Luganese

Antenne telefoniche tra radiazioni e ‘disagio psicologico’

Commissione pianificazione divisa sulla proposta municipale della revisione di Pr

In sintesi:
  • È un tema che allarma e divide
  • Anche il Comune di Lugano intende dotarsi di una legislazione in materia di elettrosmog
(Ti-Press)
8 dicembre 2023
|

È un tema che allarma e divide: l'elettrosmog provocato dalle antenne di telefonia mobile. Telefonia che tutti o quasi utilizzano, ma di cui si temono le conseguenze sulla salute. Come prescritto dalla Legge sullo sviluppo territoriale, anche il Comune di Lugano intende dotarsi di una legislazione in materia, e la variante di Piano regolatore concernente le antenne di telefonia mobile verrà trattata dal Consiglio comunale nella sua prossima seduta, il 18 e 19 dicembre. Il messaggio municipale arriva all'esame del Cc con due rapporti di segno opposto: la Commissione pianificazione si è divisa con un rapporto di maggioranza, favorevole redatto da Mauro Gaggini e firmato da otto commissari (tre però con riserva), e uno di minoranza, contrario, redatto da Angelo Bernasconi e firmato da cinque commissari. Insomma l'esito del voto si annuncia incerto.

Pochi impianti e troppo potenti?

A far discutere è per cominciare il concetto di “immissioni ideali”. Cosa sono? Il Tribunale federale ha riconosciuto come per alcune fasce di popolazione gli impianti di telefonia mobile possano comportare un disagio psicologico suscettibile di comprometterne la qualità di vita. Per lo stesso motivo la presenza di antenne può avere delle ripercussioni negative sul valore immobiliare delle proprietà ubicate nei quartieri interessati. In pratica la sola vista delle antenne può provocare disagio psicologico. Questo concetto di “immissioni ideali” rischia però, a mente dei contrari, di influenzare la posa delle antenne aumentando per finire le immissioni reali, le radiazioni. Il sistema ‘a cascata’ previsto dal Municipio, che individua quattro fasce di sensibilità, mirando a ridurre l'impatto visivo, e “che di fatto vieta l’installazione di antenne nel raggio di 100 metri da scuole, case anziani, strutture ospedaliere e locali simili dove soggiornano persone particolarmente sensibili, limita di fatto a pochi punti i luoghi idonei per l’installazione di antenne, le cui potenze per garantire la copertura del territorio dovrebbero essere aumentate con il rischio di aumentare anche l’esposizione quotidiana della popolazione. A tal riguardo nella zona del centro si trovano solo due punti in priorità 1: l’autosilo in via Balestra (sul cui tetto è peraltro già ubicata un’antenna) e la pensilina Botta, dove una posa di un’antenna adeguata allo scopo potrebbe avere un notevole impatto. La situazione potrebbe essere paragonata alla situazione in cui si intendesse illuminare tutta la città con pochi lampioni” spiega il rapporto di minoranza.

Una proposta soddisfacente

Viceversa, per il rapporto di maggioranza, “la variante di Piano regolatore oggetto del presente messaggio, finalizzata a gestire le antenne di telefonia mobile, ha superato in modo soddisfacente tutti i passi procedurali previsti dalla legge” rispondendo anche alla questione del “disagio psicologico” provocato dalle famose immissioni ideali, riconosciute dal Tribunale federale. Il rapporto di maggioranza ricorda pure le esortazioni al Municipio pervenute in fase di consultazione, come “rivedere le zone indicate con le priorità più alte tenendo in considerazione le zone densamente abitate e sensibili e che necessitano di una tutela del paesaggio; rivedere le classificazioni delle priorità e il criterio per assegnare il grado di priorità in base alle realtà locali; identificare nel piano le zone di priorità 5; sospendere l’adozione della presente variante in attesa della revisione e approvazione del nuovo Piano regolatore della Città di Lugano”.

Non mancano poi le raccomandazioni al Municipio a che “si impegni attivamente a monitorare che l’inserimento delle antenne nel paesaggio avvenga in modo proporzionato ed armonioso senza deturpazioni all’ambiente; si adoperi per imporre lo spostamento di eventuali impianti esistenti in zone di priorità 4 che non rispettano le distanze richieste dalla nuova variante di Piano regolatore a salvaguardia delle fasce di popolazione più debole e sensibile; si attivi ad invitare gli operatori telefonici, nel limite del possibile, a condividere le postazioni dove verranno posizionati i pali di supporto di tali antenne”.

Nella proposta municipale, oltre al già menzionato livello 4 di priorità, il più restrittivo, si definiscono altre tre zone: all'estremo opposto, in priorità 1, “zone lavorative e di interesse pubblico con ripercussioni paragonabili a quelle delle zone per il lavoro” mentre le zone a priorità 2 e 3 comprendono insediamenti residenziali e di tipo misto.