La gestione si dà tempo fino al 23 gennaio, poi il rapporto di Matteo Quadranti (Plr) per l'acquisto dello stabile verrà sottoscritto
Le firme sul rapporto non ci sono. Ma ci saranno presto e l’acquisto dello stabile Efg, per trasformarlo nella ‘città della giustizia’, arriverà in Gran Consiglio a febbraio. «Oggi abbiamo deciso di procedere in modo definitivo e di portare in aula il tema. Il termine ultimo per firmare il rapporto è il 23 gennaio. Così, dopo tanti mesi di attesa, il progetto riceverà finalmente una risposta definitiva. Con l'attuale situazione al Palazzo di Giustizia di Lugano, non si può non decidere», afferma il presidente della Commissione della gestione, il leghista Michele Guerra. «Abbiamo fissato un termine ultimo così da consentire un ultimo giro di approfondimenti. Inizialmente il termine era stato fissato per settembre, così da consentire ai gruppi di determinarsi durante la pausa estiva, ma poi ci sono state importanti modifiche al progetto, come la riduzione di una ventina di milioni nell'investimento e la discussione si è riaperta». Ma perché aspettare? «Alcuni commissari hanno avanzato altre domande. Non si è voluto forzare la mano su di un tema così sensibile». In ogni caso, il rapporto del relatore Matteo Quadranti (Plr) non è detto che trovi una maggioranza. Al momento solo liberali radicali e Lega sono convinti della necessità di un acquisto che, in un momento di ristrettezze finanziarie, sarebbe oneroso per le casse cantonali: 76 milioni di franchi per l’acquisto dello stabile e 37 per gli ammodernamenti necessari. Cifre riviste al ribasso rispetto a qualche mese fa. Con una lettera d’intenti firmata tra il Cantone e l’istituto bancario si era deciso uno sconto sul prezzo iniziale di 80 milioni. Per i lavori invece la spesa prevista è scesa da 56 a 37 milioni di franchi. Proprio questa riduzione della spesa potrebbe far cambiare idea a qualche commissario. Magari qualcuno in casa Udc? Chissà. Nei democentristi, riferisce il granconsigliere Tiziano Galeazzi, «la situazione è fluida, non c’è ancora una convergenza di tutto il gruppo perché non ne abbiamo ancora discusso di fino. Sulla possibilità di ricorrere al referendum finanziario obbligatorio vediamo, anche qui non abbiamo ancora deciso». Personalmente, però, Galeazzi un’idea precisa l’ha: «Come municipale di Lugano mi sono già espresso più volte a favore, perché tutto il municipio ritiene importante che la giustizia continui ad avere la sua sede a Lugano e porterò queste motivazioni quando il gruppo parlamentare ne discuterà. Quello che però devo rimarcare – aggiunge Galeazzi – è che forse si sarebbe potuto strappare un prezzo migliore, quello a cui siamo arrivati mi sembra ancora un po’ alto». «Le modifiche delle ultime settimane, con lo sconto e il ridimensionamento dei costi di rinnovamento, sicuramente hanno contribuito a mandare avanti il dossier», spiega Quadranti. «Siamo coscienti che si tratta di una spesa importante, ma va trovata una soluzione. Il tema è sul tavolo ormai da anni e a un certo punto, che la prenda il parlamento o il popolo, serve arrivare a una decisione definitiva». Sulla possibilità di aspettare ancora il deputato liberale radicale è chiaro: «Le voci di corridoio continuano a dire che temporeggiando si potrà spendere di meno. Le perizie però dimostrano che il suo valore è quello».
In più, nella riunione odierna, la Commissione della gestione ha firmato anche, a maggioranza, il rapporto del liberale radicale Bixio Caprara sul messaggio che prevede lo stanziamento di crediti e crediti quadro nell’ambito della conservazione del patrimonio stradale per il periodo 2024-2027 per un importo complessivo di 195 milioni di franchi. A smarcarsi dal rapporto di Caprara, per ora, sono stati Ps e Verdi. Il capogruppo socialista Ivo Durisch spiega infatti che «si chiedono sacrifici a tutti, credo che almeno una discussione approfondita nel gruppo parlamentare abbia tutte le ragioni di esistere». Sull’eventualità o meno che il tutto sfoci in un rapporto di minoranza rossoverde è ancora presto per saperlo. Non si smarca, ma prende tempo l'Udc: senza avere ancora certezze sul Preventivo 2024, i democentristi preferiscono prendere tempo.
Per «due ore, come in tutte le precedenti sedute», come dichiara il suo presidente, la Gestione ha anche discusso del Preventivo 2024 e della manovra di rientro. Senza arrivare a grandi novità. L’arrivo della controversa manovra in parlamento resta quindi lontano. «A maggioranza si sta valutando di commissionare un’analisi su di una spesa pubblica cresciuta molto negli ultimi anni. La soluzione potrebbe arrivare attraverso un’iniziativa parlamentare elaborata dalla commissione», spiega Guerra. Uno strumento che potrebbe rivelarsi utile per i preventivi futuri. Tornando all’oggi, la commissione incontrerà il Consiglio di Stato in corpore settimana prossima per discutere delle risposte ricevute (dovrebbero arrivare nei prossimi giorni) e delle proposte avanzate dalla Gestione come soluzioni alternative. Proposte, precisa Guerra, che non sono frutto di un accordo tra commissari ma di quanto elaborato dai vari gruppi parlamentari, derivanti soprattutto dall'incontro pre-natalizio al Castelgrande che la Commissione ha dedicato totalmente al Preventivo. «Sono misure che toccano tutte le voci coinvolte nella manovra, dal personale ai sussidi di cassa malati».