Bellinzonese

‘Vantaggi alle Ffs e sfavoriti i proprietari di Pratocarasso’

Quartiere Officine di Bellinzona: parlando di disparità di trattamento, anche l’avvocato Molo ricorre al governo contro la decisione sulla variante di Pr

La parte centrale col grande parco e sullo sfondo la ‘Cattedrale’
(Render Città/Ffs)
27 luglio 2023
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‘Disparità di trattamento ai danni dei proprietari dei fondi di Pratocarasso edificabili sin dal 1977 e a favore delle Ffs con una serie di vantaggi concessi loro’. Così riassunta con l’accetta, si aggiunge un’altra opinione critica nella vertenza giuridica innescatasi sulla variante di Piano regolatore relativa al Quartiere Officine di Bellinzona votata il 4 aprile dal Consiglio comunale con 42 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto. A esprimerla è l’avvocato Mario Molo il cui ricorso contro la risoluzione del Legislativo – ricorso di cui la redazione è venuta a conoscenza solo adesso – da tre mesi è pendente davanti al Consiglio di Stato insieme a quelli interposti dall’Unione contadini, dall’ex vicesindaco Felice Zanetti, dall’ex municipale Filippo Gianoni, dall’avvocato Curzio Fontana e dai consiglieri comunali Maura Mossi Nembrini (Più Donne) singolarmente, nonché Matteo Pronzini, Angelica Lepori e Lorenza Röhrenbach del gruppo Verdi/Mps/Fa rappresentati dal granconsigliere dei Verdi Marco Noi.

Il referendum del 2010 e poi più nulla

Anche l’avvocato Molo ritiene incompleta l’informazione fornita dal Municipio al Cc su questioni inerenti alla capacità edificatoria dell’intera città considerando sia le nuove disposizioni federali inerenti al Piano direttore cantonale, che impongono un ricalcolo, sia il cambio di destinazione del comparto edificabile delle Officine Ffs. A differenza degli altri ricorrenti, tuttavia, Mario Molo non si sofferma sulla Saleggina, il grande prato ai lati di Giubiasco destinato ad accogliere il nuovo Ospedale regionale. Struttura che secondo i ricorrenti meglio sarebbe inserire nel Quartiere Officine rinunciando alla parte residenziale e commerciale qui prevista. L’avvocato bellinzonese ripesca invece il tema Pratocarasso che sembrava essere finito nel dimenticatoio. E che a suo tempo aveva fatto versare fiumi d’inchiostro, fino alla votazione popolare del 2010 quando il 65% dei votanti aveva bocciato la variante di Pr voluta dall’allora Municipio per favorire un’edificazione estensiva dei 140’000 metri quadrati situati a sud di Molinazzo con abitazioni in prevalenza mono, bi e plurifamiliari. Commentando il risultato l’allora sindaco Brenno Martignoni e l’allora municipale capodicastero pianificazione Filippo Gianoni (oggi ricorrente) riconobbero la necessità di riprendere il lavoro svolto coinvolgendo i referendisti (Verdi e Bellinzona Vivibile, sostenuti dal Ps) tramite una ‘progettazione partecipata’ improntata alla ricerca di soluzioni sostenibili e maggiormente condivise dalla comunità locale. Usciti di scena Martignoni e Gianoni e iniziata nella primavera 2012 l’era Branda-Gianini, nel novembre di quell’anno il ‘nuovo’ Consiglio comunale aveva bocciato un messaggio del precedente Municipio che chiedeva 153’000 franchi per continuare con la Supsi gli studi di urbanizzazione. Motivo: meglio attendere l’aggregazione. Ma il Programma d’azione comunale (Pac) poi sviluppato dal Municipio della Città aggregata dedica a Pratocarasso una sola frase: “Area di riserva libera per future necessità, dove prevedere un limite dell'edificazione a sud e a nord. Fissare il principio a Pr”.


Ti-Press
Correva l’anno 2010

Ecoquartiere nel Pab ma ‘carta straccia’

Nel ricorso l’avvocato Molo scrive che il messaggio municipale sul Quartiere Officine “è privo di un’analisi della contenibilità delle zone edificabili di Bellinzona e non spiega perché, invece di proporre una variante che risolva le questioni in sospeso di Pratocarasso adiacente a quello delle Officine, ha privilegiato solamente quest’ultimo dimenticando l’altro che da lustri attende una definizione”. E questo “a dispetto sia dell’obbligo incombente al Comune di pianificare proprio quel comparto in base alle leggi sulla pianificazione e lo sviluppo territoriale; sia delle promesse del progetto aggregativo che lo definiva strategico, trovando una definitiva codificazione del Programma di agglomerato del Bellinzonese di seconda e terza generazione”. Pab nel quale Pratocarasso viene citato come “edificazione di qualità da realizzare gradualmente partendo dalla strada cantonale con possibilità di creare un nuovo ecoquartiere, in armonia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, caratterizzato da densità media e da un sistema viario interno a traffico moderato”. Come se il Pab “fosse carta straccia – riprende l’avvocato Molo nel ricorso – si è invece proceduto con la variante di Pr creando una disparità urtante perché il sedime delle Officine, che dal 1886 ha avuto una destinazione industriale e che fa parte integrante dal profilo urbanistico e pianificatorio del comparto di Pratocarasso, diventa a spron battuto un quartiere con contenuti abitativi, commerciali, artigianali, formativi, alberghieri e chi più ne ha più ne metta”.

‘Documento senza più valenza’

E mentre il Municipio sostiene che la variante di Pr non incrementi il numero delle unità insediative complessive rispetto alla situazione attuale e non incida in maniera significativa sul dimensionamento del Pr complessivo, Mario Molo è di opinione opposta: “Lo sfruttamento abitativo intensivo” attribuito al Quartiere Officine “compromette l’edificabilità dei fondi di tutto il territorio comunale, le cui zone edilizie saranno addirittura ridimensionate”. Conseguenze che il Municipio “ha sottaciuto al Consiglio comunale e alla popolazione”. Municipio, ricordiamo, che invero una verifica generale delle riserve edificatorie l’ha eseguita trasmettendola ancora nel 2022, come richiesto dal Cantone, alla Sezione dello sviluppo territoriale. Da cui non è però giunto un cenno entro la presentazione del messaggio municipale sulla variante di Pr, né prima della seduta di Cc del 4 aprile. “Verifica generale che non ha superato la verifica di plausibilità. Per di più si tratta di un documento che non ha più alcuna valenza, dopo che il Consiglio federale ha approvato, con le note riserve, le modifiche alle schede R1, R6 e R10 del Piano direttore cantonale”, conclude l’avvocato Molo affiancandosi alle critiche degli altri ricorrenti. Secondo lui il Cc “ha deliberato senza alcuna informazione sulla contenibilità, sullo stato dell’urbanizzazione e sulle conseguenze finanziarie ed economiche che comporterebbe l’adozione della variante. Un vero e proprio salto nel buio e nel vuoto”.