1, R6 e R10 del Piano direttore cantonale approvate dal Consiglio federale, delle loro possibili applicazioni e interpretazioni”. Infine, rispondendo alla censura secondo cui le varianti di Pr sono ammissibili solo a titolo eccezionale per sfruttare le zone edificabili in vigore, e perciò le Officine non sarebbero azzonate trovandosi le medesime nel Piano settoriale delle Ferrovie, con conseguente delibera da parte del Cc senza la necessaria informazione, il Consiglio di Stato la respinge ricordando che il comparto Officine “è già interamente situato in zona edificabile, ragione per cui non vi è necessità di eventuali compensi agricoli” o territoriali.
Alcuni ricorsi, ricordiamo, erano molto simili fra loro. Quattro gli avvocati: Carlo Postizzi, Mario Molo, Curzio Fontana e l’ex municipale popolare-democratico Filippo Gianoni, già capodicastero Pianificazione della Città. Con loro anche l’ex vicesindaco liberale-radicale Felice Zanetti, il granconsigliere dei Verdi Marco Noi, l’ex consigliere comunale Plr e già membro della Commissione del Pr Ugo Pedrini, la consigliera comunale di Più Donne Maura Mossi Nembrini, l’architetto Renato Magginetti e l’Unione contadini ticinesi e Roberto Mozzini titolare di un’azienda agricola a Giubiasco.