Il nuovo sistema cantonale implicherà la sola separazione di polipropilene (PP) e polietilene (PE) che finiranno a Riva San Vitale e non più Oltralpe
Anche la Città di Bellinzona, pioniera in questo ambito sul piano cantonale, entro un anno abbandonerà l'invio Oltralpe della plastica domestica separata che verrà quindi in futuro destinata a un impianto ticinese debitamente attrezzato, quello della ditta Puricelli di Riva San Vitale, è non più alla turgoviese InnoRecycling di Aeschlikon cui la Città si rivolge sin dal 2019 nell'ambito del progetto test seguito dai servizi cantonali. La decisione è stata presa dal Municipio in linea con le nuove disposizioni legislative cantonali orientate appunto a trattenere in Ticino le varie fasi di separazione, riciclaggio e rivalorizzazione evitando lunghe trasferte con camion nella Svizzera interna e nella vicina Austria dove esse vengono svolte. Nella vasta ‘famiglia’ delle plastiche, il 60-70% sarà dunque riciclato e restituito a nuova vita (facendo lavorare una ditta ticinese e non più confederata) e il 30-40% finirà nel termovalorizzatore di Giubiasco e non più in inceneritori e cementifici svizzero-tedeschi o austriaci. Quanto alla ditta Puricelli, un mese fa ha potenziato il proprio impianto che è ora in grado di eseguire tutte le operazioni senza più dover far capo a strutture italiane.
Il cambiamento comporterà anche l'abbandono del cosiddetto Sammelsack, oggi raccolto e inviato appunto alla InnoRecycling dalla ‘Rs Recupero materiali’ di Bironico, a un altro sacco sempre da 60 litri ma il cui costo al pezzo scenderà a Bellinzona dagli attuali 2,50 a 2,20 franchi. Altra novità: non tutta la plastica domestica potrà finire nel nuovo sacco, poiché l'utenza dovrà limitarsi al solo polipropilene (PP) e al polietilene (PE). Tutto il resto – compresi gli imballaggi per latte, succhi e simili in tetrapak composto per la maggior parte da carta, polietilene e alluminio – dovrà finire nel sacco dei rifiuti solidi urbani da destinare, come detto, all'inceneritore di Giubiasco. I nuovi sacchi potranno essere depositati, come oggi, nei quattro ecocentri di Sementina, Giubiasco, ex Birreria di Carasso e Claro.
In linea generale su ogni contenitore è indicata la tipologia di plastica utilizzata, ciò che facilita il compito nella fase di separazione a domicilio. Stando ai portali specializzati, il polipropilene PP è una plastica forte ma flessibile: viene usato per fare vassoi per forni a microonde, sacchetti di patatine, cannucce, bollitori, mobili da giardino, componenti per auto, giocattoli di plastica dura, contenitori per alimenti o acqua, borse, tessuti, sedie e arredi vari, oggetti di cancelleria e innaffiatoi. Il polietilene PE è considerato un'ottima plastica per recipienti di liquidi e si usa comunemente per imbottigliare latte e detergenti e per produrre buste di plastica, sacchetti, imballaggi, vasetti di yogurt, flaconi.
Il fatto di trattenere in Ticino la plastica riciclabile, specifica il Municipio, “andrà a vantaggio della tracciabilità e con un minore impatto in termini di trasporto e carico ambientale”. Questo considerando anche l'esperienza fatta da quando, quattro anni fa, la Città di Bellinzona ha introdotto a titolo sperimentale, tra i primi Comuni in Ticino, la raccolta separata della plastica “nell’ottica di contribuire a una gestione dei rifiuti maggiormente consapevole e in linea con i fondamentali obiettivi di sviluppo sostenibile”. Tale sperimentazione, condotta appunto col metodo del Sammelsack, “è stata coronata da ottimo successo con un’importante adesione dell’utenza e ha consentito di raccogliere annualmente 130 tonnellate di plastica in media”.
Ma poi, come detto, secondo il Dipartimento del territorio il problema si pone nel Canton Turgovia: “Da un lato – sottolinea il Municipio – parte della plastica consegnata risulta attualmente effettivamente riciclata, consentendo di ridurre in maniera importante l’impatto ambientale; dall’altro, tuttavia, questo sistema impone il trasporto dei rifiuti fuori cantone e successivamente all’estero tramite autocarri; in più presenta criticità circa il tracciamento della destinazione finale di parte della plastica raccolta, una volta varcati i confini nazionali”.
A questo riguardo, infatti, uno studio eseguito dalla società locarnese EcoControl spiega che le plastiche riciclabili separate nel comune austriaco di Lustenau vicino al confine svizzero, ossia il 60-70% del totale portato lì dall'elvetica InnoRecycling, “sono riprese dai Paesi importatori (ndr: nel caso specifico l’elvetica InnoPlastics Ag pure di Eschlikon e associata di InnoRecycling) ma esportate anche in Turchia, in Asia e altre destinazioni non conosciute”. Più precisamente, EcoControl aggiunge che “la parte riciclabile PP e PE (il 35-38% del Sammelsack) è ripresa e trasformata in rigranulati dalla InnoPlastics. Per quanto riguarda gli altri Paesi importatori quali Turchia, Asia e altri non conosciuti (il 28,5% del Sammelsack), non si hanno informazioni in merito alla destinazione finale e all’impiego: resta quindi ancora una zona grigia che potrebbe anche incidere sensibilmente sull’impatto ecologico generale”. Queste, ricordiamo, sono alcune delle considerazioni che hanno indotto il governo ticinese a cambiare rotta.
Il 1° giugno 2023 sono infatti entrate in vigore le nuove disposizioni con la modifica del Regolamento di applicazione dell'Ordinanza sulla prevenzione e lo smaltimento dei rifiuti decisa dal Consiglio di Stato su preavviso dell'Ufficio federale dell'ambiente. In questo ambito i Comuni ticinesi hanno l'obbligo d'introdurre la raccolta separata di due tipologie di plastiche, come detto PP e PE. Dichiarandosi “già oggi rispettosa delle prescrizioni cantonali”, la Città intende allinearsi con le nuove indicazioni del Consiglio di Stato “allo scopo di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale”. La transizione sarà accompagnata a tempo debito da un’adeguata informazione al fine di facilitare l’utenza nella selezione delle due plastiche riciclabili.