Ticino

‘Basta burocrazia!’, il Plr lancia l’iniziativa popolare

Speziali: ‘Non si può andare avanti così, si limitano troppo libertà economica e responsabilità individuale’. I liberali radicali alla raccolta firme

‘Nessuno smantellamento dello Stato, lo rendiamo più funzionale’
(Ti-Press/Davide Agosta)
29 settembre 2023
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Un nuovo articolo nella Costituzione cantonale, generico ma secco: "Esecuzione non burocratica delle leggi. Ognuno ha diritto: a) a leggi comprensibili e applicate in modo semplice, non burocratico ed efficace; b) alla trattazione in tempi ragionevoli, semplice e non burocratica delle sue pratiche da parte delle autorità amministrative e giudiziarie”.

È questo il senso dell'iniziativa popolare costituzionale presentata oggi dal Plr, col titolo "Basta burocrazia!" e un intento chiaro e ripetuto più volte in conferenza stampa: così non si può andare avanti.

«La burocrazia non è in sé un concetto negativo», afferma in entrata il presidente liberale radicale Alessandro Speziali. Anzi, «è nata per organizzare la gestione pubblica e privata di un'azienda secondo regole e procedure, per dare una struttura». Una burocrazia sana, per Speziali, «è quella che aiuta a rispettare lo Stato di diritto e svolgere le attività in maniera ordinata». Però «è importante rimanga nella sua dimensione sana e positiva, perché concerne il territorio: lo Stato, le aziende, i cittadini, le associazioni e le fondazioni».

‘La burocrazia sta mostrando le sue derive’

Epperò se un partito poco avvezzo al lancio di iniziative popolari come il Plr chiama la cittadinanza ai banchetti vuol dire qualcosa. E quel qualcosa è che «oggi penso sia riconosciuto che la burocrazia stia mostrando derive come moltiplicazione continua di normative, leggi, regolamenti, direttive interne. Procedure e regole sono sempre più rigide e complesse, ormai una legge si affronta solo se affiancati da uno specialista – affonda Speziali –. La lentezza delle decisioni, lo scoraggiamento che provano il cittadino o l'azienda che vogliono intraprendere qualcosa si traduce nello sbuffare già prima di iniziare perché sanno in quali procedure e oneri dovranno barcamenarsi». Insomma, «il termine burocrazia oggi si allontana sempre più dalla sua accezione positiva, e vengono in mente solo aspetti negativi».

E Speziali fa esempi pratici: «Parliamo di accessi ai crediti per progetti di sviluppo, la ristrutturazione di un rustico, l'ottenimento di decisioni o pareri. Ma anche nei lavori d'ufficio di docenti, agenti di polizia o albergatori, la scelta dei fornitori alimentari...». E quindi via con l'iniziativa popolare, volutamente generica «per ispirare un cambio di passo generale e nuovi atti parlamentari».

Ma la decisione di arrivare a un articolo costituzionale «non per smantellare lo Stato, ma per renderlo più funzionale» ha molti motivi per il presidente del Plr: «Uno è culturale, perché la Svizzera si basa sulla responsabilità individuale del cittadino e delle aziende, ma la burocrazia la erode sempre di più e tutto è in mano allo Stato. C‘è un motivo economico – continua Speziali –, perché si disperdono risorse preziose, tempo e soldi. E anche un motivo qualitativo e funzionale, più codifichi più freni innovazione e flessibilità».

L'obiettivo va da sé è «intuitivo», cioè «ispirare e orientare l'attività del potere legislativo ed esecutivo, sottolineando un diritto che si è reso necessario e il bisogno di evitare situazioni insanabili come ad esempio si vede in Italia, per mantenere il Ticino dinamico e attrattivo riavvicinando il cittadino alle istituzioni». E ancora no, «non si tratta di un attacco allo Stato, ma la volontà di renderlo più snello per cittadini e aziende e un sostegno alla sua funzionalità: tanti collaboratori dello Stato confermano che serve un'inversione di tendenza».

‘Poteva chiamarsi anche Più libertà economica’

Anche il vicepresidente liberale radicale Rupen Nacaroglu non usa mezzi termini: «L'iniziativa si chiama ’Basta burocrazia!‘, ma poteva chiamarsi anche ’Più libertà economica'». Nel senso che «negli ultimi anni si rileva la carenza di assunzione di responsabilità dei funzionari, quasi spaventati nel concedere autorizzazioni e aiuti, preferendo trincerarsi dietro dei ‘no’ dando poi la responsabilità all'autorità giudiziaria». E non si può andare avanti così: «È un approccio che rallenta e rende pesante il tutto, crea costi e non è confacente a quella libertà economica che aiuterebbe l'imprenditoria». Breve: «La libertà economica deve essere tutelata non solo col sostegno dello Stato, ma con l'approccio delle persone con cui si va a discutere».

‘I Comuni sono strozzati’

Dal canto suo la municipale di Lugano Karin Valenzano Rossi sottolinea come «un eccesso di burocrazia è un ostacolo non solo per i cittadini e l'imprenditoria, ma anche per gli enti pubblici. A livello di Comune siamo strozzati da questa burocrazia, i tempi sono spesso dilatati da un eccesso di regolamentazione di dettaglio e normative che mettono corsetti così rigidi che non si riescono a realizzare cose anche banali». Esempio pratico: «Ero a un'assemblea di quartiere e i cittadini non capivano perché sia così difficile spostare un semaforo o aggiungere uno specchio a un incrocio, le persone normali queste lungaggini non le capiscono e hanno ragione».

‘Articolo troppo generico? No, è una pietra miliare per cominciare’

Il granconsigliere Luca Renzetti previene una domanda della stampa presente: l'articolo costituzionale non è troppo generico e difficilmente inquadrabile in un contesto allargato a un'infinità di ambiti? «Certo, appena ho letto l'articolo mi son detto che era troppo generico, troppo semplice. Ma se dovessimo inserire nell'iniziativa tutto quello che andrebbe corretto e fatto l'iniziativa sarebbe di 120 pagine. Questa è una pietra miliare per cominciare: lo scopo ultimo è il bene del cittadino legato alla sua responsabilità ma anche al suo benessere». Anche Renzetti fa un esempio concreto: «Dal punto di vista imprenditoriale si è confrontati con difficoltà incomprensibili: se voglio farmi spedire un documento o un certificato a casa perché devo pagare 35 franchi invece che gli zero allo sportello con un orario fisso spesso incompatibile?».

Sul fatto che è un articolo troppo generico Speziali rinnova: «È nella natura della Costituzione, abbiamo assistito a critiche inverse quando si chiedeva di introdurre qualcosa di molto puntuale. Questa è una regola generale che ispira l'ordinamento che ne segue: è una proposta sociale, interclassista e che tocca veramente tutti».

La capogruppo in Gran Consiglio Alessandra Gianella conferma: «È un problema trasversale e tutti i partiti dovrebbero davvero interrogarsi se con gli atti parlamentari si vada a creare o meno altra burocrazia, noi lo facciamo già». Il vicesindaco di Bellinzona Simone Gianini riprende il tema comunale spiegato da Valenzano Rossi: «Uno Stato che non dà sicurezza sui tempi non fa il suo lavoro».

Serafico Bixio Caprara: «Siamo campioni del mondo nel fare bene le cose, ma è importante anche che siano anche giuste: quindi no a una densificazione ulteriore delle normative».