Un comitato apartitico deposita la richiesta: parte la raccolta delle firme contro il progetto proposto dal Municipio e votato dal Consiglio comunale
Nel paese di Origlio, la parola ecocentro suona come una parolaccia, suscita stizza e nervosismo. È questa l’impressione alla luce della domanda di referendum depositata ieri mattina in Cancelleria da un comitato apartitico. Un comitato che richiama la bocciatura di fine novembre 2020 (in 375 respinsero l’investimento di 1,8 milioni di franchi, mentre 315 erano favorevoli) della risoluzione votata a larga maggioranza dal Consiglio comunale. Ora, “il Municipio di Origlio ripresenta alla popolazione un nuovo progetto (il terzo), per la cifra di oltre 1,5 milioni di franchi”. Comincia così la presa di posizione avversa alla richiesta di credito destinata alla realizzazione di un ecocentro per la raccolta dei rifiuti e di una zona a servizio del Comune, che è stata approvata dal legislativo nella seduta del 2 ottobre scorso (16 favorevoli, 4 contrari e due astenuti).
Parte così un’altra raccolta di firme. Ma vediamo il messaggio, nel quale l’esecutivo ha rievocato quanto capitato nel precedente tentativo di concretizzare una struttura ritenuta indispensabile. A cominciare dalla votazione in Consiglio comunale del 9 marzo del 2020, quando venne accolto, con 20 favorevoli, un contrario e un astenuto, il progetto per la realizzazione di un ecocentro sul mappale numero 770 RFD di Origlio (lo stesso in cui è previsto quello del progetto votato lo scorso 2 ottobre) e il relativo credito di 1,825 milioni di franchi, comprendente il potenziamento del parco veicoli. Qualche mese dopo, tuttavia, l’ecocentro venne cestinato dalla maggioranza della popolazione nella consultazione popolare indetta il 29 novembre, dopo la riuscita del referendum lanciato in primavera. Così, l’esecutivo lasciò in sospeso la questione e la demandò alle autorità politiche elette nell’aprile 2021.
Il nuovo Municipio, rinnovato per i due terzi, sul medesimo tema, torna alla carica qualche mese dopo, licenziando un’altra richiesta di credito, stavolta parecchio meno onerosa. Del resto, a Piano regolatore la zona è destinata a quello scopo e sono stati eseguiti una serie di studi di fattibilità. Tuttavia, la proposta non supera nemmeno lo scoglio del Consiglio comunale che approva il progetto più ‘leggero’, allestito dallo studio d’ingegneria Brugnoli e Gottardi Sa, al costo di 1,165 milioni di franchi, ma non basta. La riduzione dell’investimento è sostanziale, però, non convince del tutto e la votazione, nella seduta del 20 dicembre 2021, non raggiunge la maggioranza qualificata richiesta, come prescritto dall’articolo 61 della Loc (12 i voti favorevoli, 10 contrari e 1 astenuto). Alla luce di questa seconda battuta d’arresto, l’esecutivo decide quindi di incontrare i gruppi politici in Consiglio comunale per cercare un accordo ampiamente condiviso.
Il primo riscontro succede il 12 luglio del 2022, quando viene concordato un progetto preliminare con più varianti per la raccolta e la separazione dei rifiuti. Tra le varianti suggerite, c’era anche quella di far capo a un ecocentro privato per la consegna di tutte le tipologie dei rifiuti. In seguito, nel gennaio di quest’anno, il Municipio ha sottoposto ai capigruppo due varianti. I gruppi politici si sono espressi a favore della seconda opzione che comprende la tettoia per elettrodomestici, rifiuti speciali, mercatino e la raccolta di ingombranti, legno, inerti, ferro. In seguito, il Municipio ha chiesto al progettista di sviluppare, parallelamente all’ecocentro, una zona per altre esigenze comunali, ossia un’area per un locale ufficio e un gabinetto; una seconda per lavare veicoli e macchinari; una terza per il deposito temporaneo, in inverno, del silo del sale che ora occupa parcheggi e aree destinate a veicoli, attrezzature, materiali, in dotazione agli operai comunali. Viene riproposto il parapetto allo scopo di schermare l’ecocentro, mentre si prevede un percorso pedonale a valle della struttura.
Questa argomenti non hanno però convinto i promotori del referendum, che considerano il progetto peggiorativo. I contrari hanno pertanto costituito un comitato apartitico che critica l’autorità, perché non ha tenuto conto i “suggerimenti scaturiti dall’ultimo referendum: in primis, la mancata ottimizzazione degli attuali ecopunti, poi l’aumento del traffico in transito, con la prossima apertura dello svincolo autostradale di Sigirino, al quale va aggiunto quello generato dal vicino Centro Regionale di Compostaggio”. I contrari chiedono come mai non sia stata “sondata la possibilità di un deposito con il Comune di Ponte Capriasca che ha spazi da mettere a disposizione, come già fanno Comano e Vezia. Questo abbatterebbe i costi evitando un disboscamento di oltre 1’200 metri quadrati senza compensazione come Legge federale imporrebbe”. Secondo i referendisti, “ostinarsi a prevedere un deposito lungo la via cantonale, in zona urbanizzata, abitata e a ridosso di due curve, provocherà intasamenti che andranno a scapito di tutta la popolazione con aumenti di traffico, di inquinamento, di pericoli per l’utenza e della qualità di vita di Origlio e dintorni. Comunità che dovrebbe poi sopportare gli olezzi provenienti dal deposito soprattutto in estate sostenuti dalle correnti d’aria che già oggi raggiungono il nucleo. Tutto per non citare l’aumento della tassa base e del costo del sacco”..