Ticino

Dick Marty, una vita al servizio della giustizia

L’ex procuratore pubblico, consigliere di Stato e agli Stati, nonché relatore al Consiglio d’Europa è morto oggi. Aveva 78 anni ed era gravemente malato

Senatore dalle verità irriverenti
(Ti-Press)
28 dicembre 2023
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Lutto nel mondo della politica e della giustizia ticinesi e svizzere. È morto oggi, giovedì 28 dicembre, Dick Marty, ex procuratore pubblico, già consigliere di Stato, nonché consigliere agli Stati e già deputato del Consiglio d’Europa. Aveva settantotto anni e negli scorsi mesi aveva comunicato di essere gravemente malato di tumore. Originario di Lugano e Guttet nel Vallese, era nato nel 1945 a Sorengo. Minacciato di morte da elementi dei servizi segreti serbi, aveva vissuto dal dicembre 2020 e per quasi due anni sotto scorta. Era stato insignito lo scorso venerdì 1° dicembre a Strasburgo del prestigioso Premio Pro Merito del Consiglio d’Europa, per la sua attività di relatore nelle insidiose inchieste sulle carceri segrete della Cia e sul traffico di organi in Kosovo.

Dossier impegnativi

Esponente del Partito liberale radicale ticinese, Marty venne eletto in Consiglio di Stato nel 1989, dapprima a capo dei dipartimenti delle Finanze e delle pubbliche costruzioni, poi delle Finanze e dell’economia. Presiedette il governo cantonale nel 1992.

Nel 1995 non si ricandidò all’esecutivo ticinese dopo l’elezione al Consiglio degli Stati, dove prese parte a diverse importanti commissioni giocando un ruolo fondamentale nelle deliberazioni sulla nuova Costituzione federale svizzera.


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Dick Marty studia nella Camera alta il paragramma della legge sull’asilo a Berna nel 1998

Tra il 1992 e 1996 presiedette l’Ente ticinese per il turismo diventando poi il presidente di Svizzera turismo fino al 2007.

Dal 1998 al 2011 Marty ricoprì anche la posizione di deputato all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Venne incaricato nel 2005 di condurre l’indagine sui presunti trasferimenti segreti di prigionieri e sui centri di detenzione della Cia in Europa. Tra il 2006 e il 2007 presentò due relazioni in merito descrivendo come provata l’esistenza di prigioni segrete della Cia in Polonia e Romania e accusando diversi Paesi europei di aver chiuso un occhio sulle attività illegali degli Stati Uniti.


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Dick Marty dichiara durante una conferenza stampa nel 2007 che la Cia ha gestito prigioni segrete in Polonia e Romania dal 2003 al 2005 per interrogare i detenuti nella guerra al terrorismo. Accusa inoltre Germania e Italia di ostacolare le indagini sulle presunte detenzioni segrete della Cia

Sotto scorta

Nel dicembre 2010 Marty pubblicò un rapporto del Consiglio d’Europa che denunciava presunti crimini di guerra delle milizie kosovare nella guerra d’indipendenza contro la Serbia. Il documento conteneva accuse rispetto a trattamenti inumani di persone e uccisioni di prigionieri a scopo di espianto e traffico illecito di organi in Kosovo e servì da base per l’accusa nel 2020 al Tribunale speciale dell’Aia nei confronti di Hashim Thaçi, primo ministro ed ex leader politico dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck).

Nell’aprile 2022 un’indagine esclusiva della trasmissione ‘Mise au Point’ della Rts rivelò che da dicembre 2020 Dick Marty era stato messo sotto stretta protezione da parte della polizia sulla base di informazioni ottenute dai servizi segreti svizzeri. Secondo i media Marty avrebbe ricevuto minacce di morte proprio in relazione alla presentazione del rapporto sui crimini commessi dall’Uck. Un periodo complicato raccontato dall’ex magistrato nel libro ‘Verità irriverenti’ pubblicato lo scorso 7 novembre.


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Dick Marty davanti al Palazzo d’Europa di Strasburgo il 14 aprile 2011

Prima della politica

Prima di entrare in politica, Dick Marty si laureò in giurisprudenza all’Università di Neuchâtel nel 1969, dove concluse nel 1974 il dottorato in diritto con la tesi “Le rôle et les pouvoirs du juge suisse dans l’application des sanctions pénales” ricevendo il primo premio dell’Associazione svizzera per la riforma penitenziaria.

Dal 1972 al 1975 lavorò come responsabile della Sezione di Diritto svizzero all’allora Max-Planck-Institut für ausländisches und internationales Strafrecht und Kriminologie di Freiburg-im-Breisgau (oggi Max-Planck-Institut zur Erforschung von Kriminalität, Sicherheit und Recht).

Nel 1975 venne nominato sostituto procuratore pubblico in Ticino e poi procuratore pubblico sopracenerino nel 1978, carica che ricoprì fino all’ingresso nel governo ticinese nell’aprile 1989. Nelle vesti di procuratore pubblico, Marty si fece notare per la sua lotta contro la criminalità organizzata e il narcotraffico. Le sue inchieste consentirono fra l’altro di intercettare uno dei più grandi quantitativi di eroina in Svizzera: cento chili sequestrati a Bellinzona nel 1989. Sequestro che ebbe contraccolpi politici notevoli nella politica federale.


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Al suo ultimo processo da procuratore pubblico il 10 marzo 1989

 

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