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Palazzo di giustizia, imbarazza la posizione dell’Udc

La frenata sull'acquisto dello stabile di proprietà della Efg appare una posizione divergente con quelle del sindaco e di tutto il Municipio di Lugano

In sintesi:
  • Una frenata che potrebbe rivelarsi un boomerang, in chiave elezioni comunali
  • Da Palazzo Civico sono sempre emerse voci positive e compatte, malgrado da via Monte Boglia sia stata evocata la possibilità di referendum
Possibile conflitto interno?
(Grafica laRegione)
12 gennaio 2024
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«È chiaro che non sarebbe bellissimo andare alle elezioni con la lista unica, se a livello cantonale Lega e Udc lanciano il referendum finanziario». Si è espresso in questi termini, contattato dalla ‘Regione’, il sindaco di Lugano Michele Foletti, in merito alla ‘frenata’ da parte della sezione cantonale dei democentristi all’acquisto dello stabile Efg, per trasformarlo nella ‘Città della giustizia’. Una frenata che potrebbe rivelarsi un boomerang, in chiave elezioni comunali a Lugano, alla luce della posizione favorevole manifestata a più rispese dal Municipio cittadino. Da Palazzo Civico sono sempre emerse voci positive e compatte, malgrado da via Monte Boglia sia stata evocata la possibilità di referendum.

L’ultima puntata della telenovela

Sul tema, da tempo la politica cantonale avrebbe dovuto esprimersi e arrivarne a una. L’ultima puntata di quella che appare come una telenovela è la recente posizione dell’Udc, che durante la seduta della Commissione della Gestione e delle finanze del Gran Consiglio di martedì, ha chiesto di ‘congelare’ temporaneamente la questione, fino a quando non vi saranno certezze sul Preventivo 2024. In casa democentrista, insomma, si temporeggia e questo potrebbe generare un certo imbarazzo in vista delle elezioni comunali del prossimo aprile, dal momento che sia il sindaco, che il municipale democentrista Tiziano Galeazzi, hanno da sempre supportato il progetto. A dirla tutta, finora, la questione della ‘Città della giustizia’ non pare abbia ricevuto quell’attenzione che meriterebbe in questa campagna elettorale, nonostante lo stato decadente in cui versa da anni lo stabile tra via Pretorio e via Bossi. «Mantenere il Palazzo di giustizia a Lugano è sicuramente importante per la Città – ha ribadito Foletti –, e abbiamo previsto delle riunioni con l’Udc proprio per discuterne e cercare di trovare una soluzione». Già. Le posizioni appaiono divergenti.

Un municipale tra due fuochi

Dal canto suo, il municipale Udc Tiziano Galeazzi si limita a ribadire che «al momento, la situazione resta fluida, nel senso che non c’è ancora una convergenza di tutto il gruppo, perché non ne abbiamo ancora discusso di fino». Stesso discorso rispetto alla possibilità di ricorrere al referendum finanziario obbligatorio, che non è ancora stato deciso. Tuttavia, Galeazzi si trova tra due fuochi, nella doppia veste di rappresentante dell’esecutivo di Lugano e di deputato Udc in Gran Consiglio: «Come municipale della città mi sono già espresso più volte a favore, perché tutto il Municipio ritiene importante che la giustizia continui ad avere la sua sede a Lugano e porterò queste motivazioni quando il gruppo parlamentare ne discuterà». Galeazzi, in qualità di membro della Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio, sottolinea pure che «forse si sarebbe potuto strappare un prezzo migliore dei 76 milioni di franchi, quello a cui siamo arrivati mi sembra ancora un po’ troppo elevato. Le modifiche delle ultime settimane, con lo sconto e il ridimensionamento dei costi di rinnovamento, sicuramente hanno contribuito a mandare avanti il dossier». Che, però, il gruppo Udc (o la sua maggioranza) vorrebbe congelare.

Galeazzi: ‘Stiamo alla finestra’

D’altra parte, continua Galeazzi «il comunicato preparato da Piero Marchesi e Sergio Morisoli ci può stare, perché noi il Preventivo 2024 non lo firmeremo, vedremo cosa emergerà dai partiti di governo. Fondamentalmente, questo credito per l’acquisto dello stabile di proprietà di Efg lo congeliamo come abbiamo fatto con quello per le manutenzioni delle strade, semplicemente perché c’è grossa confusione nel Preventivo 2024 e noi restiamo alla finestra». Queste spese ingenti non ci volevano in questo momenti di ristrettezze finanziarie a livello cantonale. Non è un segreto, però, che alcuni rappresentanti del gruppo Udc in Gran Consiglio non siano d’accordo con l’operazione ‘Città della giustizia’ e sarebbero propensi a votare contro. E questo, evidentemente, metterebbe in difficoltà, non solo Galeazzi, ma anche gli altri candidati in quota Udc (come la possibile presenza del presidente nazionale uscente Marco Chiesa), nella lista unica con la Lega, per il Municipio alle prossime elezioni comunali di aprile.

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